tre - re bianco

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Re Bianco: Il re è meno potente
di quasi qualsiasi
altro pezzo degli scacchi,
ma è anche unico.
Il re bianco parte dalla casa e1

  Il re bianco parte dalla casa e1

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Giuliano

"Giuliano, dammi una mano per favore". Mi volto appena per scorgere la figura di mia nonna che cerca di trascinarsi dietro un grosso borsone. Blocco Eva che mi sta parlando di un nuovo ragazzo che forse sta frequentando e raggiungo la donna prendendo tra le mani i manici in pelle della borsa: "Aspetta nonna, lascia faccio io" le sussurro porgendole il braccio libero, lei ridacchia appena stringendomi il polso e iniziando a salire lentamente le scale assieme a me.

Nonna Maddalena i suoi anni li ha, questo non posso negarlo, ma cerca sempre di fare tutto da sola, non le piace disturbare, anche se io e Dalia la rimproveriamo sempre, perché noi siamo lì per lei. Apro la porta della sua stanza, la prima a sinistra nel corridoio che si svincola verso le camere dei miei genitori poggiando il borsone alla fine del letto. La camera dove dormono i miei nonni mi fa spesso sorridere, quando eravamo più piccoli io e Giacomo ci nascondevamo sempre dietro le tende spesse facendo dei piccoli agguati a nonno Ezekiel che scoppiava sempre a ridere con noi. Passeggio un po' per la stanza osservando ogni dettaglio che nel tempo non è mutato.

"Giuliano siediti, giochiamo a scacchi". Alle sue parole mi avvicino al piccolo tavolino al lato della stanza appena sotto la grossa finestra e inizio a mettere in ordine i pezzi bianchi. Mi blocco osservando il re, rigirandomelo tra le mani e con uno sbuffo lo metto al suo posto: "Che succede? Ripensi ancora alle parole di tua madre?"

Annuisco lasciandomi andare sulla sedia mentre la osservo aggiustare in modo minuzioso una torre.

"Ho sentito i brividi dietro la schiena nonna, non riesco a togliermi dalla testa quella frase"
"Non è così male se ci pensi"
"Cosa?"
"Essere un re Giuliano"

Sospiro muovendo un pedone di una casella, non una mossa brillante, mia madre mi avrebbe dato uno scappellotto iniziando a borbottare

"Ma non riesco a capire il nesso, perché dirmelo così senza nessun contesto?"
"Tua madre è strana Giuliano e tu lo sai meglio di chiunque altro, non rimuginare troppo sulle sue parole"
"E se le sue parole nascondessero qualcosa, non sopporto questa attribuzione, mi fa sentire...vulnerabile"

Mia nonna ridacchia, muovendo pacata i vari pezzi. Da quando mia madre mi ha sussurrato quella frase non riesco a togliermela dalla testa. Ci penso notte e giorno e ancora non ho avuto il coraggio di dirlo a qualcuno. Sembra che tutti si stiano iniziando a godere queste vacanze estive tranne il sottoscritto.

"Sei il re Giuliano, muovi per primo, si sei il pezzo più debole ma sei anche unico" Sospiro appena alla sua frase, scrollando le spalle. Essere il re, nella mia testa, vuol dire solo una cosa: non andare in scacco.

"Vabbè nonna, noi stiamo dicendo così per dire, non sono un pezzo degli scacchi"
"Ma certo che non sei un pezzo degli scacchi e qui noi siamo finiti in pareggio, abbiamo giocato una buona partita"

Le sorrido alzandomi dalla sedia per poi piegarmi accanto alla sua sedia stringendole la mano: "Ti voglio bene nonna". Mi lascia un bacio sui capelli e si alza con cautela dirigendosi verso la porta, ma prima che riesca ad aprire io un'altra persona la spalanca. Mia madre, con il volto pallido ci guarda per poi sussurrare: "Giuliano, prepara le tue cose, dobbiamo andare a Vaud da tuo nonno".

Sbatto appena le palpebre sfilando dolcemente il braccio dalle mani di mia nonna correndo dietro mia madre.

"Che vuol dire andare a Vaud, proprio adesso?"
"Proprio adesso Giuliano, tuo nonno Pierre sta male"
"Come...come sta male?"
"Smettila di fare domande Giuliano! Prepara le tue cose partiamo subito"

Per la prima volta noto davvero il volto di mia madre triste. Gli occhi le brillano, mentre velocemente prepara la sua borsa. Sento dei passi pesanti e mi volto per vedere mio padre arrivare attonito. Mi dà una piccola pacca sulla spalla indicandomi la mia stanza facendomi segno di stringere i tempi. Vado verso questa a passo veloce prendendo un borsone dal fondo del mio armadio. Vedere mia madre così sconvolta mi fa pensare alla peggiore delle mie ipotesi. Dalia entra nella mia stanza cauta chiudendosi la porta alle spalle e appoggiandosi poi sopra a questa: "Giuliano...che succede?"

Mi volto con le palpebre che mi tremano appena infilando cose a caso all'interno della borsa.

"Non lo so Dalia, ma mia madre era sconvolta"
"Zia Laurie? Sei sicuro?"
"Si che sono sicuro, che cazzo di domande fai Dalia! Ha detto che dobbiamo correre a Vaud, da nonno Pierre...io"

Mi blocco guardandola mentre stringo i pugni e sento gli occhi bruciare. Dalia si avvicina al mio corpo e l'unica cosa che riesco a fare è poggiare la testa sulla sua spalla trattenendo le lacrime

"Ho paura Dalia, ho fottutamente paura"
"Andrà tutto bene Giuliano davvero"

Mi prende il volto tra le mani accarezzandomi le guance lasciandomi un piccolo bacio sulla testa. Le sorrido riconoscente prendendo il borsone in mano. Usciamo assieme dalla stanza e vedo mio padre scendere le scale che mi fa cenno con la testa di raggiungerlo, ci aspettano molte ore di macchina e io ancora non ho una risposta. Dalia mi stringe la mano e prima che io vada mi dice seria: "Qualsiasi cosa succeda scrivi a me, oppure a Giacomo, lo sai che noi siamo qua"

Accenno con la testa un segno di assenso lasciando la sua mano

"Prenditi cura dei nonni e non far giocare nonno Ezekiel con Malachia che poi sennò è un casino"

Ridacchiamo entrambi e una volta salutata esco dalla villa assieme a mio padre che mi accarezza la schiena. Salgo in macchina in religioso silenzio osservando mia madre. Ha gli occhi arrossati, la pelle ancora biancastra e sembra le manchi il fiato.

"Ci sarà anche Giovanni, con sua madre, mi raccomando Giuliano, nemmeno una parola"
"Ma...mamma, Giovanni è anche mio cugino"
"Nemmeno una parola Giuliano, ci siamo capiti?"

Non ribatto alle parole di mia madre poggiando la schiena sul sedile, mio padre mi guarda apprensivo dallo specchietto e così come siamo saliti in auto partiamo, nel silenzio assoluto. Adesso ho due pensieri ben distinti in testa, perché stiamo andando a Vaud e chissà come è cambiato Giovanni nel tempo.

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Ed anche il terzo capitolo nelle vostre mani!

Spero la storia vi stia piacendo e inizii piano piano a incuriosirvi, se c'è qualcosa che volete sapere o che so scrivetemi senza problemi

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