Parte 3

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Non riesco a smettere di pensare a quella splendida donna.

non voglio scrivere quel suo bellissimo nome, non posso, è troppo bello, è bellissima, favolosa,non ci sono come lei.

Quando sono insieme ad Ashley sono solamente figlio di mio padre; uno della dinastia Richmore, sostuibile come nulla da mio fratello, anche per i Rottermen non farebbe alcun fastidio,cambiamento se mio fratello prendesse il mio posto.

Come sempre è toccato a me, perchè sapendo com'è il carattere di Lucas sappiamo che non avrebbe mai accettato e conoscendomi mio padre già sapeva che io avrei detto, come ogni maledetta volta, di si.

Ma da quando l'ho vista scendere con quella sua eleganza dalla carrozza,vedendo quei suoi occhi cosi brillanti ma tristi allo stesso tempo, vedendo quelle sue labbra cosi carnose da volerle morderle ogni singolo secondo ho capito che per una volta potevo essere me stesso, James Richmore.

Ma devo resistere. Devo trattarla come se fosse mia sorella ma voglio innamorarmi della donna della mia vita, colei che sarà mia moglie.

Basta però che non è troppo tardi...

Ashley Richmore... ripetevo nella mia mente,pensando se saremmo stati compatibili, mentre nel frattempo uscivo dal cancello di casa,salutando Andrew e avviandomi verso casa di quella ragazza che per mio padre e per i Rottermen sarebbe stata la mia futura sposa.

Già immaginavo la mia vita con Ashley nella casetta o sicuramente in un altra villa che mio padre avrebbe fatto costruire e regalata per il mio matrimonio che tanto gli offriva,parlando del suoi affari, che però a me non avrebbe reso felice.

Pensavo io a lavorare con mio padre su quella stanza che chiamava 'studio',rinchiuso fra quelle quattro mura ben curate grazie ai soldi suoi, e pensavo pure a lei, che si prendeva cura dei bambini e faceva i lavori di casa, insomma che dire cercando un po' di positività in questo che dovrà essere il mio matrimonio. Ma tutto ciò che poteva passare realmente nella mia testa e nel mio corpo era solo tristezza e ghiaccio nelle vene.

Mentre camminavo nel viale della casa davo degli sguardi tristi e malinconici nella casa dove alloggiava Rose che da quello splendido giorno che l'ho conosciuta non l'ho più vista. Mio padre aveva mandato il nostro cameriere Jason a chiamarla per farla a venire a cena nella nostra villa tutti insieme ma lei senza dare delle motivazioni rifiutò l'invito.

Tutta la sera non sono uscito, sono rimasto chiuso a chiave nella mia camera,seduto sul davanzale della mia finestra a guardare verso l'alloggio di Rose ma stranamente non ho visto neanche un minimo di luce,nemmeno il bagliore di una candela, era talmente buia che se non avevo visto con i miei occhi che ci fosse gente,avrei pensato che fosse ancora vuota e disabitata. Dopo tanto andai a dormire sempre pensando a lei, pensando a cosa stesse facendo, a se era ancora nella sua casa, se era andata da qualche parte, se gli fosse successo qualcosa, sembravo un padre che attendesse la figlia che tornava dall'uscita con i suoi amici.

Il giorno dopo mi svegliai e scesi a fare un giro nel terrone della villa Richmore,con tutto il calore di quei giorni il sentiero era arido e secco,avrebbe tanto bisogno di un temporale. La strada era deserta, nessun movimento, nessuno che girava nemmeno il cancelliere e guardiano Andrew, ma la pelle d'oca e le sensazioni mi facevano pensare di non essere solo e mi sono venute in mente subito le parole di Andrew sul fatto di non girare da solo durante la notte.

" C'è qualcuno?" gridai, mentre mi giravo intorno sembrando un pazzo.

Ad un certo punto persi non so quanti battiti, mi girai di scatto e ad uno dei lati del sentiero c'era proprio lei, Rose. Aveva un velo che la proteggeva sulla pelle e un abito bianco,che le faceva un corpo favoloso, ricorperto da fiori rossi. Nonostante quel caldo afoso e quella mancanza di vento,lei era gelida, come se fosse inverno.

Sorrise, aveva un sorriso brillante come il resto di se tutto sommato, " pensavo che saresti venuto a fare un giro con me, ma da quel che vedo sei già impegnato!".

Il mio cuore si fermo alla parola 'impegnato'. In quel momento l'anello pesava come una montagna. "ma io non sono...." non riuscivo a parlare " insomma posso venire con voi".

"Non dite sciocchezze". Rose muovendo la testa "già sto abusando della vostra ospitalità, non mi permetterei di abusare del vostro tempo" inarcando un sopracciglio.

Era la prima volta in vita mia che parlavo ad una ragazza che sapeva tenere la testa alta, che sapeva quello che dire e che era sicura di sé.

Avevo una voglia assurda di prendere quel maledetto anello dalla tasca,inginocchiarmi e offrirlo a Rose ma subito mi appare nella mente mio padre e la voglia spari immediatamente.

" posso fare un pezzo di strada con voi" disse Rose muovendo in senso orario il suo ombrello elegante per il sole.

Inizziammo a camminare lungo il sentiero ed era tutto cosi bello,cosi piacevole. Dentro la mia testa però pensavo come mai una ragazza cosi non aveva paura ed era cosi tranquilla a camminare da sola con un uomo. Magari perché era orfana? ma non mi importava,qualsiasi era la ragione, io ne ero felice.

Una piccola folata di venticello ci avvolse e il suo profumo venì subito addosso, potevo morire all'istante,svenire al momento di felcità,il solo fatto di starle vicino mi fece ricredere sull'amore, esisteva davvero ed era stupendo, ma purtroppo per me non era destino.

"Penso che il nome James il silenzioso le si addica" disse Rose mentre camminava per la foresta quasi al confine con la città e l'inizio di campi su campi.

"mi dispiace" l'unica che mi è venuta da dire in quel momento, ma intimorito e triste nel pensare che mi trovasse noioso o che magari non ero il tipo adatto a lei. "è che qua non vengono molti ospiti, non si può parlare con nessuno che tanto già sanno tutto di tutti ma credo che dopo la vostra città non troverete questa molto tranquilla". ma mi pentì subito delle parole che avevo detto, dopo tutto i suoi genitori erano morti in quella città quindi ripresi fiato " non volevo dire che abbia avuto una vita tranquilla la,ma che potete godervi un po di tranquillità qui".

Rose sorrise subito contenta di quelle parole " Grazie James, siete cosi dolce" da quelle parole capì che non voleva approfondire l'argomento della sua città e dei suoi genitori. Camminammo per lunghi minuti in silenzio cercando di stare al suo passo per non farle seguire il mio.

Ad un certo punto, che sia per caso o no, le sue braccia mi sfiorarono il corpo, erano fredde più del ghiaccio pure con quel caldo afoso.

"voglio che sappiate",disse, " che non vi trovo per niente e per nessuna ragione noioso" iniziai a divampare di calore e arrossire come non mai, guardavo la strada per vedere se era la migliore per lei ma anche per nascondere il rossore dal suo sguardo luccicante. Sentì l'anello sempre più pensate nella tasca.

"Rose?", chiamai, aspettando la sua voce melodiosa che mi rispondesse e suonasse nelle mie orecchie come una melodie favolosa, ma lei era sparita.

NOTA DELL'AUTORE:

commentate e ditemi che ne pensate della storia, mi piace sapere cosa ne pensate, le vostre critiche o i vostri complimenti.

ciao ragazzi <3

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