You're the daughter of...

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Entrai nella sala grande, e vidi un uomo seduto in una sedia a rotelle e un signore che beveva Diet Coke giocare a carte. Will tossì nervosamente e il signore nella sedia a rotelle si alzò rivelando di essere un centauro. Rimasi stupita, insomma vedere un centauro non è una cosa che capita ogni giorno.
Il centauro mi osservó e intanto si presentó: "Io sono Chirone, benvenuta al Campo Mezzosangue. Qui tutti i semidei si allenano per affrontare creature mostruose. Lui-disse indicando l'altro uomo- é il signor D, direttore del campo". Poi si girò verso Will e gli chiese di tornare piú tardi.
Quando Will uscí, Chirone mi fece accomodare in una sedia e si schiarí la voce: "Sapevo saresti arrivata, ma non così presto. Come ti chiami?". Mordicchiai il labbro e mormorai: "Emily Wilkinson. Scusi non voglio essere scortese ma lei come faceva a sapere che sarei arrivata?". Chirone sorrise e continuó: "Questo non posso dirtelo, però parlami di te e di come sei arrivata fin qua". Respirai profondamente, non ero abituata a parlare di me e della mia famiglia: "Mi chiamo Emily Wilkinson, ho 16 anni e sono di Detroit. Mio padre, Johnatan Wilkinson, è un professore o forse dovrei dire era poiché prima che andassi via lo avevano licenziato. Lui dopo che mia madre mi ha lasciata davanti casa è impazzito di dolore e ha iniziato a bere. Sin da quando sono piccola non ricordo un momento felice con lui, solo maltrattamenti per lo più psicologici. Secondo tutti gli ricordavo troppo mia madre. Qualche giorno fa mi ha detto che mia madre era una dea e senza troppi complimenti mi ha cacciata di casa. All'inizio ho viaggiato in pullman ma ho deciso di viaggiare per le foreste, mi sento più sicura lì. Qualche giorno fa mentre camminavo mi sono scontrata con un cinghiale o maiale gigante che mi ha aggredito ma sono riuscita a sconfiggere. Comunque la bestia mi ha spinto facendomi fare un bel volo da una collinetta. Quando mi sono svegliata c'era un ragazzo biondo che affermava di essere il dio Apollo e mi ha portato qui". Chirone mi scrutó attentamente e disse: "Strano, hai 16 anni e ancora nessuno ti ha reclamata come sua figlia e hai affrontato il viaggio senza nessuna complicazione -poi continuò- qui siamo al Campo Mezzosangue, qui sono tutti semidei figli di un dio o di una dea. Chiederò a Will di farti fare un giro nel campo". Dopo avermi spiegato attentamente le regole del campo, mi accompagnó fuori, dove ad aspettarmi c'era Will. Mentre camminavamo mi mostrava i posti più importanti. Ad un certo punto arrivammo in un posto dove c'erano delle capanne disposte a cerchio, Will si schiarì la voce è disse: "Queste sono le cabine che condividiamo con i nostri fratelli, sono dedicate ai nostri genitori divini, io per esempio appartengo a quella di Apollo". Non dissi nulla ma ci ero arrivata anche io poichè era simile al padre. Gli chiesi: "Tutti gli dei hanno figli, tranne Artemide vero?". Scosse la testa: "Non proprio, ad esempio Zeus, Ade e Poseidone hanno fatto un patto dopo la 2ª guerra mondiale ma non è stato rispettato da Ade e Poseidone. Era non ha figli poichè odia i tradimenti e Artemide è ovviamente la dea vergine". Annuii e continuammo a camminare fino all'armeria. Era un posto buio e pieno di armi ma carino a modo suo. Mi voltai verso Will e chiesi: "Perché siamo qua?". Il biondo sorrise come se fosse la cosa piú naturale al mondo: "Perché devi scegliere la tua arma. Tutti al Campo Mezzosangue ne hanno una". Mi guardai intorno, sui muri erano allineate file e file di armi splendenti, ma una attirò subito la mia attenzione. Un arco argenteo appoggiato su un tavolo, sembrava semplice ma allo stesso tempo emanava un alone di potere. Mi avvicinai e lo presi tra le mani, era delicato e ben rifinito, lo mostrai a Will e dissi: "Posso prendere questo?". Lui sorrise: "Certo, bella scelta! Dicono sia stato uno dei archi di Artemide. Su andiamo fra un po' è ora di cena, questa sera sarai sicuramente riconosciuta e saprai chi è tua madre!". Detto ciò mi prese a braccetto e inizió a incamminarsi verso la Casa Grande. Quando arrivammo vidi dei tavoli allestiti e come mi spiegó Will ogni tavolo rappresentava un dio e il fuoco vicino ai tavoli serviva per le offerte ai propri genitori divini. Will si avvicinó a due ragazzi gemelli e disse: "Travis, Connor lei è Emily, è arrivata oggi. Evitate i vostri scherzi e soprattutto non la spaventate!". Sentii i ragazzi protestare contro Will e poi mi indicarono un posto dove sedermi.
Mentre cenavo mi guardai attorno, era un ambiente accogliente molto diverso da casa mia. Non mangiai molto e questo mi sorprese poichè io mangiavo tantissimo. Dopo cena, Chirone fece un discorso e mi presentò al campo e pochi minuti dopo l'intero campo aveva gli occhi rivolti su di me e le bocche spalancate come se avessero visto un fantasma. Il fatto di essere al centro dell'attenzione mi diede fastidio, non ero abituata a essere sotto i riflettori. Guardai Will che aveva uno sguardo incredulo e guardava sopra di me, perció alzai lo sguardo e sopra la mia testa c'era il simbolo di una luna e una freccia, simboli che avevo visto nella capanna di Artemide. Chirone si alzò e disse: "Ave Emily, figlia di Artemide". Dopo cena mi avviai verso la capanna di Artemide, la mia nuova casa. Io sarei stata l'unica a viverci poichè le cacciatrici venivano da queste parti pochissime volte.
APOLLO POV
Artemide ha una figlia, aspettate devo assimilare la notizia. Mia sorella, la dea vergine aveva una figlia. L'intero Olimpo era in scompiglio dopo la notizia, chi era sconvolto, chi contento, chi deluso. Non saprei di che gruppo far parte.
Devo capire come mai non l'ho riconosciuta, era palesemente uguale a mia sorella adesso che ci penso. Stesso volto, stesso sguardo tagliente come una lama, stessa bellezza gelida. Potrei scriverci un haiku ma a questo ci penserò dopo.
Vidi mia sorella seduta vicino a un lago, mi accomodai vicino a lei e dissi: "L'hai combinata grossa sorellina". Mi rivolse uno sguardo truce: "Forse, sono stata anche una madre orribile. Tutte le altre dee cercano di comunicare con le proprie figlie in qualche modo. Io non ho fatto nulla, mi vergognavo ad ammettere che avevo infranto il mio voto, qualche volta l'ho considerata un errore. Una cosa però è certa non ho mai smesso di pensarla, volevo proteggerla ma ho ferito lei è anche suo padre". L'abbracciai e rispose: "Non hai fatto niente di male e puoi sempre rimediare nel caso. Artemide non é colpa tua, vedrai al campo si troverà benissimo". Mi sorrise e intanto feci una promessa a me stesso, avrei protetto la figlia di mia sorella come se fosse una dei miei figli.




Angolo scrittrice
Lo so che Artemide non puó avere figli ma io adoro le storie impossibili, quindi l'ho fatto. Nella foto ci sono i nostri gemelli preferiti. Spero vi piaccia il capitolo!
Alla prossima
Emily ❤️👋

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