Quinto capitolo: delusioni e partenze.

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<<Danneel svegliati! Andiamo a fare un weekend  romantico, facciamo questa pazzia! Prepara le valigie  che stasera partiamo.>> disse Jensen vestendosi per avviarsi al suo locale.
<<Ah che romantico.. mi sembra che passi troppo tempo al birrificio. No?>> Danneel uscì dal letto, era impeccabile come sempre e la vestaglia di seta le donava molto.
<<Hai ragione, tesoro, ma voglio essere presente e soprattutto controllare che tutto vada per il meglio, ci tengo.>> Jensen le diede un bacio sulla guancia che lei a malapena accettò, si mise il suo cappellino della family business beer company e uscì di casa.
Jared gli aveva dato un bel consiglio, passare un weekend romantico con sua moglie poteva essere la soluzione e il fatto che non stesse pensando ad Athena  era un buon segno. Prese la macchina e si diresse al locale.
Athena aveva già aperto, oggi sarebbero stati aperti solo per la mattinata e avrebbero chiuso alle due del pomeriggio permettendo così di avere mezza giornata libera.
<<Buongiorno Athena. Ho visto che hai già aperto.>> esclamò ricordandosi che solo a lei aveva affidato le chiavi del locale. 
<<Jensen.. stanotte non riuscivo molto a dormire, così sono arrivata qui alle quattro e mezza. Ho avuto il tempo anche per fare una torta di mele.>> gli porse un pezzo di torta  e Jensen senza esitare si fiondò ad assaggiarne un pezzo.
<<Molto buona.Tra poco giriamo il cartellino e apriamo, così forse riusciamo ad andare a casa prima.>> Jensen prese le ultime decorazioni natalizie da appendere.
<<Va bene, ho già disposto tutti i menù sul tavolo... adesso ti aiuto ad attaccarle>> Athena si lavò le mani per poi asciugarle nello strofinaccio e, infine, raggiunse Jensen con delle forbici e uno scotch.
Athena prese una sedia per arrampicarsi a fissare la scritta "Auguri" sulla vetrata. Nel frattempo Jensen tagliava lo scotch e glielo passava.
<<Jensen, mi tieni ferma la sedia per favore? Traballa e non vorrei fratturarmi qualcosa se cado.>> Jensen senza esitazione tenne la sedia e non riuscì a non guardare il sedere di Athena.
<<La visuale mi sta piacendo!>> esclamò per poi pentirsi di ciò che disse. Si era promesso di smetterla di lanciarle provocazioni ma lei lo rendeva irrequieto. Athena non rispose ma arrossí, forse le sue provocazioni non le davano più fastidio come una volta.
Scese dalla sedia e Jensen l'aiutò dandole la mano a cui si aggrappò e senza accorgersene Athena incrociò le dita a quelle dell'uomo.
Si guardarono come se ci fosse il nulla attorno a loro, Jensen si sentiva bene ma era troppo lontano così l'afferrò per i fianchi facendo combaciare i propri corpi e ora era andato troppo oltre per tenerla vicina. Athena non si dimenava perché era persa negli occhi verdi di Jensen e non si sentiva più sola anzi, aveva sempre pensato che poteva vivere senza di lui ma non era più così. Non avrebbe mai voluto rinunciare a quel contatto e nella sua testa risuonavano le parole di Louise, cercando di scacciarle. Non era riuscita a distaccarsi da lui e nemmeno a parlargli come si deve.
<<Jensen, forse é meglio...>> non fece in tempo a finire la frase che Jensen la baciò, ai sensi di colpa avrebbe pensato più tardi ma in quel momento c'erano solo loro e i suoi demoni nella sua testa da cui stava cercando di scappare rifugiandosi in Athena.
La ragazza ricambiò il bacio, approfondendolo con più passione ed enfasi. Le loro lingue si univano e a fatica si staccavano per riprendere fiato da quella foga. 
<<Avevo sempre sognato un bacio del genere.>> disse Jensen con patimento per poi riprendere a baciarla. Athena gli circondò le braccia al collo, Jensen rispose prendendola in braccio e poggiandola al bancone della birra. Non riuscivano a staccarsi da quel bacio, da quell'amore di cui entrambi si privavano. Le cosce di Athena circondavano Jensen e quest'ultimo le strinse, per poi toccarle dolcemente i suoi glutei; le dita della ragazza si insinuavano tra i capelli castani chiaro di Jensen, ormai lasciati lunghi. Jensen emise piccoli gemiti di approvazione mentre le baciava il collo che sapeva di sapone alla lavanda. Amava quella pelle e quel profumo, le lasciò un succhiotto probabilmente l'avrebbe ucciso ma non se ne sarebbe mai pentito.
A rovinare quel momento, fu l'arrivo di una macchina che parcheggiò davanti al locale. Entrambi si staccarono per ricomporsi e Jensen aveva le labbra sporche da un rossetto di color rosa antico e frettolosamente, Athena gli ripulì le labbra per quello che riuscì.
<<Buongiorno Jensen e Athena, siete qui da tanto?>> disse un ragazzo dai capelli ricci castani.
<<Ciao Michael...io sono qui solo da venti minuti ma Athena è qui dalle quattro e trenta.. vuoi un po' di torta che ha fatto?>> domandò Jensen accaldato per la situazione avvenuta prima. Le guance di entrambi erano abbastanza rosse.
<<Ragazzi, ma avete caldo?>> Michael non capiva quella tensione che sentiva aleggiare nel locale.
<<Abbastanza.. sai sistemare le decorazioni, poi facendo avanti ed indietro per il magazzino... ci ha accaldati.>> Jensen cercava di depistare tutti i sospetti ma Michael non ci sarebbe mai arrivato, era troppo ingenuo. Athena non parlava, doveva ancora realizzare ciò che era appena successo e lei non avrebbe mai voluto fare l'amante. Cosa stava combinando? Era diventata davvero la sfascia famiglie. Louise aveva avuto ragione fin da subito e lei non era riuscito ad evitarlo.
Michael andò a cambiarsi e appena se ne andò, Jensen si avvicinò alla ragazza.
<<Athena.. dimmi che é tutto okay tra di noi. Parlami.>> la ragazza era assente, la sua testa non sapeva connettere. Lei era complice del tradimento nei confronti di Danneel.
<<Non so cosa dire Jensen... non è giusto ma va bene. Cosa dobbiamo fare?>> domandò  Athena ma non avrebbe mai avuto la risposta che desiderava.
<<Rimaniamo così, poi parlerò con Danneel.>> Jensen non sapeva davvero cosa fare, doveva parlare con Jared ma aveva paura di deluderlo. Stava prendendo in giro tutte e due, doveva fare la sua scelta.
<<Non farò l'amante. Preferisco restare da sola che infelice.>> i primi clienti iniziarono ad entrare, Athena prese il suo block-notes e si diresse a prendere le ordinazioni.
Non poteva permettere a un altro uomo di usarla, non adesso che stava riconquistando la sua pace. Nessuno conosceva le sue relazioni passate, era sempre stata usata in tutti i modi possibili. L'avevano trafitta più e più volte, tradita e nonostante fosse a terra, si rialzava sanguinante combattendo per se stessa per sopravvivere. Pensava che con Jensen potevano essere una cosa sola, lo voleva fortemente ma c'erano troppe cose che non sarebbero andate. Lui avrebbe mai lasciato Danneel per una come lei? Ne dubitava fortemente, altrimenti l'avrebbe fatto fin da subito perché se ami una persona, non guardi  un'altra o perlomeni non tradisci.
Jensen sapeva che aveva bisogno di lei quanto lei di lui. Stava perdendo il controllo, non doveva più avvicinarsi a lei ma erano sentimenti contrastanti.
<<Volevo avvisare tutti che sabato e domenica non potrò aiutarvi al locale perché sono via con mia moglie.>> lo sguardo di Jensen si posò immediatamente su Athena che si era contratto in una smorfia di delusione. Si erano appena baciati e questa era la notizia che stava dando. Si era rivelato tutto una menzogna? Si era preso gioco di lei? Molto spesso era meglio non porsi certe domande perché le risposte si sarebbero trovate in ogni modo. Athena sentiva che stava per scoppiare a piangere perché, oltre a essere una sfascia famiglie, era stata anche presa in giro. Quindi era colpevole due volte. Certo tra loro due c'era sempre stata la fiamma prima di odio poi si era tramutata di passione e, alla fine, uno dei due si era scottato. Athena era rimasta bruciata e portava le ustioni sul corpo, non si sarebbe mai perdonata.
Si avviò verso i camerini, si cambiò e non le sarebbe importato se gli altri avessero parlato del suo comportamento ma non poteva sopportare una mattinata intera, guardare l'uomo che aveva appena baciato e che sarebbe andato via il weekend  con sua moglie.
<<Dove stai andando?>> Jensen la fermò al parcheggio. Faceva freddo e non indossava la giacca, appena l'aveva vista gli era corso dietro.
<<A casa. Penso di avere la febbre.>> cercò disperatamente le chiavi della macchina nella borsa, sarebbe riuscita a guidare in quelle condizioni? Era sconvolta e lui continuava a rincorrerla, forse era arrivato il momento di lasciarla andare.
<<Athena, non fare così, ti prego.. lo sai che..>>non finì neanche la frase che Athena scoppiò, era al limite.
<<Lo so, cosa? Che un giorno ti comporti da stronzo e il giorno dopo mi tratti bene? Non sono un giocattolo e non puoi mettermi in questa situazione. Mi hai messo in una condizione in cui non sarei riuscita a resisterti. Ti detestavo con tutta me stessa ma tu sei riuscito a cambiare questi sentimenti e non so nemmeno come tu abbia fatto. Quindi scusami  se faccio così e voglio tornarmene a casa.>> prese le chiavi della  macchina e l'aprì.
<<Devo capire con Danneel cosa fare. Sono tanti anni di matrimonio e sto cercando di capire.>> le guance di Jensen si arrosarono per il freddo, stava letteralmente congelando.
<<Cercavi di capire mentre mi baciavi? Quindi sono solo una delle tante? Buono a sapersi e buona vacanza.>> accese l'auto e se ne andò, lasciando Jensen a chiedersi perché ci si innamora così facilmente, anche quando non é giusto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 07 ⏰

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