Pov Emily
"Allora Thomas non mentiva, quando mi ha detto che vuoi andartene!" esclama Jenna, la mia coinquilina, mentre tiene la schiena appoggiata allo stipite della porta.
"Per quale assurdo motivo ti ha chiamato stavolta?" le chiedo, chiudendo l'anta del mio armadio.
"Non mi ha chiamata, l'ho incontrato fuori dalla palestra" mi spiega lei, affranta "Avresti dovuto vederlo, era così pallido e spento, sembrava un cane bastonato!"
A stento riesco a trattenere una risata.
Thomas che soffre per amore, non ci crederei nemmeno se lo vedessi con i miei occhi.
"Da quando in qua sei diventata così insensibile?"
"Da quando ho capito che quell'uomo non ha fatto altro che portarmi guai negli ultimi tre anni" con delicatezza appoggio la mia felpa preferita sul letto e inizio a piegarla.
"Credo che tu debba dargli un altra occasione" esclama Jenna.
Sono giorni che cerca di convincermi a perdonare Thomas, temo che lui le abbia promesso dei gioielli preziosi in cambio del suo aiuto, e non mi stupirei di questo: con le sue finte buone maniere, e i suoi soldi, lui riesce sempre a comprare tutti.
È abituato a ottenere sempre tutto quello che vuole, ma stavolta non andrà così.
"Io invece penso che, visto che ti piace così tanto potresti iniziare a frequentarlo tu" rido, riponendo la felpa nel trolley "Anche se non te lo consiglio è un amante davvero pessimo."
"Non è il mio tipo, lo sai."
"Non si direbbe da come lo difendi ultimamente" non perdo l'occasione di farle notare quanto il suo supporto a Thomas mi infastidisca.
"Io sto solo cercando di farti ragionare!" sbotta Jenna, mentre io mi sposto nel salotto "Infondo non è successo niente di così grave..."
"Jenna..." mi volto di scatto, ritrovandomi faccia a faccia con la mia amica "Non vorrei mettermi a litigare con te proprio oggi che sto lasciando Boston"
Jenna alza le mani, in segno di pace, ed io scivolo tra le sue braccia.
Ci abbracciamo forte, con l'intensità tipica dei momenti di sofferenza, di quando saluti qualcuno a cui tieni particolarmente.
Perché nonostante le nostre divergenze e le opinioni contrastanti, Jenna è la persona più cara che ho qui in città.
Senza di lei non sarei mai riuscita ad ambientarmi e a costruirmi una vita tra tutti questi musei e grattacieli.
La sua presenza e il suo affetto costanti mi hanno permesso di superare molti momenti difficili, durante i quali mi sentivo persa e senza una vera meta.
Jenna è stata la mia roccia per tutto questo tempo, il mio faro nella nebbia, ma dopo tutto ciò che è accaduto nelle ultime settimane ho capito che se voglio stare meglio devo allontanarmi per un po', rinunciando al suo supporto.
Non posso restare un solo istante di più in questa città, dove tutto mi ricorda dell'amore che ho perduto e della vita perfetta che avevo fino a tre settimane fa.
"Starò via solo due o tre settimane" sussurro, cercando di rassicurare anche me stessa "Mi serve del tempo per riflettere"
"Cerca di fare la brava in Vermont, sorellina" sento le braccia di Jenna avvolgermi con ancora più forza.
Le piace chiamarmi così: dice che se avesse avuto una sorella minore, sarebbe stata proprio come me, timida, dolce e taciturna, e io penso spesso che se avessi avuto una sorella maggiore avrei voluto che fosse come Jenna, tenace, sicura di sé e propositiva.
I nostri caratteri si completano a vicenda e si incastrano tra loro come i pezzi di un puzzle perfetto.
"E tu cerca di non divertirti troppo" rido, sciogliendo il nostro abbraccio.
"Questo non posso proprio prometterlo."
Salgo in auto una decina di abbracci e qualche lacrima dopo.
Lancio una rapida occhiata ai sedili posteriori prima di partire, e vedo tutta la mia vita chiusa in un trolley da viaggio rosa e un borsone nero mal concio.
La notte di San Silvestro, quando avevo immaginato i primi mesi di questo nuovo anno, non avevo certo pensato che mi sarei ritrovata, dopo appena due mesi, spaesata e senza un terreno sul quale appoggiarmi salda.
In poche settimane ho perso tutto: l'amore e il mio lavoro, mi restano solo una manciata di risparmi e i miei sogni, impacchettati tra lo shampoo alla mandorla e il tubetto del dentifricio sottomarca.
Non mi rimane niente, se non le mie aspirazioni e le mie radici, a cui sto tornando, sconfitta e delusa.
Ritorno a casa, da mio padre, a Middlebury, nel Vermont.
Lui ancora non lo sa, non ho avuto molto tempo per avvisarlo: ho deciso tutto all'ultimo minuto.
Se voglio ricostruire la mia vita devo allontanarmi da Boston e dai ricordi che costudisce.
Percorro le strade della città a rallentatore, con il cuore anestetizzato.
Non sono mai stata brava a lasciarmi il passato alle spalle e ricominciare, e anche questa volta so che non sarà diverso, ma devo farlo, ne sento la necessità.
Ho bisogno di dedicare del tempo a me stessa e di riflettere su come riempire la mia vita, ora che ho perso ogni punto di riferimento.
Per questo ho deciso di tornare a casa, dopo quasi cinque anni di assenza.
Non sarà facile, ma devo provarci.
Alzo lo sguardo, e vedo il cartello che segna la fine della città.
Lascio Boston alle mie spalle e mi dirigo verso Middlebury, dove i fiocchi di neve profumano di sciroppo d'acero.
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Our Valentines Bluff
ChickLitEmily Lane, una giovane apprendista cioccolatiera, ritorna nella sua città natale per festeggiare il compleanno del padre rimasto vedovo da poco. Ciò che nessuno sa, è che Emily è rientrata in Vermont per tutt'altra ragione... Durante il suo soggior...