Capitolo 4

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Giorno 4

Tornò a casa all'alba e dormì qualche ora prima di andare all'università, controllando il telefono più volte di quanto avrebbe voluto ammettere, ma Harry non si fece sentire e lui non aveva alcuna intenzione di chiamarlo. Sempre che il silenzio stampa non fosse dovuto alla sua stupida ed ennesima morte.

Una parte di lui si sentiva in colpa perché sapeva che avrebbe dovuto seguire Harry, interagire con lui e provare a capire cosa stesse succedendo, ma la sua mente era affollata da così tanti pensieri che non sapeva nemmeno da dove iniziare.

E di nuovo si sentì in colpa quando, solo un'ora dopo il suo arrivo in obitorio, Zayn entrò nella sala spingendo una barella e con sul volto dipinta un'espressione che Louis non impiegò molto tempo a decifrare. Per quanto il senso di colpa lo stesse divorando però, non poté fare a meno di tirare un sospiro di sollievo all'ennesima morte perché per quanto odiasse tutta quella situazione, ora si sentiva abbastanza arrabbiato e al limite della sopportazione da aver finalmente trovato il coraggio di fare qualcosa.

"Non che mi interessi particolarmente ma cosa ha fatto stavolta?"

Zayn esitò, distogliendo lo sguardo per un momento prima di riportarlo sul suo. "Ho... ho letto la lista che continui ad aggiornare ogni giorno con i nomi delle vittime che arrivano, anche delle giornate si ripetono" disse Zayn, abbassando la cerniera e scoprendo il corpo senza vita di Harry. "Gli hanno sparato tre volte al petto, l'assassino era ancora sulla scena quando la polizia è arrivata."

"Okay, e?" chiese Louis confuso.

Zayn si inumidì le labbra e sospirò. "L'assassino è Alex Jones."

Louis sgranò gli occhi così tanto da avere la certezza che sarebbero schizzati fuori dalle orbite da un momento all'altro ma, prima che potesse rispondere, abbassò la testa di scatto sentendo la stretta familiare attorno al polso.

"Ti prego, abbiamo davvero bisogno di te."


Giorno 4.1

Si svegliò di soprassalto ansimante, con la fronte imperlata di sudore e le parole di Harry ancora fresche nella sua mente.

Non solo ciò che aveva detto, ma come lo aveva detto.

Quando gli aveva chiesto aiuto tutte le volte precedenti la sua espressione e il suo tono erano impassibili e distaccati, come tutte le altre persone morte che lo facevano. Questa volta, invece, le parole erano state pronunciate quasi in un sussurro, il tono supplichevole così come l'espressione sul suo viso.

Era sembrato così fragile e disperato che Louis impiegò qualche minuto per riprendersi dalla visione di quel lato di Harry, dalle immagini nella testa, e dal fatto che non gli fosse mai accaduto prima in quel modo.

Quando sentì di essersi tranquillizzato, calciò via le coperte e si vestì velocemente. Nonostante fosse confuso e turbato, era ancora determinato e la rabbia che aveva provato solo poco tempo prima nei confronti della situazione non era scemata. Anzi, l'ennesima morte di Harry lo aveva fatto arrivare al punto di dire basta.

Tecnicamente solo Zayn conosceva il suo segreto, ma durante quell'anno gli era capitato di dover raccontare ad alcune persone che salvava ciò che era in grado di fare quando, pur di salvarle, aveva bisogno di dimostrare loro che non stava mentendo. La prima reazione era sempre la più logica, lo prendevano per pazzo, ma quando Louis diceva qualcosa di personale che nessuno avrebbe potuto sapere o qualcosa in particolare che la vittima aveva fatto durante la giornata che si era riavvolta, tutti alla fine si erano ricreduti.

Nonostante non morisse dalla voglia di farlo, pensava di essere arrivato al punto in cui non aveva altra scelta perché, dopo quella settimana infernale, era ormai arrivato all'amara conclusione che la situazione fosse più grande di lui e che avrebbe dovuto essere sincero per riuscire a mettere un punto definitivo a quella storia, dato che nessuna delle cose che aveva fatto aveva funzionato.

Free me, wake me from this dayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora