Parte 4

37 2 5
                                    

Quel giorno non andai a casa di Ashley. Stavo camminando per tutta la foreste e i campi attorno alla villa di famiglia per la paura che Rose fosse stata portata, da quelle creature che stanno mettendo il panico, da qualche parte per essere uccisa.

Ma quando,ormai senza speranze, ritornai verso casa, per chiudermi in camera, la trovai li, sull'altalena con la sua cameriera a chiacchierare,ridere e bere un po aranciata. Aveva sempre quel suo volto pallido, quei suoi occhi brillanti ma pieni di tristezza ma sembrava che in vita sua non avesse mai corso. Ma l'unica domanda che mi ponevo in quel momento era << come aveva fatto a tornare cosi presto?>> il mio istinto diceva di andare a chiederglielo ma non so per quale motivo mi fermai. Sarei sembrato matto e irrispettoso se gli avessi chiesto quella cosa.

Nel momento in cui pensa questa cosa,lei si riparò da sole con le sue splendide mani e mi fissò sorridendomi. " siete già di ritorno a casa?", mi chiese, come se fosse una sorpresa vedermi la. Annuì senza però dire nulla. Lei con la sua eleganza scese dall'altalena e se ne andò verso casa.

Il giorno successivo, l'immagine del suo volto brillante che mi sorrideva continuava ad essere fisso davanti ai miei occhi mentre mi facevo forza per andare a casa di Ashley. Fu ancora peggio della prima volta che andai a casa dei Rottermen. La signora Rottermen si era seduta proprio vicino a me come se era lei che dovessi sposare, ogni volta che mi muovevo, gli brillavano gli occhi di felicità, non aspettava altro che tirassi fuori dalla tasca l'anello. Chiesi qualcosa sul loro cane Robert e sulla cucciolata che aveva fatto il mese scorso, poi chiesi se c'erano progressi con il vestito rosa di Ashley. Ma anche con tutta la mia volontà e il mio impegno tutto ciò che volevo era andarmene da quella cosa e correre a trovare Rose.

Iniziai a parlare del fatto che non volevo tornare a casa quando era buio, in quei giorni c'erano stati ben altri tre attacchi anche ad animali più grossi dei soliti,tipo cavalli. Mi senti in colpa quando mi scortarono alla carrozza,sembrava dovessi partire per la guerra,invece dovevo solo tornare verso casa e andare da Rose. Arrivato a casa,rimasi deluso quando non vidi nessuna traccia della mia amata Rose. Quando mi stavo avviando per andare alla stalla a strigliare e coccolare Teshi senti delle voci provenire dalla cucina della villa dove qualcuno aveva lasciato la finestra aperta.

" nessuno dei miei figli deve MAI disubbidirmi! devi ritornare dove eri e riprendere il tuo posto in questo mondo". Che era mio padre era una cosa ormai scontata, ma si sentiva che era innervosito più del solito dal suo accento italiano in quel momento.

" Il mio posto è questo. l'esercito non fa per me. cosa c'è che non va se voglio seguire il mio istinto,i miei sogni?" urlò l'altra voce, piena di rabbia ma orgogliosa e sicura di sé allo stesso tempo.

Lucas.

Il mio cuore incominciò a battere sempre più forte quando di corsa mi diressi verso la cucina, apri la porta, e vidi mio fratello. Lui era il mio migliore amico, la persona che ammiravo,che definivo un eroe, anche più importante di mio padre, ma sicuramente non glie l'avrei mai detto. Non lo vedevo da un anno, da quando era partito, con il generale Axwell, per quella dannata guerra. Era più alto, più abbronzato e i suoi capelli molto più scuri.

Subito corsi da lui e lo abbracciai,felice di rivederlo come nessun'altro. Lui e papà non erano mai d'accordo,litigavano sempre fino anche ad arrivare alle mani. "fratello mio". Lucas mi diede delle forti botte sulla spalla mentre cercava di dimenarsi da me. " non finisce qui", disse mio padre mentre se andava via nel suo studio come al solito.

Lucas mi guardò. "Vedo che è rimasto sempre lo stesso papà eh". "Non è cosi cattivo. mi sentivo sempre in colpa a parlare male di nostro padre con lui, anche se da quando mi ha costretto a sposare Ashley il mio rispetto verso di lui cala ogni giorno di più. " da quanto sei qui?", chiesi cambiando argomento. Lucas mi sorrise. Aveva delle rughe che gli circondavano gli occhi ma solo chi lo conosceva bene, come me, poteva notarle.

"Da qualche ora, come potevo perdermi il matrimonio di mio fratello?" chiese quasi ironico " papà mi ha detto tutto, pare che ormai sei destinato a tramandare il nome dei Richmore, ah già, al ballo del paese sarai già sposato purtroppo".

Mi ghiacciai, mi ero completamente scordato di questo evento pur essendo il più importante dell'anno, il sindaco del paese, mio padre e tanta altra gente stava organizzando nei dettagli tutto quanto da tantissimo mesi. Era un opportunità per fare fondi per la guerra, ma anche per festeggiare tutti insieme gli ultimi giorni d'estate, di godersi gli ultimi attimi insieme e sopratutto per i leader di fare affari e rendersi omaggio con altri: era sempre stato l'evento che amavo di più in tutta l'estate ma per qualche motivo,credo ormai ovvi, in quel momento mi terrorizzava. Mio fratello capì che ero a disagio e si mise a cercare nel suo zaino di guerra, tutto sporco e pieno di chiazze di sangue. Dopo un po tirò fuori una palla grande un po sformata ma che ci si poteva giocare. " ti va di giocare?" chiese ,passandomi la palla. " che cos'è?" chiesi guardandola. " una palla da calcio, ci giocavamo io e miei compagni nei momenti in cui non eravamo in guerra, dai ti farà bene, e darà un po di colorito alle tue guance pallide. non voglio mica che diventi tutt'ossi e niente muscoli". disse imitando nostro padre quando si innervosisce e non potevo non ridere.

Lucas uscì di casa e io gli andai dietro togliendomi la gialla di pelle. All'improvviso tutto sembrava migliore, l'era più morbida, il sole più caldo,sembrava tutto cambiato in pochi minuti. "Prendi!" urlò Lucas, prendendomi alla sprovvista,alzai le mani e strinsi il pallone al petto. " posso giocare anch'io?" era una voce femminile che interrompeva il gioco in quel momento. Rose. aveva un semplice vestito lilla e i capelli legati da una crocchia. notai subito i suoi i suoi occhi scuri che le facevano splendere la collana che aveva al collo e io a immaginarmi di baciarle elegantemente il suo soave collo. Mi schiarì la gola " Rose, lui è mio fratello Lucas. Lucas lei è Rose, nostra ospite!", dissi in tono normale, guardando mio fratello aspettando la sua reazione. sia mio fratello che Rose avevano gli occhi ed espressione come se ridevano del mio comportamento cosi freddo. " Lucas,direi che siete dolce come vostro fratello James" disse con accento del sud, ma qualsiasi ragazza della contea avrebbe detto una cosa cosi, ma lei aveva un so che di diverso. " vedremo Rose" disse Lucas " allora fratellino facciamo giocare anche lei o hai paura che ti batta?".

" non so, che regole ci sono?" dissi tutto preoccupato. " chi ha bisogno di giocare con regole?" ribatté Rose sorridendomi. La guardai preoccupato. " mio fratello gioca molto duro" l'avvisai. "io di più,James" e con una mossa inaspettata mi tolse la palla dalle mani, che come al solito erano fredde come il ghiaccio,nonostante quel caldo afoso ma diede un energia con il suo tocco che prende tutto il corpo fino al cervello. " chi perde mi striglierà tutti i miei cavalli" urlò Rose mentre il vento gli guastava i capelli. Lucas la fissò per un po e poi guardò me inarcando il sopracciglio. " quella si che è una ragazza a cui dare la caccia". poi cominciò a correre verso il laghetto con tutti i suoi muscoli.

Qualche attimo dopo iniziai a correre anche io e sentivo il vento che mi fischiava all'orecchio. " vi prenderò a tutti e due",gridai. e mi ricordai che dicevo questa frase quando avevo circa 7/8 anni e giocavo con le ragazze e i ragazzi della mia età,ma sentivo che stavolta il premio era più alto di qualsiasi altro gioco avessi mai fatto in vita mia.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 26, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

il diario di un DemoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora