~chapter nine~

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<<Edo, tesoro, dovresti andare a scuola.>> disse mia madre preoccupata.
<<Non me la sento mamma. >> risposi.
<<Okay, va bene...>> mia madre decise ri terminare la conversazione.
Lei uscì dalla stanza, spense le luci e chiuse la porta.

Io sdraiato all'interno delle mie coperte riuscivo a percepire la calma che si trovava all'esterno, ma non avendo forze, non sarei riuscito ad alzarmi.
"Perché? Perché Jason ha fatto ciò?" Queste parole mi continuarono a circolare nella mente come un fiume in piena, incessanti e irrefrenabili.
Ogni minuto che passava, io soffrivo sempre di più, fino a versare tutte le restanti lacrime aventi in corpo.
Dal comodino sentivo provenire la vibrazione del telefono, che veniva riempito continuamente di messaggi da parte di Jason.
Non ci tenevo però a rispondere, non dopo quello che mi fece.

Passarono ore ed io continuai a piangere all'interno della mia stanza.
<<Hey Edoo, stai benee?>> disse mio fratello Theo avvicinando le labbra alla porta e bussando su di essa.
Io non risposi.
<<Per favore, puoi aprire la porta? Così giochiamo un po' insieme, vedrai che non starai più male!>> disse con voce giocosa.
Io mi levai di torno le coperte, mi avvicinai piano alla porta e decisi di aprirla.
Dall'altra parte Theo, vestito con un pigiama a forma di dinosauro, e con un peluche in mano, mi sorrise.
Corse dentro e mi abbracciò ad una gamba, lo presi in braccio e andai verso il mio letto, accesi una lampada che si trovava affianco ad esso, per illuminare la stanza.
Lui mi sorrise ed io ricambiai, dopo presi un peluche e cominciai a giocare insieme.
Finito di giocare gli venne sonno, si sdraiò sul letto e mi guardò.
<<Mi racconti una storia fratellone?>> domandò sorridendo.
<<Certo.>> risposi facendo altrettanto.

Quando finì di raccontarla si addormentò, io mi sdraiai insieme a lui, e mi addormentai senza considerare minimamente il mio cellulare che continuava ancora a vibrare freneticamente.
Quando mi svegliai la sera Theo non era più sul mio letto, mi alzai strofinandomi gli occhi umidi e mi diressi in cucina, nella quale non c'era nessuno, girai per l'intera casa ma non c'era anima viva.

Ritornai in camera e presi in mano il cellulare, e vidi un messaggio di mia madre riferirmi che fosse andata via insieme a Theo e Jack a comprare qualche abito.
Io subito mi tranquillizzai, successivamente notai i messaggi di Jason.
"Che stai facendo?" "Perché non mi scrivi?" "Come mai oggi non c'eri a scuola?" "Mi sto preoccupando Edo" "Prendi in mano il cellulare"

Subito versai nuovamente qualche lacrima, per il fatto che lui non capisse quanto grave fosse quello che vidi la sera prima.
Ma decisi nonostante ciò di andare comunque a scuola il giorno dopo, e di trascorrere la mia vita tranquillamente senza ripensamenti.
La sera mangiai qualcosina ed andai direttamente a letto.
Svegliato, la mattina, mi vestì con dei pantaloncini e una giacca oversized rosa, andai direttamente a scuola senza mangiare nulla, come tutte le altre mattine d'altronde.
Arrivato andai in classe e mi sedetti affianco a Dayse, che in quel momento stava litigando tramite snapchat con il suo ragazzo, che continuò ad amare anche dopo quello che le fece.
<<Come mai non sei venuto a scuola ieri?>> domandò mentre continuava a fissare costantemente il cellulare con rabbia.
<<Mal di pancia.>> le dissi.
Lei mi guardò, e dopo ritornò a litigare con Peter, nel mentre io seguì la lezione.


Dopo di essa me ne andai in palestra, mi cambiai cercando di non osservare o incrociare lo sguardo di nessun ragazzo all'interno dello spogliatoio.
Uscì ed entrai in palestra, ma all'improvviso vidi Jason, mi girai per evitarlo ma lui mi vide, subito corse verso la mia direzione, io rapidamente presi il mio zaino e corsi via dalla palestra andando nel cortile della scuola.

Lui però mi rincorse e riuscì a raggiungermi.
<<Perché mi eviti?!>> mi urlò.
<<Stai zitto.>> sussurrai.
Si avvicinò a me e mi prese le mani, nel mentre continuò a bombardarmi di domande.
<<Che ti ho fatto?>> disse
La domanda seguì con un'altra.
<<Perché non mi guardi in faccia quando ti parlo?!>>
Io lo spinsi indietro.
<<Come si chiama?>> domandai.
<<Chi?>> domandò.
<<Quella ragazza.>> risposi.
<<Mi hai visto quella sera?! Aspetta ti posso spiegare!>> disse impanicato.
<<Non voglio sentire scuse, ho visto come ti divertivi su quella panchina!>> dissi infuriato piangendo.
<<Non è co-.>>
<<Non ti voglio più parlare!!>>dissi senza lasciarlo replicare.
<<Ti prego amore, è stata l-.>>

Lo interruppi ancora.
<<Sai una cosa? Avrei preferito non averti mai conosciuto.>> dissi.
<<Amore ti prego calmati.>> disse singhiozzando.
Mi allontanai da lui, lo guardai dritto negli occhi sofferenti, e sussurrai:
<<Ti odio, Jason.>> piangendo le prime lacrime di quella e lunga atroce giornata.

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