2. CONFRATERNITA

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-Anastasia.- Mi chiamò mia madre.
-Mh..- mugugnai, girandomi dall'altro lato del letto. -Due minuti e mi alzo, mamma.-
-Mamma?- Ghignò la voce, che a quanto sembrava non apparteneva a mia madre.
Aprii un occhio, e per un attimo rimasi confusa del posto in cui mi trovavo.
Poi ricordai.
"Oh, merda!"
Scattai sull'attenti, e alzandomi, andai a sbattere contro Bethany.
-Ahi!- Si lamentò, massaggiandosi la fronte. -Ti svegli sempre così?-
-Scusa!- Esclamai, mortificata. -Che ci fai qui?-
-Beh, io ci vivo qui, pasticcino.-
-Pasticcino?- Scossi la testa. -Comunque, intendevo dire: che ci fai nel mio letto?-
-Volevo solo dirti che questa sera non torno, quindi hai la stanza libera.- Mi fece l'occhiolino.
-D'accordo..- Mormorai, arrossendo.
-Volevo solo fartelo sapere.- Rise, e si allontanò.
Sbadigliai sonoramente e accesi il cellulare.
05:57
Spalancai gli occhi.
Il mio cellulare mi stava sicuramente giocando qualche brutto scherzo.
-Bethany, che ore sono?- Chiesi, timorosa della risposta.
Non poteva avermi davvero svegliata a quest'ora per dirmi solo che non sarebbe tornata di sera.
Lei fissò il suo cellulare, e poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, mi rispose: -Sono quasi le sei.-
Mi gettai sul letto e mi coprii la faccia con il cuscino.
-Perché mi hai svegliata così presto?- Piagnucolai.
-Perché così sarai sicura di non essere in ritardo.- Rise. -Dovresti ringraziarmi invece di lamentarti. Su, corri a cambiarti.-
-Ma non devo vedermi con Kate prima delle otto.- Borbottai.
-Allora andremo a fare un passeggiata, e poi ti vedrai con Kate.-
-Ho un'altra scelta?- Sospirai.
-No, nessuna.- Sorrise. -Dai, così ti faccio conoscere nuova gente. Sarà divertente.-
Come no.
Socializzare non era esattamente il mio forte.
Mi tirai su' e mi trascinai verso il bagno.
-Sembri uno zombie.- Ridacchiò, prima che mi chiudessi la porta alle spalle.
Mi concessi la doccia più lunga della mia vita, e mi ci sarei anche addormentata dentro, se Bethany non avesse iniziato a bussare alla porta come una forsennata.
-Sto quasi finendo!- Esclamai, asciugandomi i capelli.
Una volta asciutta, infilai gonna e maglietta, e uscii.
Misi gli stivali neri e sospirai.
-Pronta.- Dissi.
-Perfetto, andiamo!-
Bethany mi trascinò fuori dalla stanza.
Per essere così piccola era abbastanza forte.
-C'è anche Dallas con noi, spero non ti dispiaccia.-
-No, per niente.- Mormorai.
Essere la terza in comodo era il mio hobby preferito.
Quando i due si incontrarono, si scambiarono un bacio esageratamente lungo, mentre io rimasi lì a fissare tutto, tranne che loro due.
Quando finalmente entrambi si ricordarono della mia presenza, si staccarono, e Bethany mi prese a braccetto.
-Andiamo al campo. Lì dovrebbero esserci Lauren e Katy.-
Non avevo idea di chi fossero, ma annuii e seguii Bethany.
-Possono sembrare un po' antipatiche ed egocentriche, ma in fondo sono buone...-
-Molto in fondo.- Borbottò Dallas.
Come preannunciato da Bethany, Lauren e Katy erano davvero antipatiche. Al di sopra delle mie aspettative. Per fortuna, però, non dovemmo stare molto a lungo con loro, e prima che potessero lamentarsi della chiusura della fabbrica della loro marca preferita di make-up, ci dileguammo.
-Cristo, ma non la smettono mai un attimo di parlare quelle due?- Si lamentò, Dallas.
-Vorrei davvero vedere cosa intendi con parte buona.- Risi io. -Finora ho solo visto quella peggiore.-
-Non vorrei deluderti, ma al contrario, non hai ancora visto nulla.- Rispose Bethany. -Dovresti sentire quanto sono fastidiose quando cominciano a parlare contemporaneamente.-
-Sembrano due oche.- Dallas alzò gli occhi al cielo. -Non posso credere che tu abbia delle amiche così.-
-Non sono esattamente mie amiche.- Si difese lei, mettendo il broncio.
-Certo, come no.- Alzò gli occhi al cielo.
Sorrisi.
Nonostante l'imbarazzo iniziale, dovevo ammettere che stavano davvero bene insieme.
-Devo vedermi con Kate.- Annunciai.
-Certo, Ana.- Rispose Bethany. -Ci vediamo a pranzo?-
-Certo!- Esclamai, indietreggiando. -Buona giornata.-
Quando mi vidi con Kate, notai subito che era di cattivo umore.
-Kate!- Esclamai. -Va tutto bene?-
-Per niente.- Sbottò. -Quella stronza di Deborah, ieri mi ha sequestrato le cuffie.-
-Sequestrato?- Scoppiai a ridere, ma la sua occhiataccia mi mise a tacere.
-Si, perché la sua "sanità mentale" aveva bisogno di silenzio, mentre io, invece, stavo disturbando la sua "quiete", poiché la musica era troppo alta. Te ne rendi conto?!-
-Che incubo.- Feci una smorfia.
-E non è finita qui!- Esclamò, prendendo posto al tavolo. -Questa notte non ho potuto dormire per colpa sua. Russa peggio di una motosega, e poi viene a dire a me che faccio troppo rumore?-
Ridacchiai leggermente, ma riuscii a durare poco, e le scoppiai a ridere in faccia. Kate mi gettò un occhiataccia, ma poi, colse anche lei l'ilarità della situazione, e cominciò a ridere con me.
-È davvero un incubo!- Rise.
Dopo aver preso le ordinazioni, le proposi di rimanere nella mia camera la notte.
-E che mi dici di Bethany?-
-Anche lei è un po' fuori di testa.- Ammisi. -Oggi mi ha svegliata alle sei solo per dirmi che questa notte non sarebbe tornata, e poi mi ha portata in giro a fare nuove conoscenze.-
-Beh, di certo è più socievole di quella tipa che condivide la stanza con me.- Borbottò.
-Non posso dire il contrario.-
-Cavolo, è tardi.- Disse, bevendo l'ultimo goccio di caffè. -La prima lezione inizia tra un quarto d'ora. Devo sbrigarmi.- Raccolse la sua borsa e si alzò.
-Buona giornata, allora.-
-Ciao, Ana. Buona giornata anche a te. Ci vediamo a pranzo!- Disse, uscendo dalla porta automatica del bar.
Per la mia prima lezione avevo ancora un'ora abbondante, così decisi di godermi il mio tè. Twinings English Breakfast Tea, era di sicuro la miglior marca in circolazione, in quanto io non ero una grande amante del caffè.
Quando ritornai al college, mancavano poco più di cinque minuti all'inizio della mia prima lezione.
Certo, sarei arrivata molto prima, se avessi tenuto conto che la strada potesse essere affollata.
Molti studenti erano ancora in giro per i corridoi. C'era che rideva e chi scherzava, e nessuno sembrava deciso ad iniziare le lezioni.
Iniziai a correre il più velocemente possibile, cercando di evitare le occhiatacce che ricevevo di tanto in tanto. Non potevo assolutamente permettermi di arrivare in ritardo il primo giorno.
"Beh, ma che fantastica figura che stai facendo, Anastasia!"
09:57
Tre minuti.
Avrei potuto farcela...se solo avessi saputo dove fosse la classe.
-Merda.- Sospirai, bloccandomi di botto.
-Brutta giornata?- Ghignò Christian, affiancandomi.
"Oh, no. Non anche lui!"
-No.- Risposi, guardandolo velocemente. -Va tutto bene.-
-Davvero?- Inarcò un sopracciglio, e potevo vedere che si stava trattenendo dal ridere.
-Senti, fammi un favore.- Sbottai. -La mia prima lezione è letteratura inglese, e non posso proprio perderla. Puoi dirmi dov'è l'aula?-
-Sei fortunata.- Rispose, facendomi cenno di seguirlo. -Stavo giusto andando lì.-
-Cosa?- Esclamai, bloccandomi di botto. -Hai anche tu quella lezione?-
"Non anche questo!"
Questa giornata non faceva che migliorare.
-Perché ti sembra così strano?- Aggrottò la fronte.
-Ma no...- provai a rimediare. -Non è che mi sembra strano, è solo che...-
"Non puoi avere la mia stessa lezione!" Avrei voluto gridargli.
Invece mi limitai a interrompere la frase e a sospirare.
-Non importa.- Scossi la testa.
Christian sorrise leggermente, poi mi indicò l'aula.
-Ecco, questa è la tua nuova aula.- Disse. -Buona fortuna.-
-Grazie...- risposi, confusa. -Non entri anche tu?-
Christian si avvicinò pericolosamente al mio viso, e poi al mio orecchio.
-Stavo solo scherzando.- Sussurrò, tirandosi indietro improvvisamente.
-Letteratura inglese non è il mio ramo.- Disse, sorridendo. -Io studio politica ed economia.-
"Oh, ma che simpatico burlone!"
Tirai mentalmente un sospiro di sollievo.
-Allora grazie ancora per avermi accompagnata.- Sussurrai.
-Quando vuoi.- Sorrise lui. -Buona prima lezione, Anastasia.-
-Buona lezione anche a te, Christian.- Calcai il suo nome, esattamente come lui aveva fatto con il mio.
Mi girai, e dopo aver raccolto un po' di coraggio, entrai.
La sala era molto grande, piena di sedie e studenti.
09:07
Ero in ritardo di soli sette minuti, e per mia immensa fortuna il professore non era ancora arrivato.
Presi una delle sedie libere nei primi posti, che al contrario degli ultimi, erano quasi completamente liberi.
-Ciao!- Esclamò un ragazzo, dai capelli castani e occhi azzurri.
-Ciao...- mormorai, un po' meno spigliata.
-Tu sei nuova qui, vero?- Sorrise.
-Si.- Risposi. -Sono arrivata ieri.-
-Sono Michael.- Mi porse la mano. -Michael Lawrence.-
-Anastasia Steele.- Sorrisi, afferrandogli la mano.
Due secondi dopo, il nostro professore irruppe nell'aula, e tutti si accomodarono.
Senza rivolgerci parola, e senza degnarci di uno sguardo, si alzò e andò a scrivere il suo nome alla lavagna.
JOHNSON
È questo il nome che scrisse.
Pochi minuti dopo iniziò a fare molto svogliatamente l'appello, e fece anche una breve introduzione sulla materia, per tutte le matricole come me.
-Sembra che abbia davvero tanto buona volontà di agevolarci.- Dissi verso Michael, il quale rise.
-Può sembrare molto svogliato o menefreghista, ma è bravo nel suo lavoro, in realtà.-
Annuii leggermente, e per un breve istante mi chiesi se sarebbe finita proprio come con Lauren e Katy.
Per mia fortuna però, potei dichiarare che Michael aveva ragione; il professor Johnson era davvero molto bravo nella sua materia.
-Visto?- Rise. -Te lo avevo detto che era bravo.-
-Hai ragione.- Sorrisi. -Da quanto tempo è che lo conosci?-
-Due anni.- Rispose. -Questo è il terzo anno per me.-
-Wow...- sussurrai.
-Ci arriverai anche tu.- Sorrise. -Allora, che lezione hai, ora?-
Diedi un'occhiata al mio programma.
-Storia.- Annunciai. -E tu?-
-Arte.- Continuò a sorridere. -Sei arrivata ad iscriverti ad astronomia?-
-Si.- Risposi. -I posti si sono esauriti in un batter d'occhio.-
-Perfetto!- Esclamò. -Allora ci vedremo anche in quarta ora.-
-Oh, fantastico!-
-Buona giornata, Ana.-
-Grazie, buona giornata anche a te, Michael.-
Durante l'ora di storia feci la conoscenza di Lily e Violet.
Erano entrambe carine e soprattutto molto amichevoli. Fu piacevole passare l'ora con loro.
-Ti stai trovando bene qui, Ana?- Mi chiese Lily.
-Molto bene.- Ammisi. -Sembrano tutti così gentili qui.-
-Non tutti, in realtà.- Si intromise Violet. -Ma la maggior parte degli studenti sono apposto.-
-Grazie per l'informazione.- Risi.
-È stato bello chiacchierare con te, Ana!- Esclamò Lily. -Ci si vede in giro.-
-Ciao, Ana.- Disse Violet. -È stato bello conoscerti.-
-Anche per me!- Esclamai.
La lezione di chimica fu abbastanza impegnativa, e non feci altre amicizie, ma mi limitai a scambiare una o due parole con il tipo vicino a me.
Odorava di fumo e mi dava la nausea. È per questo che al termine della lezione, fuggii fuori.
-Passate bene queste due ore?- Mi distrasse Michael.
-Oh, si. Grazie.- Risposi, sorridendo. -E a te?-
-Il solito.- Ridacchiò.
L'aula per la lezione di astronomia era quasi al completo, e io e Michael ci sedemmo nella terza fila.
-Come mai ti sei iscritta a questo corso?-
-Ho visto molte recensioni positive.- Ammisi. -Molti lo hanno definito un buon corso, molto interessante, e così ho voluto provarlo.-
-Hai fatto un'ottima scelta.- Sorrise.
Il professor Pitman era davvero simpatico, e sapeva come coinvolgerci. Lo adorai fin da subito.
-Vai a pranzo?- Mi chiese Michael, alla fine delle lezioni.
-Si, mi devo vedere con la mia amica, Kate.-
-Allora immagino che ci vedremo domani.- Disse.
-Certo, a domani!- Lo salutai, e per un breve istante mi venne in mente che avrei potuto invitarlo a pranzare con noi.
-Ana!- Mi salutò Kate.
-Sembri di buonumore, adesso.- Sorrisi.
-Si, è così. Stare alla larga da quella strega migliora l'umore.-
-Ehi, Ana!- Gridò Bethany dall'entrata.
Dopo di lei entrarono Dallas e Christian.
Christian?
"Oh, no..."
-Ciao, Bethany.- Mormorai.
-Ho portato anche Christian, spero che non ti dispiaccia.-
-Ma no, figurati.-
"E anche se mi fosse dispiaciuto non penso che lo avresti cacciato."
-Ciao, Anastasia. È andata bene, oggi?- Christian sorrise, e si accomodò accanto a me.
-Alla grande.- Arrossii leggermente. -E a te, invece?-
-Bene.- Mormorò, studiandomi attentamente.
Il mio viso andò in fiamme.
Kate lo notò e mi lanciò un'occhiataccia.
-Ragazzi...lei è Kate, la mia migliore amica.- Dissi a scoppio ritardato.
Mi ero concentrata così tanto su Christian che avevo dimenticato a fare le presentazioni.
-È così ecco la famosa, Kate.- Sorrise Bethany. -È davvero un piacere.-
-Facciamo a cambio di coinquilina?- Piagnucolò Kate.
-Neanche per idea.- Risi.
-Cos'ha che non va la tua compagna di stanza?- Bethany sembrava interessata.
-Oh, è una stronza totale.- Sbuffò, facendoci ridere.
Dopo che arrivarono le nostre ordinazioni, Kate si tuffò nel suo racconto su Deborah. Non le prestai attenzione però.
Primo: perché sapevo già abbastanza bene la storia. E secondo: perché Christian non la smetteva un attimo di fissarmi.
Da un certo punto di vista era assai inquietante.
-Tutto qui quello che hai mangiato?- Disse, poi.
Guardai il mio piatto.
Mi ero limitata a prendere un hamburger con le patatine. Tutta roba sana, certo. Ma avevo mangiato solo metà hamburger e un paio di patatine.
-Non ho più fame.-
Vidi la sua mascella contrarsi, ma non disse nulla e distolse lo sguardo.
Un brivido mi percorse tutta la schiena. Sembrava arrabbiato, anche se non ne capivo il motivo, e anche se non lo conoscevo, sentivo che non avrei mai voluto vedere Christian arrabbiato.
Kate continuò a parlare animatamente con Bethany e Dallas, mentre io e Christian restammo in silenzio.
-Allora cos'avete in programma da fare questa sera?- Chiese Bethany.
-Nulla, veramente.- Rispose Kate.
-Allora dovreste venire con noi!- Esclamò. -C'è una festa alla confraternita qui vicino.-
Gettai un'occhiata di supplica a Kate, che lei però ignorò.
-Certo, ci saremo!- Disse invece.
Christian si irrigidì leggermente, ma prima che potessi chiedergli cos'è che avesse, si era già rilassato.
-Sei sicura di voler venire?- Sussurrò, invece.
A quanto pare, però, lo sussurrò troppo forte, poiché Kate lo sentì, e si intromise prima che potessi rispondere.
-Certo che è sicura!- Esclamò.
Quando Katherine Kavanagh decideva qualcosa, io non avevo più libera scelta della mia vita.
Sospirai rassegnata.
Quanto mai potevano essere brutte le feste alle confraternite?
Molto, forse. Ma forse mi sarei anche potuta divertire.
-Ci sarai anche tu?- Chiesi.
-Figurati se in una festa in cui si beve gratis, Christian manchi.- Ridacchiò Bethany. -Si vede che non lo conosci per niente.-
Christian le gettò un'occhiata, ma lei si limitò a fargli l'occhiolino.
-Oh...- sussurrai.
Questo era un altro motivo in più per stare alla larga da Christian.
-Allora è deciso!- Esclamò Bethany. -Passo a prendervi alle otto in punto.-
-Perfetto!- Sorrise Kate.
-Io vado a farmi una doccia.- Borbottò Christian, alzandosi.
-Dove?- Chiesi, prima di riuscire a fermarmi.
-Nel tuo bagno, è ovvio.- Sorrise, e poi andò via.
-Però, Ana!- Esclamò Kate. -Hai fatto colpo.-
-Per niente.- Sbuffai. -Devo stare alla larga da quel ragazzo.-
-Certo, come no.- Alzò gli occhi al cielo. -Cos'è questa storia della doccia nella tua camera?-
-Te l'ho già detto; non c'è acqua nella sua..-
-E tu gli credi davvero?- Inarcò un sopracciglio.
-Certo.- Risposi, senza convinzione.
No, non era vero. Neanch'io ci credevo molto.
Quando ritornammo al dormitorio, però, di Christian non c'era nessuna traccia.
Ne fui felice, in realtà. Sapevo che sarebbe stato difficile cacciarlo se fosse stato qui.
Quando finalmente alle otto meno un quarto finii di prepararmi, mi distesi sul letto.
Kate mi aveva convinta a farmi truccare e a farmi ondulare i capelli.
Avevo optato per un semplice vestito bianco, con giacca e stivali di pelle neri.
-Pronta!- Esclamò lei. E in perfetto tempismo Bethany bussò alla porta.
-Ana, Kate, siete bellissime!-
-Anche tu!- Esclamammo all'unisono io e Kate.
Quando arrivammo alla confraternita, la casa era già piena.
Questo mi fece ricordare uno dei tanti perché odiassi le feste.
-Ci divertiremo, te lo prometto.- Mi gridò all'orecchio Kate, per sovrastare la musica.
-Allora, ragazze!- Gridò Bethany. -È probabile che ci perderemo, quindi all'una ci vediamo tutti qui alla macchina, d'accordo?-
"All'una?"
Avrei voluto ribattere e dire che era troppo tardi, visto che l'indomani avevo lezione, ma Kate fu più veloce.
-Perfetto! Ci vediamo dopo.- E detto questo mi trascinò dentro.
La casa puzzava di fumo e alcol molto forti.
Avevo già la nausea.
-Benvenuti!- Gridò un ragazzo, difronte a noi.
-Sono Jeremy. Posso portarvi qualcosa da bere?-
-Si, grazie!- Gridò Kate.
-Qualcosa di analcolico.- Dissi io.
Jeremy aggrottò la fronte, come se avessi appena detto un assurdità.
-Abbiamo dell'acqua, credo.-
-Perfetta.- Risposi.
Al centro della stanza c'era un'enorme tavolo da biliardo, dove vi erano riuniti numerosi ragazzi. Mentre attaccati ai muri c'erano diversi divani, dove in alcuni giacevano ragazzi ormai completamente ubriachi.
In uno dei tanti divani, riuscii a scorgere Christian con una bottiglia in mano, birra forse, con accanto due belle bionde.
Distolsi lo sguardo prima che potesse vedermi.
-Che fine ha fatto quell'idiota?- Sbottò Kate. Poi sospirò. -Aspetta qui, vado a prendere io da bere.-
-No, aspetta Kate!- Esclamai. Ma lei era già scomparsa tra la folla.
-Fantastico.- Borbottai.
Poteva andare peggio di così?
Si. Poteva eccome.
-Ciao, bambola.- Biascicò un tipo, sicuramente ubriaco.
-Ciao...- mormorai, indietreggiando.
-Non ti ho mai vista qui. Sei nuova?- Sorrise.
Era inquietante.
-Si.- Risposi cercando di indietreggiare, ma la folla si faceva sempre più fitta, e ben presto rimasi bloccata.
-Vieni a ballare con me.- Mi afferrò per il polso.
-Grazie, ma non ne ho voglia.- Risposi, cercando di liberarmi dalla sua presa.
-Insisto.- Disse. -Scommetto che sei un abile ballerina.-
Avrei riso se mi fossi trovata in un'altra situazione.
Non ero per niente brava a ballare. Anzi, ero super scoordinata.
-Magari un'altra volta.- "Oh, ti prego, lasciamo andare!"
-Ha già detto che non vuole ballare.- Tuonò Christian, da dietro le sue spalle.
-È la tua ragazza, per caso?- Ghignò, senza lasciare andare il mio polso.
-Lasciala andare.- Rispose, ignorando la sua domanda.
-Non sto facendo nulla di male. Dobbiamo solo ballare.-
-Non mi sembra che lei voglia.- Rispose.
-Quindi adesso sei un bravo ragazzo, Christian?- Rise.
"Si conoscono?!"
-Sai cosa? Fottiti.- Esclamò il ragazzo, e dopo avermi lasciato il polso, gli sganciò un pugno dritto in faccia.
Gridai per la sorpresa.
Non è così che doveva andare.
Christian barcollò all'indietro, ma ristabilì subito il suo equilibrio e prese per il colletto il tipo.
-Di che cazzo ti sei fatto?- Ringhiò.
-Solite cose.- Rise il tipo, per niente intimorito.
Christian lo spinse a terra.
-Vai al diavolo.- Sputò, asciugandosi il naso dal sangue che ne fuoriusciva.
Poi mi prese per un braccio, in un modo tutt'altro che gentile, e mi spinse fuori dal cerchio di persone che si era creato.
-Mi dispiace così tanto.- Esclamai, mortificata.
Mi lasciò andare bruscamente, e mi fissò in attesa.
Avvicinai la mia mano al suo viso, per constatare la gravità della sua ferita, ma lui si scansò di scatto e mi afferrò la mano.
-No.- Disse. I suoi penetranti occhi grigi nei miei.
-No?- Ripetei, confusa. "No, cosa?"
-Non voglio essere toccato.- Ringhiò
Indietreggiai di qualche passo, confusa dal suo improvviso scatto d'ira.
-Mi...mi dispiace.- Balbettai. -Volevo solo vedere se era grave.-
-No. Non è grave.- Rispose. La voce lievemente più morbida. -Che diavolo stavi facendo?-
-Stavo solo aspettando Kate, e quel tizio si è avvicinato a me..- mormorai intimorita.
Perché era arrabbiato con me?
-Sei sicuro che non vuoi che dia un'occhiata?- Chiesi, riavvicinando le mie mani al suo naso, da quale continuava a fuoriuscire del sangue.
Lui si scansò nuovamente, e mi riafferrò le mani.
-Ti ho detto di no, dannazione!- Ringhiò. -Non toccarmi!-
Detto questo se ne andò, lasciandomi sul ciglio del marciapiede.
Rimasi interdetta qualche minuto, per cercare di capire cos'era appena successo.
Era davvero quello il ragazzo che mi aveva salvata minuti prima?
Le lacrime mi pizzicarono gli occhi.
"No."
Non avrei assolutamente pianto per uno stronzo del genere.
Rientrai velocemente in casa, e individuai subito Kate.
Al diavolo Christian.
Ormai diventavano sempre di più gli elementi che mi assicuravano che genere di ragazzo fosse.
-Al diavolo.- Mormorai, consapevole che nessuno potesse sentirmi.

ANGOLINO AUTRICE:
Perdonatami! Avevo detto che avrei aggiornato presto, e invece mi sono presa i miei comodi 😅 prometto che sarò più veloce d'ora in poi!
Piaciuto il nuovo capitolo? Se è così accendete la stellina🌟 e commentate! ❤️

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