First day at Camp Halfblood

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Aprii lentamente gli occhi e mi stiracchiai beandomi del calore e della comodità del letto. Non dormivo in un vero letto da tempo. Mi alzai lentamente e mi avviai verso il bagno, nella cabina di Artemide c'era un bagno privato perché le cacciatrici non sarebbero entrate in bagni dove uomini avevano libero accesso. Aprii il getto della doccia e mi posizionai là sotto. L'acqua calda scorreva sulla mia pelle dandomi sollievo e conforto e per qualche momento oltre all'acqua scorrevano anche le mie preoccupazioni. Quando spensi il getto d'acqua mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo e mi vestii con una maglietta rosa e gli stessi shorts del mattino precedente, guardai l'orologio e vidi che erano le 6:30. Will mi aveva detto che la colazione era alle 7:00 quindi avevo ancora mezz'ora libera, così aprii il mio zaino e guardai le poche cose che avevo: dei vestiti, un libro e un coltello da caccia. Lo tirai fuori e lo esaminai attentamente, la lama brillò al contatto con i raggi solari e rivelò una scritta in greco che veniva tradotta con Artemide dea della Luna. La cosa che mi sorprese era che io non sapevo il greco ed avevo tradotto con facilità la frase. Lo posai accanto al mio arco e sistemai il letto  e mi sedetti a leggere il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.
Alle 7:00 sentii il suono di un corno e misi il segnalibro nel libro e mi alzai. Qualcuno bussò aprii e vidi Will, che mi squadró da capo a piedi e scosse la testa: "No no, non quella maglietta rosa -indicó l'armadio- lì c'è una maglietta arancione del Campo, metti quella". Alzai gli occhi al cielo e mi cambiai la maglietta. Era arancione con il nome del campo ed un pegaso nero.
Arrivati davanti alla sala Grande, Will mi disse che dopo colazione ci dovevamo vedere davanti all'armeria con l'arco perchè avrei avuto la mia prima lezione di tiro con l'arco.
Finito di mangiare mi avviai subito verso la mia capanna e presi l'arco e il pugnale da caccia. Fatto ció mi avviai verso l'armeria, dove trovai Will con il suo arco e la sua faretra. Entrammo dentro e ci avviammo verso i bersagli. Il biondo prese il suo arco e miró, quando lasció andare la corda si sentì un sibilo e la freccia si posizionó quasi vicino al centro. Alzó le spalle e disse: "Avrei potuto fare di meglio, ma me la cavo meglio con la medicina e le cure. Vieni qua, metti una gamba davanti all'altra e mira il centro. Inspira e poi lascia andare la freccia". Feci come aveva detto e la freccia si conficcó vicino a quella di Will, quest'ultimo mi guardó stupito e esclamò: "Cavoli! Hai mai tirato prima, perché per essere la prima volta ci sei andata vicino". Mi scappò un sorriso: "Fortuna del principiante". Poi scoppiai a ridere e Will si unì a me, dopo esserci calmati tirai altre numerose volte ma non riuscii mai a colpire il centro. Ad un certo punto mi sentii frustrata e incapace, non doveva essere così difficile ma a quanto pare non riuscivo a raggiungere l'obbiettivo. Sbuffai e misi per terra la faretra ormai vuota e mi sedetti prendendo il viso tra le mani, un secondo dopo sentii un dito picchiettare la mia testa, alzai lo sguardo e vidi lo splendido sorriso del biondo. Si sedette accanto a me e disse: "È la tua prima volta, non ti abbattere. Vedrai che la seconda andrà meglio e riuscirai a centrare il bersaglio". Mi aiutó a rialzarmi, allora mi tornò in mente il coltello da caccia. Lo presi e glielo mostrai: "C'è scritto il nome di mia madre in greco, ma non l'ho mai studiato e sono riuscita a tradurlo comunque. È normale?". Lui annuì: "Tutti i semidei abbiamo problemi di dislessia e deficit di attenzione perchè siamo predisposti a capire il greco e a combattere, quindi è normalissimo". Al ritorno Will mi disse che il pomeriggio aveva il turno in infermeria e mi chiese se volevo dargli una mano. Ci pensai un attimo ed annuii, ero felice di dare una mano se possibile.
A pranzo mangiai poco o niente, avevo lo stomaco chiuso e la testa piena di pensieri.
Il pomeriggio lo passai chiusa in infermeria; secondo Will, essendo figlia di Artemide dovevo per forza avere poteri curativi anche io. I figli di Apollo si dimostrarono molto simpatici e comprensivi, insomma non tendevano a giudicare nè a guardarti di sbieco. Infatti durante tutta la giornata mi ero sentita oggetto di sguardi e di commenti.
Prima di cena ero riuscita a sfuggire al controllo di Will, avevo bisogno di stare da sola e riflettere. Mi avviai verso il bosco vicino al campo e mi sedetti sotto un albero. Perché ero qui? Perchè mio padre non mi aveva mai accennato tutto ció prima? Mentre cercavo di dare una risposta alle mie domande, un fruscio alle mie spalle mi spaventò. Mi girai di scatto per scoprire chi fosse e di fronte a me trovai lo stesso ragazzo che mi aveva accompagnato al campo, il dio Apollo. In men che non si dica si era seduto accanto a me e aveva iniziato a parlare: "Cosa fai qui da sola? Per i nuovi arrivati è pericoloso stare da soli, non sapete ancora difendervi. Meno male che sono capitato da queste parti. Insomma, perché non parli? Ho capito che sono così bello ma non pensavo potessi ammutolirti". Respirai profondamente e cercai di rimanere il più calma possibile: "Divino Apollo se sono venuta sola ci sarà una ragione. Infatti volevo rimanere da sola e non essere disturbata. Punto due, sono capace di badare benissimo a me stessa, le ricordo che ho affrontato un viaggio pericoloso per arrivare qui. Punto tre, se sto in silenzio non è per il suo aspetto ma è perché non amo parlare. Ed infine punto quattro potrebbe essere meno egocentrico". Detto questo mi alzai e tornai al campo lasciandolo seduto sotto l'albero. Chi è adesso quello ammutolito?
APOLLO'S POV
La mora era sicuramente figlia di mia sorella. Hanno lo stesso comportamento scontroso e ribelle. Riconosco magari di aver invaso il suo spazio personale ma lo facevo solo per conoscerla meglio. Dopo averla incontrata ieri mi ero incuriosito, quella ragazza, sembrava un enigma. Dall'esterno la vedi forte e sicura di se ma occorre solo guardarle gli occhi per notare che vuole essere aiutata, che nonostante tutto abbia bisogno di qualcuno. Si, era come uno scrigno, bastava trovare la chiave giusta e avrei potuto svelare l'alone di mistero che circondava Emily.





Angolo autrice
Mi scuso per non aver aggiornato prima, ma sono stata impegnata con compiti, studio e verifiche. Forse il capitolo non è uno dei migliori però ci ho messo tutto il mio impegno nei miei piccoli momenti di pausa. Spero leggerete in molte.
Baci
Emily😘

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