Primo capitolo: provocazioni

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<<Athena stai già decorando l'albero di Natale?>> domandò Jensen entrando nel bar e vedendo la ragazza presa con le decorazioni.
<<Tra poco sarà Natale, il bar deve essere perfetto e pieno di decorazioni. Mi sono presa la libertà di trasformarlo in un piccolo villaggio di Natale.>> esclamò soddisfatta del suo lavoro.
<<Meno male che mia moglie ama il Natale quanto te, altrimenti ti avrebbe licenziata per la decisione presa di tua iniziativa.>>aggiunse Jensen passandole una piccola renna in vetro da appendere sull'albero.
<<E tu mi lasceresti andare via?>> chiese in modo provocatorio a Jensen. Ormai era passato un anno dal loro incontro e man mano stavano prendendo confidenza. Spesso a Jensen era capitato di aver avuto pensieri non molto corretti sulla ragazza e per tale motivo si sentiva in colpa nei confronti di sua moglie. Si chiedeva per quale motivo si ritrovava a pensare ad Athena in maniera così maliziosa, probabilmente era anche a causa della mancanza dell'intimità con la moglie e, forse, anche per la paura che lei lo avesse tradito. Tuttavia Jensen non poteva sapere che anche  Athena lo trovava attraente, soprattutto quando fingeva di essere un duro.
<<Devo risponderti o sai già la risposta?>>
Athena avvampò e cerco di nascondere inutilmente il rossore.
<<Probabilmente mi terresti perché sono molto brava.>> esclamò sistemando un Babbo Natale sull'albero.
Jensen osservava il fondoschiena della ragazza, non era magrissimo ma non era neanche esagerato e gli piaceva. Era disposto anche a volerla solo per una notte, per sfogarsi, per provare l'emozione di fare sesso con qualcuno di sconosciuto e non per forza con un legame affettivo.
<<Tu dici?>> si avvicinò lentamente al suo fondoschiena, Athena poteva sentire il suo fiato sul collo, sapendo che la stava provocando. Non  avrebbe mai ceduto anche perché lui era un uomo sposato e non poteva fare l'amante. Decise di ignorarlo e di concentrarsi nell'appendere una decorazione pur di non voltarsi.
Jensen l'aiutò tenendola per i fianchi mentre si sporgeva per sistemare il fiocco e fu una scelta sbagliata visto che la ragazza  sussultò al suo tocco.
<<A mio parere ti mancherebbe una rompiballe in giro per il bar.>> cercò di concentrare la conversazione in un altro punto ma Jensen non demordeva.
<<Forse ti mancherei più io e  anche questo contatto.>> Jensen le sussurrava all'orecchio, sfiorandole sempre i fianchi. Athena sottostava al suo contatto, le gambe erano rigide e non riusciva a muoversi, un anno a odiarlo e ora si trovava qui a volerlo.
Si spostò da lui, trovando il coraggio e dirigendosi verso il bancone per prendere i menù da distribuire ai tavoli. Avrebbero aperto tra venti minuti ma per Jensen in venti minuti si potevano fare molte cose.
<<Perché scappi?>> domandó lui vedendola alle prese con qualsiasi cosa pur di non guardarlo.
<<Io non scappo signor Ackles, sto solo facendo il mio lavoro.>> cercò di risultare seria ma era difficile con l'ossitocina in corpo.
<<Signor Ackles, da quando?>> domandò ridendo e avvicinandosi al bancone.
<<Bisogna mantenere serietà e un certo decoro.>>non ci credeva nemmeno Athena a ciò che stava dicendo.
<<Ma sono serio.>> Jensen fece un sorriso malizioso cercando ancora quel contatto con la ragazza.
Athena non disse nulla, continuava a sistemare i menù quando a un tratto vide entrare dalla porta principale Danneel, elegante come sempre.
<<Jensen hai dimenticato a casa il portafoglio, stai più attento.>> Danneel si avvicinò a suo marito baciandolo e dandogli il portafoglio. La reazione di Jensen fu di puro stupore dato che erano ormai settimane di zero contatto fisico.
<<Non mi ero neanche accorto. Grazie amore.>> Jensen le diede un baciò sulla fronte e Athena si sentì a disagio, avrebbe voluto anche lei un bacio da Jensen. Distolse subito quei pensieri, loro due si erano sempre punzecchiati e odiati, e lui era pure sposato; non ci sarebbe mai stato nulla. Dovevano smetterla di comportarsi come adolescenti.
<<Athena mi piacciono queste decorazioni, però non farne troppe sennò sembra il villaggio di Babbo Natale.>> la moglie di Jensen se ne andò via lasciando nuovamente da soli Jensen e Athena. Danneel era davvero una bella donna e Athena sentiva di non essere nessuno paragonata a lei.
<<Mia moglie ha proprio un bel culo.>> disse Jensen rivolgendosi ad Athena che arrossì e cercò qualcosa da fare dato che i menù gli aveva già distribuiti su tutti i tavoli.
<<Athena, non c'è più nulla da fare. Devi affrontarmi.>> Jensen si avvicinò, guardandola negli occhi.
<<No, noi due ci detestiamo. E poi sei sposato, smettila.>> Athena mantenne il suo contatto. Non lo sopportava con quel suo fare da stronzo e provocatorio, se voleva la provocazione l'avrebbe avuta.
<<Non ho mai detto di odiarti. Nemmeno quando mi hai tirato addosso il bicchiere di birra.>> borbottò  Jensen riferendosi all'anno scorso quando Athena aveva risposto a una sua provocazione gettandogli, per l'appunto, la birra addosso.
<<Mi avevi chiamato davanti ai tuoi amici "una ragazza dai facili costumi" in modo meno educato, deridendomi.>> la distanza tra lei e Jensen si fece minima. Quanto gli piaceva provocarla, gli piaceva quel viso arrossire o vedere il ribrezzo nei suoi occhi.
<<Effettivamente non sono stato molto educato ma ehi, sono Jensen Ackles e tutte le donne mi vogliono, perché tu no?>> la guardava e se non avesse smesso di guardarlo in quel modo, l'avrebbe baciata. Gli occhi verdi-castano di Athena erano irresistibili, lei era irresistibile.
<<Perché sei disgustoso.>> si allontanò e andò a girare il cartello con la scritta "Open". Sarebbe stata una lunga serata per la ragazza.

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