Welcome to New York

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Il giorno dopo mi svegliai sconvolta, insomma non capivo perché mi avesse fatto tanto effetto essere a contatto con Apollo. Passai la mattina ad allenarmi con Will nel lancio dei coltelli nell'arena quando arrivò Angel, un altro figlio dio del Sole. Si avvicinò di corsa e disse: "Will sono arrivati tre semidei nuovi. Devi venire a mostrare a uno di loro il campo". Will annuì e mi salutò facendomi promettere che sarei andata ad aiutarlo nel pomeriggio in infermeria. Approfittando della mia solitudine decisi di andare nuovamente nella foresta. Mi addentrai silenziosamente facendo attenzione a tutti i dettagli attorno a me. Cercai di ricordarmi la strada percorsa la notte precedente e dopo aver vagato per qualche minuto trovai la radura dei lupi. I due animali si avvicinarono a me e si acquattarono accanto a me: "Sapevamo saresti tornata!". Sorrisi e accarezzai il pelo soffice dei due lupi e risposi: "Ieri avete parlato di una profezia? Cosa significa?". Uno di loro mi osservò con occhi penetranti: "Non sappiamo il testo preciso ma parlava di una ragazza, figlia della dea vergine, che sarebbe diventata protettrice degli animali delle foreste. Tu hai un dono che ti permetterà di domare tutti gli animali delle foreste, gli animali selvaggi". Sorrisi e mormorai: "Siete sicuri di ciò che state dicendo, insomma non mi pare di aver mai notato certi poteri". Proprio in quel momento apparve un cervo fra gli alberi, quest'ultimo iniziò a brucare l'erba mantenendo una distanza dal branco di lupi. Il lupi mi indicarono il cervo: "Lo vedi quel cervo perchè non lo fai avvicinare?". Mi alzai e mi avvicinai lentamente ma  il cervo si girò spaventato perciò cercai di rassicurarlo: "Non ti spaventare, non ti voglio fare del male. Avvicinati". Quest'ultimo guardo spaventato dietro di me, verso il branco, seguii il suo sguardo e mi girai di nuovo verso di lui: "Ti prometto che non ti faranno nulla. Hai la mia parola". Il cervo si mosse lentamente verso di me e alla fine mi raggiunse. Gli accarezzai la pelliccia marrone e cercai di fargli capire che non volevo fargli del male, alla fine dopo una decina di minuti l'animale mi guardò riconoscente e si allontanò. Mi rigira verso il branco e i due lupi mi vennero incontro: "Visto, ti avevamo detto che avevi questo dono. Noi saremo sempre qua per aiutarti a svilupparlo". Sorrisi e replicai: "Grazie mille Lux e Nox". I due lupi, l'una dal pelame chiaro l'altro da quello scuro, ringhiarono. Ridacchiai e mi allontanai, continuando ad esplorare la zona.
Quando ritornai al campo era già pomeriggio e mi diressi all'infermeria dove mi aspettava Will. Quando entrai lo trovai intento a medicare uno dei tanti attaccabrighe figli di Ares. Lo raggiunsi ed iniziai ad aiutarlo, mentre gli passavo delle garze iniziò a farmi il quarto grado: "Dove eri finita? Non sei venuta a pranzo, ero preoccupato". Gli sorrisi riconoscente e risposi vagamente: "Ho fatto una passeggiata qua e là, sono stata dalle parti della spiaggia e dintorni". Non mi piaceva mentire ma non volevo dire a Will di essere stata nella foresta, cioè il posto proibito. Passai o il pomeriggio a medicare altri figli di Ares e a rifare l'inventario.
Quella notte prima di uscire per la cena lasciai sul letto dei vestiti da mettermi al ritorno. La cena fu abbastanza allegra e vivace fino a quando Drew Tanaka, figlia di Afrodite, decise di rovinare tutto. Infatti Piper fu designata da Afrodite come sua figlia e Drew, da oca che era, cominciò a lamentarsi su tutto ciò. In seguito Jason dimostra di essere figlio di Zeus, o meglio la sua versione romana Zeus ed infine per mettere la ciliegina sulla torta Rachel recitò una profezia. Approfittando della confusione creatasi sgaiattolai nella mia cabina. Mi levai la maglietta del campo e la cambiai con una grigia. Facendo attenzione uscii e mi incamminai nel punto dove avevo incontrato Apollo. Ovviamente il grande dico arrivò in ritardo di almeno un quarto d'ora su una Maserati rossa. Mi fece segno di entrare e appena mi accomodai non persi l'occasione di punzecchiarlo: "Buonasera divino pallone gonfiato, alla fine si è degnato di venire, non si preoccupi mi ha fatto piacere aspettare al freddo per un quarto d'ora. Adesso per favore posso sapere dove mi sta portando?". Lui sorrise e continuò a guidare: "Vedo che sei di buon umore, cara Emily. Se ti interessa a saperlo stiamo andando a New York. Rimasi sorpresa a bocca aperta e lui scoppiò a ridere: "Adesso sei te quella ammutolita, direi che abbiamo pareggiato i conti". Il viaggio durò poco e Apollo parcheggio nei pressi di Times Square. Quando arrivammo lì a piedi rimasi veramente a bocca aperta. Era gigantesca, piena di luci caleidoscopiche ed anche di persone, di ogni colore, caratteristiche e personalità. Mi guardai intorno cercando di assimilare il più possibile da ciò che mi circondava, era la prima volta che vedevo una città così grande e così bella poichè da piccola non ero mai uscita da Detroit. Guardai Apollo e ci sorridemmo a vicenda e mi propose: "Su adesso andiamo in un posto". Dopo pochi minuti ci ritrovammo di fronte al Met, uno dei più importanti musei di New York, lo guardai: "Ma é chiuso, non possiamo entrare". Mi sorrise in maniera maliziosa: "Invece puoi entrare se hai la chiave dell'entrata secondaria". Fu una notte meravigliosa, vidi le cose più belle mai esistite e non mi ricordo di essere stata così felice. Quando tornai al campo era ormai l'alba, mi girai verso Apollo e dissi: "Grazie mille, è stato bellissimo!". Lui mi sorrise e rispose: "Sapevo che ti sarebbe piaciuto, ho vinto un altro punto. 2-1 per me". Alzai gli occhi al cielo: "Credici divino pallone gonfiato".


Hello!
It's me!!!! Scherzo adesso smetto di imitare Adele. Mi scuso con tutti i miei meravigliosi/e lettori/lettrici. Lo so, non sono stata molto presente ma ultimamente mi sto impegnando moltissimo nello studio. Comunque sono tornata e intendo conciliare studio e scrittura. Fatemi sapere cosa ne pensate del nuovo capitolo.
Baci
~Emily❤

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 15, 2017 ⏰

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