Sarah

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Il letto su cui risiedevo era comodo e morbido, il contrario di quello dell'ospedale.

Le pareti erano color pesca, mentre quelle dell'ospedale erano bianche.

Mi alzai di scatto per osservare la stanza meglio.

La mia mente è offuscata da ricordi confusi ed incoerenti.

Sulle pareti erano appesi diversi poster di Eminem e alcuni libri con copertine sgargianti.

Quella non era sicuramente la mia stanza o la stanza di un'ospedale.

Poi capii che mi avevano portato contro la mia volontà in psichiatria.

Come ha potuto farmi questo mio fratello?

Accanto a me c'era un'altro letto vuoto, disfatto e disordinato.

Davanti a me c'era una piccola televisione che era accesa su una serie TV sul crimine.

Di fianco a questa ci sono due piccoli armadi.

Mi alzo lentamente e cammino sul parquet freddo a piedi scalzi.

Mi avvicino ad una delle due porte e la apro con lentezza.

Noto un bagno spazioso ed accogliente, con una piccola doccia, un wc ed un lavandino con sotto il rispettivo armadietto.

Esco con passo veloce e confuso ed apro uno dei due armadietti.

Dentro ci trovo dei vestiti femminili non appartenenti a me.

Alcune canotte corte, molte felpe lunghe ed altrettanti pantaloni.

Sicuramente non il mio stile, ma se non erano miei di chi erano allora?

Mi avvicinai alla piccola mensola e passai il dito su tutti i titoli.

La saga di kiss me like you love me, It ends with us, il fabbricante di lacrime ed infine la bellezza degli dei.

Tutti titoli a me sconosciuti ma comunque invitanti.

Poichè non leggevo non sapevo neanche di cosa trattassero questi, ma cercai di immaginarmelo.

Mi sedetti sul letto e presi il telefono accanto a me per mandare un messaggio a mio fratello.

Dove cazzo sei?

Gli scrissi io con sgarbo, posai il telefono sul comodino e andai in bagno per vedere il mio aspetto.

Le occhiaie erano marcate e i capelli spettinati.

Cercai di appiattirli con le mani ma con scarsi risultati.

Mi lavai la faccia con l'acqua fredda e mi sistemai i jeans che si erano alzati.

Uscì dal bagno cautamente e controllai il telefono per vedere se mio fratello Cameron mi avesse risposto, ma con scarsi risultati.

La porta si aprì lentamente e una ragazza mora ci entrò in punta di piedi, facendo attenzione a non fare rumore.

Si girò verso di me e rimasimo per pochi secondi a fissarci negli occhi.

<<Ah, ti sei svegliata.>> Mi dice lei con un sorriso tirato sul viso.

Io annuì e mi sedetti sul letto.

<<Piacere, Sarah.>> Mi dice lei sedendosi sul suo letto.

<<Olivia.>> Dissi io di rimando girandomi verso di lei.

Lei mi sorrise e posó il suo caffè sul comodino.

<<Vuoi un caffè?>> Mi disse lei non smettendo di sorridere.

<<Grazie ma no, la sera non bevo caffè se nò non dormo la notte.>> Dissi io ricambiando il sorriso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06 ⏰

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