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(innanzitutto ci tenevo a ringraziare Giorgkazv per avermi dato il permesso per prendere leggermente spunto dalla sua storia, "mi presti la tua chitarra", naturalmente solo una piccola parte, poi del resto è diversissima)

3•8•2019

come ogni mattina mi svegliai intorno le nove, lavai di sfuggita denti e faccia e poi mi cambiai. riempì la borraccia e andai a correre. quella sera avrei dovuto lavorare, e per il mio "mestiere" dovevo mantenere il fisico.

corsi fino alle dodici, tornai a casa e controllai cosa ci fosse in frigorifero per pranzo. ultimamente perdo molto più peso, non che sia poi un male, però neppure un bene.

ricordo quando iniziai a fare la stripper, avevo sedici anni, all'inizio Lello, il mio datore di lavoro, non voleva assumermi, ma gli ho spiegato la mia storia, che non potevo più rimanere a casa, che non avevo soldi per il biglietto di ritorno a napoli, che i miei genitori non avrebbero sporto denuncia e lo convinsi, fu molto facile.

aprì il frigo, c'era solo dell'acqua e dell'insalata, era ora di fare la spesa.
aprì lo scatolo dei tacchi, era il mio nascondiglio per i soldi. all'interno c'erano quattrocento euro, duecento li avrei usati per un pò di spesa generale, quindi anche detersivo eccetera, e il resto per l'affitto, tutto sommato vivevo in un monolocale, e questa sera avrei rifatto la stessa cifra.
presi i soldi, delle buste monouso ed uscì.

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tornai dopo un'ora a casa, posai la spesa e preparai della pasta al sugo.

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erano ormai le diciotto, feci una doccia, misi una tuta e preparai il borsone con piastra, completino intimo, tacchi, profumo e trucchi.
uscì dall'appartamento e mi recai verso la fermata del bus.
arrivò dopo poco e partì. da corsico dovevo arrivare a milano centro. arrivai al club alle diciotto e trenta, Lello ci dava due ore per prepararci e poi aprivamo.
entrai nel locale e il silenzio più totale, le pareti del camerino erano insonorizzate, non sapevo il perché, in realtà non c'era neppure.
entrai in camerino e come infatti il casino più totale ad aspettarmi.
<<eccola qui la nostra diciottennee>> urlò sabrina, la mia migliore amica. si, quel giorno era il mio compleanno, ed io ero lì a passarlo con le persone a cui più volevo bene.
<<auguri zoccoletta>> urlarono in coro.
<<grazie, mi fa piacere che ve ne siete ricordati>> sorrisi.
<<è il minimo.. ah ma che fine ha fatto sto ritardato, LELLOOO>> urlò andreya. dopo poco entrò Lello con una torta al cioccolato, le forchettine e i piattini.
<<Lello, non dovevi, sai che sono a dieta>> lo sgridai.
<sai quanto me ne frega, stai scomparendo, mangia su>> mi incitò porgendomene una porzione. mangiammo la torta e poi Lello uscì per farci preparare.
misi il completino e i tacchi, poi la piastra a scaldare, ed iniziai a truccarmi.
<<Sabri>>
<<dimmi miri>>
<<pensi anche tu che io sia dimagrita troppo?>>
<<lo pensano tutti, eri stupenda anche prima, perché hai fatto questa decisione?>>
<<per trattenere i clienti>>
<<ma sono tutti dei cinquantenni arrapati, se ne infischiano del fisico>> si intromise Cristine, un'altra nostra collega.
<<Cri che schifo, perché me lo ricordi>> mi lamentai con la ragazza dai capelli ramati. ridemmo per un pò e poi ritornai al mio makeup.
una volta finito, feci la piega, semplice, comoda e bella.
spruzzai del profumo e salì sul palco, quella sera sarei stata la prima.

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dopo lo spettacolo scesi dal palco per far spazio a Selene, giusto un anno più grande di me, iniziammo insieme a lavorare, ed andai tra la folla. giuro mi disgustava quel lavoro, però avevo già molte amiche lì, e poi quattrocento euro a serata era un affarone. camminai verso il bancone dei drink, dove quella notte era in turno Veronica, la sorella di Lello.
<<guarda chi si rivede oh>>
<<ciao Vi, mi fai un vodka lemon?>>
<<arriva>> ride.
mentre aspettavo il mio drink, arrivò un ragazzo, lo trovai molto carino, portava il ciuffo un pò all'insù, gli occhi non si vedevano bene per le luci, però era vestito di nero, col cappuccio della felpa alzato.
si avvicinò sorridendomi.
<<ciao>> mi salutò, sembrava fatto.
<<ciao, ehm, sono miriana, faccio una piccola pausa e arrivo>>
<<vabene miriana, io sono andrea, ti aspetto qui>>.
Veronica mi diede il bicchiere e consumai il liquido velocemente.
mi alzai ed andai con andrea.
<<ehm, una strusciata viene venti>>
<<d'accordo, tieni>> disse dandomi i soldi e sedendosi sul divanetto.
mi misi a cavalcioni su di lui e mossi il bacino.
appena finito, mi alzai.
<<si cazzo, grazie, dopo ci sei fuori per una sigaretta?>>
<<beh devo fare altri due spettacoli>>
<<ti aspetto>> rise.
<<vabene, ah cazzo devo andare, tocca a me>>

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finì il mio turno, andai in camerino, mi cambiai e poi feci entrare Lello.
<<allora, chi è quel ragazzo fuori che ti aspetta?>>
<<cosa? sul serio è rimasto ad aspettarmi?>>
<<già, dai va da lui>>
<<ma non sarai mica geloso?>> gli risi in faccia.
<<no, sai che sono dell'altra sponda, idiota che non sei altro>>
<<lo so, sei il mio gay preferito>>
<<prenditi i soldi e va>> disse porgendomi il malloppo composto da banconote da venti.
<<ciao cuoree>> lo salutai ed uscì dal retro.

andai poi sul davanti, dove c'era andrea ad aspettarmi sulla panchina.
<<ei>> mi salutò.
mi sedetti affianco a lui e sospirai.
<<sei molto carina, sai?>>
<<beh grazie, anche tu lo sei>>
mi passò la sigaretta dopo che fece lui un tiro e feci la stessa cosa.
<<non sei di qui, vero?>>
<<già>>
<<e di dove?>>
<<pozzuoli>>
<<capito, perché fai questo lavoro?>>
<<mi pentirò di avertelo detto?>>
<<nono>>
<<mia madre e mia sorella son morte per mano di mio padre, prima le aveva picchiate, poi stuprate, ed infine fatte fuori. a sedici anni presi un treno solo andata per milano, trovai lavoro qui, all'inizio non avevo neppure un posto in cui stare, perciò dormivo dalle mie amiche, una volta da una, una volta dall'altra, un giorno Cristine, quella che ti rompeva i coglioni ogni trenta secondi, mi mostrò un annuncio per un appartamento, duecento euro al mese>> sospirai, <<tu invece, che lavoro fai e perché?>>
<<io canto, e per passione, poi ho promesso a mamma che prima o poi le darò soddisfazioni, ma già è contenta>>
<<mi fa piacere, molto>> feci un ultimo tiro <<e scusa, perché non ti sei pagato una escort piuttosto che solo una strusciata? scusa la domanda indiscreta ma è una piccola curiosità>>
<<perché volevo solo distrarmi, non scopare>>
<<capisco>>

rimanemmo un per un pò così, sulla panchina, a prendere freddo.
<<hai fame?>>
<<no tranquillo>>
<<dai ti offro un kebab>>
<<uff e vabene, dove?>>
<<qui di fronte>> alzò lo sguardo verso la kebaberia di fronte.
ci alzammo ed attraversammo, ci ritrovammo poi davanti al pub ed entrammo, era quasi vuoto.

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andrea mi riaccompagnò a casa, passai una bella serata con lui, ci divertimmo molto, ci fumammo anche delle canne, ma questi son dettagli.

incontro inaspettato -shivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora