Ricordi di famiglia

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Alec per quel giorno aveva finito gli impegni di direttore dell'Istututo e l'unica cosa che voleva era tornare a casa da Magnus e Dia.

Quel giorno era stato patricolarmente faticoso, un gruppo di demoni aveva assalito un gruppo di mondani in campagna, un nuovo vampiro aveva devastato un capannone giù al porto e la lista era ancora lunga.

Quando finalmente riusì ad entrare nel loft tutta la stanchezza gli piovve addosso come un macinio.

Meglio se faccio una doccia e mi butto sul divano.

Pensò, ma poteva realmente finire così? Ovviamente no!

Attirata dal suono della porta e dei passi del padre sul nuovo pavimento scelto dallo stregone, Dianeira entrò in sala.

<< Ciao papà, sembri stravolto >> disse dandogli un bacino che sapeva lui apprezzasse tanto.

<< Puoi dirlo forte, ho bisogno di stendermi un attimo >>.

Si buttò a pesce sul divano, schiacciando il povero Presidente che si alzò indignato.

<< Papà? >> ecco lo sapeva se la ragazzina aveva preso qualcosa da Magnus quella era la capacità di fare domande che avrebbero richiesto una lunga risposta. Ormai lo sapeva quando la figlia aveva quello sguardo stava per chiedere qualcosa di veramente importante.

<< Posso farti una domanda? Però se sei stanco facciamo un'altra volta non preoccuparti >> Sapeva però anche comprendere quando non era il momento e questo l'aveva preso da lui. A volte si stupiva di come pur non essendo veramente figlia loro, sembrava l'esatto mix dei due.

<< Non preoccuparti Dia, spara >>.

<< Ecco.. oggi stavo parlando con Kioya e beh mi sono chiesta come avete deciso di adottarmi >> arrossì a quella domanda ma senza staccare gli occhi da quelli del padre.

Kioya era uno Shadowhuter dell'Istituto di Tokyo che Jace e Clary avevano preso con loro dopo la morte dei genitori qualche anno prima.

<< E' una storia lunga, sicura di volerla sentire tutta? >> lei annuì con forza e si accomodò vicino al padre facendo comparire dal nulla due tazze di cioccolata calda, mentre le sue orecchiette da gatto erano già tese per captare ogni minima informazione.

<< Bene devi sapere che ... >>

Sedici anni prima.

<< Alec >> esordì Magnus con voce ferma << Voglio un figlio! >>.

Il povero cacciatore per poco non ebbe una sincope, cadendo poi sul pavimento.

<< Sc..scusa cosa? >> non era sicuro di aver capito molto bene, ormai lui ci aveva rinunciato all'idea.

<< Hai capito benissimo mio caro Alexander. E si, prima che tu lo chieda è la prima volta il ottocento anni che sento il bisogno di avere un figlio. Perciò ne adotteremo uno >>.

Alec era totalmente sconbussolato, lui avrebbe sempre voluto un figlio ma l'idea di chiedere a Magnus una cosa del genere lo aveva sempre terrorizzato. Cioé ammettiamolo lo stregone se mai avesse voluto un figlio ci avrebbe pensato molto tempo prima.

Invece eccolo lì che gli chiedeva.. anzi no, lo stava solo informando di voler proprio diventare padre.

<< Ti rendi conto che è un passo enorme? Cioè non che io non voglia sia chiaro, anche a me piacerebbe che qualcuno mi chiamasse papà. Però come faremo? Chi mai farebbe adottare ad una coppia come noi un figlio? >> ed ecco il secondo punto della lista per cui Alec aveva paura della cosa.

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