Capitolo 1

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Sono sempre stata una bambina brillante. Buoni voti,buona mente,perfetta in tutto. Ma questa perfezione è il mio male,perché la mia fortuna in amore,come nella mia vita,è davvero bassa. Bassa come una depressione.
Mi sento come una macchina. "Svegliati!'',"Vai a lavorare!'',"Prepara il pranzo!'',"Leggi libri e prepara la cena!'',''Vai a dormire e svegliati di nuovo!''...
Tutti mi hanno sempre detto come vivere,ma... Davvero voglio vivere come un automa? Non penso proprio...anche se non so come vivere in questo mondo.

''Devi trovar marito,ora hai diciott'anni!'' sentii mio padre urlare contro di me,in un candido pomeriggio d'inverno. Ah, non voglio sentirti! Perché mi stressi con queste inutili sciocchezze? Chi amerebbe una macchina?...mi serve una soluzione per scappare da questo posto! Mi sento come se fossi in gabbia!
Ho pensato e ripensato quella notte. Non sono riuscita a dormire,ma almeno ho deciso cosa fare della mia vita,per ora. ''Padre,ascolta,vorrei parlarvi di una cosa..'' urla e grida per una vita libera ''Sei una ragazza,non dovresti vivere in una città da sola! Sei una delusione,da che parte del cuore ti è uscito questo lato sovversivo? Tu non sei cosi'' la mia voce incatenata si liberava dal cuore e gridava libertà ''Come pretende che io sia perfetta se non lo sono? Nessuno è perfetto e non voglio ascoltarvi! Mi troverò un'abitazione e vivrò nella città da sola per conto mio-'' nella stanza risuonò il suono di uno schiaffo alla figlia che dal nulla si trasformò in ribelle...

La mia guancia era ancora dolorante. Sfortunatamente ricordavo ancora le ultime parole che mi riferì quella notte ''Sai cosa? Vai via. Non merito una figlia scriteriata come te! Se davvero vuoi andartene, non avrai un singolo centesimo'' continuò guardando i miei fratelli e sorelle ''Vedete?! Questa è la fine che farete se tratterete male vostro padre come se non fossero niente per voi!'' lui aggiunse guardando a me questa volta ''Ti ho dato un riparo sicuro dove vivere per questi anni, un'educazione brillante e tutto ciò di cui avevi bisogno. Tu eri la figlia perfetta ma ora non ti riconosco più''. ''Non l'hai mai fatto..'' mormorai.

Dopo quella notte tutto andò di male in peggio: fui costretta dalla mia famiglia a sposare un uomo di cui non sapevo neanche che aspetto avesse,solo perché era di buona famiglia. Non ero d'accordo e non lo fui mai stata. Ricordo lo sconforto che mi provocò questa notizia. Così, decisi di evadere dalla mia gabbia,senza sapere dove fosse la chiave. Quella maledetta chiave.. per quel momento mi limiterò solo a far evadere la mente. Un'annusata e via.

La provai per la prima volta quella sostanza. Rimembravo che me la diedero dei ragazzini dietro casa: sembravano strani, forse avevano abusato di quella sostanza. Li guardai con uno sguardo stranito ''Cosa fate qui e cos'è quella sostanza biancastra sul vostro naso?'' uno di loro mi guardò serio come un idiota ''questa è cocaina. Sta andando forte in questo periodo,sai? Dovresti provarla! Oggi sono gentile,te ne lascio qualche grammo''. Mi preparò una bustina con qualche grammo di quella sostanza e mi disse come inalarla ''Si,esattamente così! Hai imparato subito, dovrai essere molto brava nell'imparare cose a scuola! E quindi una secchiona come te vorrebbe questi grammi eh? Ma si,tieni! Mi raccomando fanne buon uso!''. Il mio buon senso mi riportò alla realtà: davvero stavo accettando queste sciocchezze da sconosciuti?! Mi tirai indietro e mi girai per andarmene,quando sentii una fredda mano afferrarmi il polso ''oh davvero non la vuoi? Sai, dovresti accettare,te la sto anche regalando...magari ti sarà utile quando avrai un esaurimento nervoso a furia di avere la testa sui libri!''. Il viso divenne rosso come le mie mani congelate per il freddo ''E va bene,basta che andiate via da qui sennò-'' mi fermò ''Sennò cosa eh? Hai paura che ci veda qualcuno? Ah tranquilla tra qualche attimo non ci saremo più. Quella roba,presa in abbondanza,è talmente forte che ti fotte il cervello e anche la vita...''. Li guardai sconvolta e gli rivolsi le ultime parole ''Fortunati voi!Avete un coraggio che è da ammirare,sapete''. Li guardai spegnersi davanti ai miei occhi per un abuso dovuto a quella sostanza bianca: volevano farla finita una volta per tutte. Rimasi sconvolta da quell'evento,ma in un certo senso fui sollevata. Anche se non vivevano più in quel momento divennero liberi,non possedevano alcune catene che li fermavano e le loro anime potevano volare senza pensieri nell'immenso cielo blu. Desideravo ardemente stare lì con loro...oh quanto lo desideravo.... Ma per quell'istante mi toccava vivere e tornare sulla terra. Basta fantasticare,dovevo tornare a casa: mi aspettava qualcuno.

Appena tornai,vidi un carro diverso dal solito e all'istante capii: era lui. Quella persona che la mia famiglia voleva farmi sposare a tutti i costi. Rincasai e lo osservai:era un uomo,perfido come mio padre. Neanche mi guardò negli occhi,del resto dopo aver deluso tutti quanti ero abituata a questo trattamento e mi passò il documento per il matrimonio. Diceva che la cerimonia si sarebbe tenuta in una delle sue sedi da dovizioso e che tutti,nelle nostre famiglie e amici erano invitati. ''Chiedo perdono,ma se io rifiutassi la proposta?'' chiesi l'incredibile ai loro occhi,ma alla fine la scelta spettava a me,di certo non a loro. Loro non si sarebbero tenuti un uomo perfido e crudele al proprio fianco per tutta la vita,ma io si...e avrei dovuto farlo per la famiglia? Perché avrei dovuto finanziare loro? No.. non lo avrei accettato di nuovo,il mio cuore stava prendendo il sopravvento di nuovo ma uno schiaffo mi calmò come un cane bastonato...Fu una mano nuova,non l'avevo mai conosciuta prima,ma sapevo subito che non l'avrei mai dimenticata.

Da lì allora. Schiaffo,dopo schiaffo,dopo schiaffo,dopo schiaffo. La mia vita si ridusse ad una lotta per la sopravvivenza più che una vita serena e senza preoccupazioni economiche. L'unica volta che mi rivolse lo sguardo fu il giorno del matrimonio: aveva gli occhi color gelo,il male usciva imperterrito dalle sue pupille e mi strozzava facendomi mancare l'aria con una sola occhiata. Era il doppio di me,sia di statura che di corporatura. Poteva tranquillamente distruggermi in un singolo pugno,ma non lo faceva. Si limitava solo a distruggermi la vita e il corpo. Lividi,cicatrici. Il mio corpo aveva attraversato un inferno che solo lui sa.

Dovevo scappare. Oramai il concetto stesso di vita era diventato un'utopia,irraggiungibile e serena. La vita sembrava un cielo sereno e i gabbiani che volavano nel cielo rappresentavano la tanto ambita libertà che cercavo da anni, disperatamente cercata ma mai trovata.
Mi rifugiavo nel conforto della sostanza bianca per calmarmi durante la notte: facevo dei sogni stupendi. Verdi vallate e tu eri al mio fianco,amore mio. Ti vedevo da allora,sai! Vidi un uomo gentile,per la prima volta in vita mia. Mi tese la mano e mi invitò a correre con lui per la vallata,ma sentivo uno strazio per come il mio corpo era ridotto,così mi portasti sulle spalle e corremmo insieme. Mi facesti anche una corona di fiori e mi guardasti per la prima volta nel mio animo. Avevo qualcosa di bello? Ovvio,mi dicevi,tu sei comparabile ad un arcobaleno dopo una tempesta,ad un cielo stellato come i tuoi occhi e il tuo sorriso è comparabile a niente in confronto delle tue labbra,soffici e rosse come ciliegie appena colte da un albero a luglio. All'improvviso arriva una tempesta e non posso più vederti,amore.. promettimi che ci rivedremo? Si,mi risposi.

Mi svegliai travolta da un aria congelata fuoriuscire dalla finestra: lui si era svegliato. Aveva rovinato il mio.. cosa? Cosa stavo sognando? Oh,immaginavo niente di importante,in quel momento contava solo la mia sopravvivenza...
Preparai la colazione,non era di suo gradimento ed era stato gentile: semplicemente mi urlò contro. Non mi aveva picchiata. Fu un miracolo,davvero.. tuttavia non dovevo vacillare troppo.

Dovevo concentrarmi a sopravvivere. Dopo la colazione scappò via per lavorare,dovevo badare alla casa e tenerla in ordine e pulita come una donna doveva fare. Ma prima un giro al mercato: mi servivano gli ingredienti per il pranzo. Si,che bella scusa per uscire di casa eh? Arrivai lì e girai l'angolo. Le solite cento sterline e via. Feci la scorta per queste due settimane. Ebbero ragione quei due ragazzi morti di overdose vicino casa mia ''È davvero forte'' ma almeno mi aiutava a vivere...

𝓝𝓸𝓷 𝓽𝓲 𝓼𝓬𝓸𝓻𝓭𝓪𝓻 𝓭𝓲 𝓶𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora