Osservo il piccolo bicchiere vuoto davanti a me. È il terzo o forse il quinto, non ricordo. So solo che il rum non ha funzionato. Non riesco a togliermelo dalla testa. L'ho lasciato tre mesi fa eppure il suo viso continua a occupare tutti i miei pensieri. A volte penso di dargli un'altra possibilità, di tornarci insieme ma poi ricordo le litigate, i pianti, la sofferenza... e mi convinco di aver preso la decisione giusta.
Alzo lo sguardo verso la barista e la vedo stappare una bottiglia di birra per poi darla a un uomo, avrà avuto una sessantina d'anni. La chiamo con un cenno della mano.
"un altro, per favore"
"sempre rum?" mi chiede.
"si grazie"
"fai due" dice una voce alle mie spalle.
Sento lo sgabello affianco a me spostarsi e qualcuno sedersi sopra. Mi volto e vengo catturata da due occhi di un azzurro così intenso da farmi rabbrividire. È un ragazzo, avrà non più di trent'anni. La sua pelle sembra avorio tanto è perfetta. Il viso è ricoperto di lentiggini color cappuccino. A farmi distogliere lo sguardo è la barista, che arriva portandoci quello che avevamo chiesto.
"mal d'amore?" mi domanda.
"è così evidente?"le rispondo sospirando appena.
"tranquilla, sono io che ormai ho imparato a notare queste cose. E poi non sei l'unica"mi risponde sorridendo, accennando al ragazzo al mio fianco e io ricambio. La osservo e per un attimo la vedo spalancare gli occhi per lo stupore prima di ricomporsi velocemente.
"Signor Shelby, mi perdoni non l'avevo riconosciuta. Se ha bisogno di altro non esiti a chiamarmi." lui le fa un cenno con la testa e lei si allontana. A giudicare dal suo comportamento deve essere una persona importante eppure non mi sembra di conoscere il suo cognome, tantomeno di averlo mai visto. Butto giù di colpo il mio shot, poi mi massaggio le tempie. L'alcol sta iniziando a fare effetto.
"come si chiama lui?" mi dice a un tratto il ragazzo.
"Manuel. Lei invece?"
"Grace. L'ha lasciato lei?"
"Si. Stava diventando una relazione tossica, voleva che passassi più tempo con lui nonostante il mio lavoro non me lo permettesse. Essere un chirurgo è impegnativo se sei anche donna poi non ne parliamo. E lei? È stata Grace a lasciarla?"
"In un certo senso si, ma non perché le cose andassero male purtroppo. È stata uccisa."
La sua risposta mi spiazza. Uccisa? Ma chi è quest'uomo?
"Oh. Mi dispiace" rispondo cercando di sembrare più tranquilla possibile. Lui non sembra notare il mio cambio d'umore, probabilmente a causa dell'alcol. Questo non deve essere il primo shot che si fa. Restiamo a fissarci per qualche secondo e io mi perdo ancora una volta nei suoi occhi.
Parliamo per tutta la sera. Mi sfogo raccontandogli tutte le mie disavventure amorose e lui mi ascolta pazientemente. Era da molto che qualcuno non mi ascoltava così. Lui non parla molto e io non gli faccio domande. Non voglio forzarlo, d'altronde non ci conosciamo.
Stiamo ridendo quando la barista ci interrompe.
"Mi dispiace interrompervi ma stiamo chiudendo... scusi signor Shelby"
"Non c'è problema. Che ne dice andiamo signorina..." le risponde lui e io realizzo che non ci siamo nemmeno presentati.
"Margherita. Con piacere signor... Shelby giusto?"
"Sì. Ma la prego mi chiami Thomas" mi dice porgendomi la mano e sorridendo, lasciando intravedere una piccola fossetta sulla sua guancia sinistra. Ci avviamo verso l'uscita poi Thomas si volta verso la ragazza dietro il bancone.
"Ah eh signorina? Metta tutto sul mio conto" la barista annuisce e io lo ringrazio.
Quando usciamo dal pub è notte fonda e un brivido di freddo mi fa tremare leggermente. Thomas lo nota e mi cinge un braccio intorno alle spalle per cercare di scaldarmi. E ci riesce perché al suo tocco mi sento avvampare.
"Dove abita? La accompagno a casa "
"Non è necessario, casa mia è qui vicino ma grazie"
"Insisto. Birmingham è pericolosa di notte. Soprattutto per le donne affascinanti come lei." arrossisco per il complimento.
"Va bene, ma per favore diamoci del tu." lui annuisce per poi porgermi il braccio che io afferro. Gli dico il nome della mia via e Thomas risponde di conoscerla così ci avviamo. Camminiamo in silenzio l'uno affianco all'altra. Le stelle sono luminose sopra di noi e il vento scuote leggermente gli alberi. Una volta arrivati di fronte a casa mia mi rendo conto che avrei voluto prolungare la nostra passeggiata. Mi giro verso di lui.
"Beh grazie mille Thomas, per tutto. Ti auguro una buona notte" mi volto appoggiando una mano sulla maniglia della porta quando lui mi blocca il braccio.
"Aspetta..." mi dice prima di posare due dita sotto il mio mento facendo incontrare i nostri sguardi. Mi sovrasta interamente con la sua altezza. Vedo il suo viso avvicinarsi lentamente al mio finché non sento il suo respiro caldo sulla mia pelle gelata per il freddo. Fa combaciare le nostre labbra e io gli cingo le braccia al collo. Un milione di farfalle mi volano nello stomaco. Improvvisamente non sento più freddo. Intensifica il bacio. Mi chiede l'accesso con la lingua e io glielo concedo. Le nostre labbra sembrano incastrarsi perfettamente, come due pezzi di un puzzle. Apre la porta di casa mia e mi spinge dentro senza interrompere il contatto neanche per un secondo. Gli sfilo il lungo cappotto nero facendolo cadere a terra e lo stesso fa lui con il mio. Lo guido in camera da letto e qui ci stacchiamo per riprendere fiato. Mi tiene il volto tra le mani.
"Ti desidero..."
Mi sento avvampare e mi lancio nuovamente sulle sue labbra. Inizio a sbottonargli la camicia e lui mi slaccia il vestito.
Mi ritrovo in intimo seduta a cavalcioni sopra di lui che ora ha indosso solo i pantaloni. Faccio scorrere una mano sui suoi addominali scolpiti mentre lui slaccia il mio reggiseno prima di lanciarlo in un punto indefinito della camera. Mi da un bacio in mezzo al seno poi inizia a leccarmi un capezzolo e a stringere l'altro con le dita. Un gemito di piacere mi sfugge di bocca. Sgancio il bottone dei suoi pantaloni e tiro giù la cerniera. Infilo la mano e avverto subito la sua erezione. Afferro il suo membro e inizio a massaggiarlo. Lui mi stringe e capovolge la situazione. Ora sono io sotto. Thomas si leva i pantaloni e io il perizoma. Si posiziona tra le mie gambe e mi bacia. Fa scorrere due dita sulla mia intimità e inizia a fare dei movimenti circolari. Gemo ancora una volta soffocando un urlo quando lo sento entrare con tre dita. Dopo un po' smette e avvicina il suo bacino al mio. Mi penetra lentamente guardandomi intensamente negli occhi. Inizialmente i suoi movimenti sono lenti ma poi inizia ad accelerare sospirando di piacere. I nostri versi si uniscono e sento che sto per arrivare al punto di non ritorno. Raggiungiamo insieme l'orgasmo.
Lui si stende affianco a me cercando di riprendere fiato. Appoggio la testa sul suo petto e lui mi stringe a se con un braccio. Era da tanto che non mi sentivo così con un uomo. Inizio a sentire gli occhi pesanti finché il sonno non mi vince del tutto e mi addormento pensando a lui.