Domenica pomeriggio. Ero intenta a scaricare "Dead Inside" dei Muse sul mio portatile per poi trasferirla sul mio minuscolo Ipod quando vidi il cellulare,posizionato strategicamente sulla parte della tastiera dove ci sono i numeri, illuminarsi. Una notifica di Whatsapp.
"331 *** **** ti ha aggiunta al gruppo 'Diciottesimo di Alfonso Bellini"
Sbloccai il cellulare, avviai l'applicazione, ignorai la chat con la mia amica nella quale parlavamo del regalo per Alfonso, ignorai la chat del mio ragazzo, ignorai i tre gruppi che contavano settecento messaggi ciascuno ed aprii il gruppo in cui ero stata appena aggiunta. Immediatamente andai nelle opzioni del gruppo per vedere quale dei miei amici mi avesse fatta aggiungere a quel benedetto gruppo e rimasi sbalordita. Non avevo nessun numero salvato in rubrica e nessun numero mi parve familiare. Mi affrettai a mandare un messaggio:
"Ehm... Salve, mi chiedevo solo chi di voi mi ha aggiunta in questo gruppo e soprattutto come avete fatto ad avere il mio numero"
Dopo neanche due secondi una risposta:
"Ciao, mi chiamo P. e sono in classe con Alfonso. Ti conosco solo di vista, so che sei nella classe accanto alla nostra e che sei molto amica di Alfonso. Dato che tra una settimana è il suo compleanno e noi stavamo organizzando un video e stiamo raccogliendo i soldi per il regalo da fare tutti insieme, abbiamo deciso di rubare il tuo numero di cellulare dal suo cellulare per chiederti se volevi partecipare"
Rimasi esterrefatta. Quale mente malata pensa a rubare un numero da un cellulare di un compagno di classe sapendo che io sono esattamente nell'aula accanto?! Non potevano bussare e chiedere "può uscire un minuto l'alunna O. per una cosa urgente?"?! Era così semplice cazzo!
"Oltre a chiedermi il perchè di un piano così complicato per farmi una semplice domanda ti chiederò: COME CAZZO HAI FATTO A RUBARE UN NUMERO DI CELLULARE SENZA CHE ALFONSO LO SCOPRISSE?!"
La risposta fu semplicissima:
"Infatti se n'è accorto... Gli ho tirato un calcio nello stomaco e ho rubato il numero, nulla di più semplice."
Ah. Cercai di non pensare alla mente evidentemente malata che era il mio interlocutore e pensai immediatamente alla mia amica che si stava sbattendo da giorni in cerca di un regalo per Alfonso.
"Posso aggiungere la mia amica? Stavamo cercando una soluzione al dilemma regalo e adesso che me l'hai servita su un piatto d'argento vorrei renderla partecipe"
La risposta fu positiva e così aggiunsi la mia amica. In conclusione dovevamo portare 10 euro ciascuna a P. e fare un video in cui facevamo gli auguri ad Alfonso. Al regalo decidemmo di far partecipare anche il mio ragazzo in quanto non fosse solo un mezzo amico di Alfonso ma anche il mio accompagnatore alla festa. La mattina seguente, dopo la verifica di latino ricevo un messaggio:
"Siamo fuori la tua classe, se hai i soldi esci e portaceli."
Presi il portafogli e uscii dalla classe. Appoggiati al termosifone freddo, in quanto fosse inizio maggio, c'erano due ragazzi. Uno aveva il viso tondo, tanti brufoli e i capelli rasati ma con un ciuffo enorme tirato indietro, mentre l'altro sembrava la copia di Wolverine, con tanto di barba e basettoni, vestito con una maglia nera dell'Hard Rock Café è un bracciale in pelle con due file di borchie. Mi avvicinai a loro e li salutai. La copia di Wolverine era P. Aprii il portafogli e tirai fuori 30 euro.
"10 sono miei, 10 del mio ragazzo e 10 della mia amica. Entro domani arriva il video. Il messaggio che mi hai mandato sembrava tanto provenire dal cellulare di un rapitore."
Entrambi risero e presi i soldi tornarono nella loro classe e lo stesso feci io. Tornata in classe ebbi un'immensa discussione col mio ragazzo. Erano due settimane che litigavamo perché lui non aveva fiducia in me nonostante fosse lui quello che dalla gita di cinque giorni era tornato con un bel segno rosso con sfumature viola sul collo. Dopo la litigata uscii dalla classe nuovamente per cercare la mia amica per fare quel benedetto video. Immaginate la scena: due ragazze che parlano con un cellulare ferme davanti alle scale alla fine del corridoio. Le persone passavano e ci guardavano malissimo... Anche perché cercavo di imitare Silvio Berlusconi, non chiedetemi perché. Una volta fatto il video-figura di merda e tornata a casa, inviai il video in chat privata a P. Una volta inviato il video iniziammo a parlare del più e del meno, di quanto adorasse i Korn e i System Of A Down e di quanto io adorassi gli Slipknot e i System Of A Down, di come sapesse suonare basso e chitarra e sapesse cantare e di quanto io sia stonata, ma in compenso so suonare il basso. La conversazione iniziata alle 15:00 circa si concluse verso le 2:00 del mattino con la cover di "Back in Black" degli AC/DC fatta dalla sua band e cantata meravigliosamente da lui. Dopotutto non era poi così malato... O lo sono diventata io?*i nomi sono stati cambiati tutti ma i fatti sono reali*
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Sometimes I love ya, Sometimes You make me blue
Teen FictionQuella che andrete a leggere è sfortunatamente (o fortunatamente, vivendo si vedrà) una storia reale, che ho vissuto e sto vivendo tutt'oggi. Questa "drammatica" storia parla di me (come se non fosse ovvio) e di lui (che per convenienza chiameremo P...