CAPITOLO 1.

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La sveglia cominció a suonare portandomi via dal mondo di Morfeo, senza aprire gli occhi cercai a tastoni quell'orologio odioso che tutte le mattine distruggeva ogni mio sogno erotico con Brad Pitt che chiamavo "Daddy" o Robert Pattinson che pur avendo 10 anni di differenza con lui, io non mi facevo di certo dei problemi.

Diedi una botta al quella macchina del diavolo facendola zittire e dopo aver aperto finalmente gli occhi, anche se con parecchia difficoltà, tirai due cuscini a quelle masse inermi ancora addormentate sul mio letto.

-Troiette alzatevi o faremo tardi per andare a scuola.- dissi quasi urlando.

-Kc, io ti amo ma se non chiudi quella fogna saró costretta a decapitarti. Oggi é sabato, cristo. SABATO. Sai cosa vuol dire S A B A T O ? Vuol dire che l'istituto é chiuso e che possiamo dormire fino a tardi.- rispose Nicole ancora con gli occhi chiusi, come se stesse parlando con una bambina autistica.

-Cazzo hai ragione, fanculo tutti. Buonanotte- dissi ricoprendomi coi peluche.

Ovviamente Mia, l'unica che sapeva cucinare decentemente, non aveva dato il minimo segno di vita, e io dopo la scorsa notte cominciai a sentire il mio stomaco agitarsi. Come se stesse avvenendo una rivoluzione all'interno della mia pancia.

Avevo un assoluto bisogno di mettere qualcosa di caldo e decente tra i denti, ormai ero sveglia, perché non andare a fare colazione fuori?

Quelle due malate non si sarebbero mai alzate, quindi era inutile chiederglielo.

Presi i primi vestiti che trovai dentro il grande armadio con le ante scorrevoli.

Ok, lo ammetto, non erano proprio le prime cose che trovai ma non posso farci niente. Io sono fissata coi vestiti.

Non indosseró mai niente che sia arancione o rosa barbie.
E poi dipende da che tempo fa e cose del genere, voglio dire, se tira vento non posso mica mettere una maglietta coi fiorellini..o sbaglio?

Dopo essermi assicurata di avere un aspetto almeno "quasi decente" presi portafoglio, ombrello, le chiavi della macchina e il mio adorato cellulare e misi tutto nella borsetta.

Maggio era quasi finito, ma nella caotica Londra, del tempo non potevi proprio fidarti.

Il vento soffiava abbastanza forte da scompigliarmi i capelli, girai la testa in modo che l'aria che tirava potesse aggiustarli di nuovo.

Pressi il pulsante che tolse l'allarme di sicurezza alla mia adoratissima Cinquecento Abarth color panna, nuova di zecca.

Per risparmiare i soldi per comprarla mi ci volle un tempo infinito e mancava solo che mi prostituissi. Sto scherzando. Che schifo. Non l'avrei mai fatto.

Si ho l'orgoglio fin sopra la testa.

Mi diressi verso lo Sturbucks più vicino e parcheggiai in doppia fila, lasciando la mia auto e sperando che non la rimorchiassero.

Dopo una fila di tre persone, troppo per i miei gusti, venne il mio turno.

Levai gli occhiali da sole in modo da poter vedere bene cosa offrivano, non ero solita andare li.

Io preferivo il Mc Donald's anche per la colazione.

-Credo che l'igiene sia una cosa fondamentale per voi, e ecco la bava appena caduta dalla tua bocca é arrivata al bancone- scherzai col tizio che mi fissava.

Fottiti, ma prima Fottimi. -H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora