I giorni seguenti alla festa non lo vidi a scuola ma parlavamo continuamente su Whatsapp. Avevamo instaurato un rapporto d'amicizia ed io ero diventata nel giro di una settimana e mezza la sua "sorellina" e lui era il mio "fratellone", in quanto abbiamo un anno di differenza. Su Whatsapp facevamo sempre un giochino: lui mi mandava video dove suonava o cantava canzoni o un'ottava più su o un'ottava più giù e io dovevo indovinare il titolo. Il sabato passammo un'ora insieme nel corridoio della scuola. Lui doveva saltarsi l'ora di latino e io avevo sostituzione. Quel giorno scoprii che i suoi genitori erano separati, che lui viveva sia dalla madre che dal padre (una settimana ciascuno) e che aveva avuto un passato pieno zeppo di persone di merda e bulli (come me insomma). Mentre eravamo sulle scale a parlare tranquillamente arrivò il mio ragazzo che mi fece una scenata abnorme... Solo perché ero a parlare con lui. Manco stessimo limonando... P. mortificato mi salutò e se ne andò in silenzio. Quella fu l'ultima goccia che fece traboccare il vaso.
"Io non ce la faccio più a stare con te. È finita." Furono le uniche parole che dissi prima di correre in lacrime in bagno. Mandai a P. un messaggio: "Scusa per ciò che è successo, non è colpa tua, è lui che è uno stronzo ma tranquillo, non accadrà più, l'ho mollato. Ora sono nel bagno delle ragazze del primo piano, ultima porta."
Immediatamente la risposta: "Arrivo subito."
Due minuti dopo sentii la porta del bagno aprirsi, passi e poi qualcuno bussò alla porta. Aprii senza pensarci due volte. Era lui con un cornetto al cioccolato caldo, preso al bar della scuola, e dei fazzoletti. Mi aiutò ad asciugarmi le lacrime e il trucco che era colato e mangiammo insieme il cornetto. Quando tornai in classe lo stronzo aveva già raccontato la sua versione e mi aveva messo tutta la classe contro. Proprio in quel giorno persi le mie migliori e uniche amiche. Quando tornai a casa inviai un messaggio a P. raccontandogli dell'accaduto e lui mi invitò ad uscire con lui e la sua comitiva quella sera.Mia madre mi lasciò in piazza e loro erano proprio al bar di fronte a prendere un caffè... Si, un caffè alle 20:35. Arrivai al bar e quando lo vidi lui mi sorrise e mi venne vicino. Mi abbracciò fortissimo. Riuscivo a sentire il suo cuore battere sul mio petto. Una volta staccati mi presentò ai suoi amici. Sergio, un ragazzone con barba folta e occhiali, Caterina, una ragazza molto magra e carina con capelli a caschetto e truccata molto bene, Aldo, lui lo conoscevo già perché era della mia scuola e avevo dei conoscenti in classe sua, e infine "il Presidente", tutt'oggi non conosco il suo nome ma so che nella loro comitiva c'è una specie di Repubblica dove c'è appunto il Presidente, il Segretario e i vari "discepoli". Indovinate chi era il segretario... Esatto, P.
Mi siedo con loro e iniziamo a conoscerci: Sergio ascolta gli Slipknot e suona la batteria, Caterina è una cantante e quella sera mi fece ascoltare anche un pezzo che aveva registrato con degli amici, Aldo é fan di Caparezza (come si fa ad odiare Caparezza... Insomma, eh.) mentre il presidente si limitava a guardarci parlare. P. ricevette una telefonata e ci avvisò che stavano per raggiungerci altri 2 componenti e che subito dopo saremo andati a bere (finalmente). Decidemmo di avviarci al "Bicchierone" (si, era questo il nome del locale... Ed era il loro preferito) e ci sedemmo ed ordinammo. Era un locale molto carino e sofisticato suddiviso in piano terra, dove vi era la cassa e le botti dove c'era il vino, primo piano, una saletta molto piccola ma con molti di annetti e cuscini e un piccolo balcone che affacciava sulla strada e secondo piano, un po' più grande del primo piano ma senza balcone. P. ordinò per tutti e così salimmo al primo piano e ci sedemmo aspettando gli ordini. Nel frattempo ci raggiunsero gli altri due ragazzi della comitiva ovvero Valerio e Alessio. Anche su di loro scoprii qualcosina come ad esempio che Valerio era venuto in ritardo perché doveva uscire con la ragazza mentre Alessio era bisessuale con atteggiamenti più omosessuali che eterosessuali, ma ciò non mi dava fastidio, anzi mi rassicurava dato che ero l'unica bisessuale del gruppo fino ad allora. Arrivarono i nostri ordini: ad ognuno un bicchiere enorme di vino rosso di Gragnano. Appena il cameriere se ne andò P. cacciò dalla tasca posteriore dei sigari e ne diede uno a tutti tranne a Caterina, Alessio e me in quanto fossimo gli unici a non fumare. Iniziammo a bere e un bicchiere tira l'altro bevemmo circa 5 bicchieri ciascuno. Non ricordo molto della fine della serata dato che, quando bevo, tendo a dimenticare cosa faccio mentre sono ubriaca, ma ho delle scene che mi sono rimaste in mente per giorni come ad esempio che sono stata circa 10 minuti abbracciata a P., che mi ha dato un morso sul collo, che per vendetta gli ho dato un morso sulla faccia e poi lui che mi accompagnava alla macchina dei miei... E poi i miei scleri sulla paura di essere scoperta ubriaca dai miei. Quella serata fu la più divertente di quel periodo.
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Sometimes I love ya, Sometimes You make me blue
Teen FictionQuella che andrete a leggere è sfortunatamente (o fortunatamente, vivendo si vedrà) una storia reale, che ho vissuto e sto vivendo tutt'oggi. Questa "drammatica" storia parla di me (come se non fosse ovvio) e di lui (che per convenienza chiameremo P...