The boy next door, Mr dark eyes or the thief?

49 3 0
                                    

In una buia sera d'inverno notai che la luce della stanza del ragazzo della porta accanto lampeggiava insistentemente, come se qualcuno continuasse a svitare e a avvitare quella maledettissima lampadina. Mi spostai fuori dalla finestra di camera mia e inclinai il busto in modo tale da osservare all'interno della stanza, fu allora che vidi il ragazzo della porta accanto, stava cercando di far funzionare quella abat-jour, sorrisi e lui spostò la sua attenzione su di me, come se avesse percepito i miei occhi su di lui.
Mi prese il panico e nel cercare di nascondermi e rientrare con la testa in camera presi una bella botta proprio sulla nuca, imprecai dal dolore e tenni gli occhi serrati fin quando sentii degli schiamazzi in lontananza, gli aprii rivelandomi proprio chi immaginavo che fosse: il ragazzo della porta accanto. Non avevo idea di come si chiamasse e da dove provenisse, dato che si era trasferito da poco in un'esilarante cittadina del South Dakota. Da qui deriva il mio nome, Dakota Moore.
Deadwood è una cittadina di appena 1300 abitanti ed era casa. Durante l'inverno la neve ricopriva  tutti i tetti e in quelle sere dove era impossibile uscire per la tempesta, mi arrampicavo sul rialzo che, dalla visione del lucernario, mi permetteva di osservare per ore la distesa di neve tra gli alti monti che circondavano la città. Nevicava sempre, non era importante  in che stagione ci trovassimo, la neve faceva parte della città ed adoravo tutto senza ombra di dubbio ma, talvolta  ero estremamente gelosa di quei posti tropicali che mia nonna mi parlava sempre, dove ha vissuto mille esperienze con suo marito, mio nonno. Uomo originario di Deadwood, ma che grazie alla sua anima così pura, ha potuto viaggiare il mondo, finché non incontrò l'amore della sua vita.
Caro lettore senza dilungarci troppo, stavo raccontando della brutta figuraccia appena fatta con il nuovo arrivato e quando quella stessa sera andai a dormire pensai e ripensai all'effetto che mi fece appena incontrai i suoi occhi  e devi sapere che, subito dopo mi addormentai e non mi stravolse del tutto. In fin dei conti avevo solo 17 anni, era il 1997 e della vita poco sapevo, in più non avevo idea di cosa significasse amare, come mio nonno amò mia nonna, nonostante tutte le controversie.

Il giorno seguente percorsi giù le scale e prima di uscire salutai con un bacio, la nonna, con la mano, la mamma, con un abbraccio Tommy e infine con una carezza Belle, la mia gattina che successivamente, mentre ero indaffarata a mettere il termos di thè caldo nello zaino, mi inseguì   per l'intero vialetto per ricevere altre coccole, finché, subito dopo si accorse di aver calpestato accidentalmente uno strato di ghiaccio e  dopo aver realizzato che era tutto bagnato, scappò in casa come se avesse subito un torto imperdonabile.
"Dakota! Dov'è la mia felpa della carhartt?" Sentii mia sorella venire verso l'uscio di casa, in quel momento mi affrettai a raggiungere scuola con il mio discman e risi sotto i baffi. Indossai quel giorno la felpa di Kathrina, lei detestava che usassi le sue cose, come avrei potuto biasimarla, ma era da giorni che la indossavo e non si era mai accorta di nulla e questo significava quanto desse importanza alle cose, come non l'aver usato le precauzioni e aver condannato mamma a due lavori per mantenere un bambino, una anziana in stato quasi vegetale, una ragazza adolescente che aspirava ad un futuro prosperoso, un imbecille che si era fatta mettere incinta, e che passava le sue giornate a procrastinare sul trovare un uomo abbastanza benestante che mantenesse lei e suo figlio e in fine a mantenere una gattina dolce che chiedeva solo tante crocchette e tante tante coccole.
Insomma la mia famiglia era complicata, ma non condanno più mia sorella, tutti commettono sbagli e nonostante la mamma facesse così fatica a mantenere tutti, sapevo che le dispiaceva molto, solo che non sapeva come uscire da quel oblio infinito che si era creato nella sua vita a causa di un uomo. Ebbene nella nostra famiglia, gli unici uomini degni di essere definiti così, sono stati il nonno Richard e Tommy; gli altri esseri con cui le donne Moore hanno avuto a che fare sono stati solo degli esseri spregevoli, per primo c'è mio padre o meglio c'era, era alcolizzato e vi risparmio tutti i traumi che abbia creato a me, a mia madre Lauren e a Kate. Per secondo, fu l'ex  ragazzo di mia sorella, o per meglio dire l'idiota che ha messo incinta mia sorella, lasciandola poi abbandonata a se stessa e con il bimbo, con tutte le responsabilità addossate in parte su di lei e quasi del tutto sulla mia povera mamma.

Little thingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora