Volevo un bene immenso al medico e ricordavo lo strazio della sua anima quando la sua amata moglie morì: a causa della sua infertilità cadde in una depressione profonda,suo marito cercò di confortarla in tutti i modi,facendola svagare,portandola a teatro a vedere le sue opere preferite, viaggiando per l'Europa e visitando Parigi,la città che tanto amava, persino regalandole un tenero cagnolino,che chiamò come il suo figliolo bloccato in paradiso,ovvero William,un tenero barboncino candido come la neve. Lei amò quel cagnolino,così tanto,così intensamente da averlo considerato come un ipotetico figlio che non aveva mai ricevuto, però i continui insulti da parte della famiglia del marito "Oh com'è possibile che una donna non possa concepire dei figli?'', "È inumano!'', "Lei è così una persona acida che è normale che non riesca a concepire un figlio!" e da parte della sua famiglia, soprattutto da sua madre,persona acida era lei per davvero! Da quanto mi raccontò il medico,lei non voleva farli unire in matrimonio perché lui era troppo un pusillanime! Ah stupidaggini! Il medico era la persona più forte che io abbia mai conosciuto e nonostante tutto ha mantenuto la promessa che la sua moglie defunta gli fece in una lettera,quando trovò per strada il cadavere del cane investito da un carro per errore:
"Ai miei amori più grandi,
John e WilliamAmore mio,
Mi rammarica lasciarti questa lettera sul tavolo del salone,davvero tanto sai.
In questi anni,al tuo fianco,sono stata la donna più felice di tutto il mondo! Anche se sfortunatamente abbiamo saputo la sgradevole notizia della mia infertilità,tu non mi hai abbandonata al mio cupo destino! Mi hai teso la mano e mi hai incoraggiato ad andare avanti! Mi hai rafforzata,rallegrata e mi hai anche regalato il nostro cagnolino William! Era davvero una piccola peste,ne combinava una ogni giorno,ma noi ridevamo sempre,ci rallegrava nei momenti più oscuri di questa tetra esistenza,dove sentivo la mia mente invasa di pensieri,di voci, Voi eravate gli unici a farmi rinsavire! Mi facevate tornare in me anche quando il mio cervello si annebbiava di una grigiastra foschia sentivo il piccolo William che saliva sulle mie gambe,si poggiava sulle mie coscie e mi leccava il viso, scodinzolando raggiante com'era,dicendomi 'Mamma,va tutto bene! Vi salverò io da questa grigia foschia!' e in qualche modo ci riusciva! Era davvero speciale il nostro William!
Quotidianamente,al mattino presto, lascio William nel giardino,per farlo svagare,mentre io rimango con lui per un primo momento, annaffiando tutte le rose e in un secondo momento rientro e finisco le varie commissioni che ho da sbrigare.. Tuttavia stamani,mentre rientravo in casa,dopo aver annaffiato tutte le mie amate rose,ho dimenticato per qualche minuto il piccolo William nel giardino! Oh come ho potuto! Dovevo sbrigare delle faccende urgenti in casa,avevo la testa completamente altrove e dopo qualche ora,quando mi resi conto che il cagnolino non era in casa impazzii: non sapevo dove fosse,non lo sentivo abbaiare da lontano,neanche da vicino,non sentivo le sue zampe terrose che mi sporcavano il vestito di recente acquistato,non sentivo il ticchettio delle sue unghie quando saltellava allegramente in giro per casa e non vedevo la sua codina tentennare di felicità appena rincasavamo dopo una giornata difficile.... Non lo vedevo da nessuna parte,ma sentii un pianto! Così sono uscita di corsa e l'avevo trovato...era disteso per terra: le sue viscere erano tutte spiattellate sulla strada e il suo piccino cranio,con i suoi vispi occhietti erano stati schiacciati da un carro che passò lì vicino! Mi si era spezzato il cuore in mille pezzi,non sentivo più nessuna emozione o sentimento,i miei occhi si riempirono di grigie lagrime foschie,solo che non c'era più il mio cucciolo a salvarmi dalla grigia foschia!
Amore mio,mi sento persa..distrutta...la mia anima è in pena....ho sofferto così tanto, non voglio soffrire ancora! Per colpa mia William è morto! Non volevo dimenticarmi di lui,non avrei mai potuto fare una cosa del genere! Mi sento una persona spregevole,un diavolo!
Ti scrivo questa lettera,le mie ultime parole,solo per te,amore mio! Solo tu meriti le mie lacrime,solo tu meriti i miei sorrisi e solo tu meriti di vivere,fallo per me,non ti chiedo altro! Io non merito altro se non disperazione e morte! Le mie lagrime riversate sul foglio sono ormai come la notte fonda, è giunta l'ora.per sempre amata, Lizzy"
Piansi e piansi,quella lettera mi lasciò un vuoto dentro l'anima che niente al mondo riuscì a colmare,neanche la migliore specie di morfina esistente in questo dannato mondo! E John,il dottore,disperato per la perdita della sua amata e del suo amato cucciolo mantenne la promessa,sopravvisse senza di lei:era doloroso,assai doloroso,ma ci riuscì! Era un uomo fedele,di parola,allegro e non sapevo il motivo ma mi ricordava tanto William per la sua spontaneità e riusciva a tirar su di morale anche la persona più distrutta di questo universo, come Lizzy,sua moglie. Di fatti quando mi raccontava di lei,non piangeva mai. Oh Lizzy non avrebbe mai voluto vederlo soffrire! Voleva vederlo sorridente e sorridente l'ha ricordato, quando si impiccò,con i suoi occhi profondi e bruni,che brillavano di gioia appena vedeva i grigi occhi dell'amata.
Quando compì l'atto,lei era piangente e sofferente ma non provava emozioni, però rimembrando John e William,l'aveva fatta essere in grado di provare un'unica emozione: la gioia,di fatti le lagrime solcate sul suo viso,i suoi occhi gonfi e rossi come un papavero erano di gioia. Aveva scelto una maniera alternativa di morire,ovvero reprimendo le sue emozioni negative,ricordando solo quelle positive,affrontando tutto ciò con un sorriso in volto,un sorriso sincero,puro ma allo stesso tempo macabro.
Lei decise di sorridere,così John l'avrebbe ricordata felice,anche se si era appena tolta la vita.
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𝓝𝓸𝓷 𝓽𝓲 𝓼𝓬𝓸𝓻𝓭𝓪𝓻 𝓭𝓲 𝓶𝓮
General FictionQuesto romanzo parla della storia di una vita cruenta di una ragazza nata nel 1860 nell'Inghilterra vittoriana. Si racconta da quando aveva sedici anni,attraverso dei flashback e racconta il rapporto con suo padre, il capo famiglia, che prende decis...