"Dio non li sopporto più sti imbecilli... Tra quanto finiscono di parlare?"
Mi sussurrò Gaia, con voce disperata all'orecchio, mentre gli imbecilli non ci stavano guardando, occupati ad ordinare qualcos'altro da bereIo accennai un sorriso divertito senza guardarla, con il calice di rosso alle labbra, era sempre così drammatica, però aveva ragione.
"Spero poco..."
Sussurrai con un tono ironico, sull'orlo di esplodere per tutti quei discorsi di merda.
Presi un sorso e poi guardai il segno del rossetto sul bicchierePer quanto l'ho pagato almeno non dovrebbe lasciare il segno...
Pensai, mentre gli altri avevano ripreso a blaterare di qualcosa."Bella" Mi chiamò uno di loro per attirare la mia attenzione.
"Posso chiamarti Bella vero?""Arabella, preferisco"
Gli rivolsi un sorriso sottile, falsamente cortese. Mi stavo impegnando davvero intensamente a non far capire quanto volessi solo andarmene"Certo, scusami" disse lui palesemente stupito dal fatto che non gli avessi concesso tutta quella confidenza.
Oh si certo chiamami come vuoi!
Ogni tuo desiderio, chiedimi e io eseguo!
Ma che cazzo pretendi?
Coglione."Ti stavo chiedendo da quanto lavori in questo campo."
"Oh" Il mio volto ormai paralizzato sullo stesso sorriso finto dall'inizio della serata, gli occhi spenti.
"Quasi undici anni"Quasi undici anni, cazzo era davvero tanto tempo.
Avevo fatto la mia prima passerella a 17 anni, ma i primi lavoretti a 16.
Ora ne stavo per fare 27.
In tutto quel tempo non avevo ancora imparato a sopportare le feste di lavoro.
Non sopportavo tutta quella ipocrisia e falsita. Erano tutti a leccare culi e fingersi interessati e interessanti per avere una promozione, un euro in più allo stipendio, un contatto in più.Chissà cosa avrei potuto fare in tutto quel tempo che ho perso ad ascoltare discorsi inutili e senza un nesso logico.
Forse pure una laurea...
Dio ma perché devo stare qui?Lui annuì, annoiato dalla mia risposta fredda e poi si volto verso Gaia, facendole la stessa domanda.
"Oh si, anch'io undici anni."
Avevamo iniziato a lavorare insieme nella stessa agenzia di moda e poi continuato di nuovo nella stessa anche quando avevamo cambiato. Era l'unico sostegno che avevo a questo genere di eventi.
Finì il calice e lo appoggiai sul bancone del bar, chiedendone un altro. Appena me lo riempirono presi un sorso.
Il tipo la stava ancora sommergendo di domande quando arrivo una nostra amica, dicendo di volerci presentare qualcuno.
Salutammo i due velocemente e appena fummo abbastanza lontane la ringraziai."Dio non li sopportavo più grazie davvero"
Dissi sorridendo, sincera questa volta"Allora chi ci vuoi presentare?"
Chiese Gaia curiosamente"Due miei amici vi volevano conoscere"
Rispose Chiara, con un sorriso furbo e pieno di sottintesi. "Ho pensato che potesse interessarvi...Sapete com'è...Gaia da quanto non scopi?"Io scoppiai a ridere e Gaia roteò gli occhi divertita.
"Ah ah ah, che simpatica." Disse lei "Tre mesi. Ne ho bisogno" Ammise accennando un sorriso divertito
"Vedi che avevo ragione? Sono due ragazzi simpatici, uno è un rapper e l'altro è il suo stylist. Secondo me potreste divertirvi."
aggiunse Chiara"Se mi assicuri che non sono due idioti. Ne ho già le palle piene di tutti quelli che stanno qui."
Mi lamentai, bevendo un sorso di vino
"Devo venire per forza?""Dai Bella come sei acida. Secondo me ne avresti più bisogno che Gaia. Sembra che non ti diverti da mesi. Tu da quanto tempo non ci provi con qualcuno? Sei anni?"
Disse ironica"L'ultima scopata era tre giorni fa."
"Vengo ma mi devi un favore."
Dissi pensando che in qualche modo se mi fossi stufata avrei trovato un modo per andarmene.Gaia rise, Chiara roteò gli occhi e la seguimmo dai suoi amici.
C'erano un gruppetto di ragazzi sui venticinque/trent'anni, sembravano probabilmente tutti musicisti, magari erano fidanzati di mie colleghe o avevano fatto qualche collab con qualche marchio famoso. Mi fece strano vedere così tanti musicisti a una festa dell'ambiente moda, mi infastidiva parecchio. Io, Gaia, Chiara, avevamo lavorato così tanto per arrivare li e adesso quei cretini che non conoscevano nulla di quello che aveano intorno erano lsolo perché qualche loro canzone di merda era andata virale.
Forse ero troppo cattiva ma dio mio, se non avessero avuto una ragione valida per stare li me li sarei mangiati vivi.
Vorrei già andarmene.
Chiara salutò i suoi amici e parlano un po'.
Io non li guardai neanche, osservando la situazione generale della festa, ormai erano almeno due ore che andava avanti e io mi stavo annoiando a morte.
I miei vestiti erano scomodi, la minigonna continuava a salire, i collant di pizzo mi pizzicavano le gambe, il corsetto mi stringeva e il ferretto sembrava volesse scavarmi nella pelle.
E poi i tacchi. Dio mio. Non sarei ma uscita senza ma perchè avessi scelto un tacco così alto in una serata del genere in cui sarei rimasta tutto il tempo in piedi non me lo sarei spiegata mai.
Volevo solo fumare e tornare a casa.
O anche il contrario.
Bastava andarmene prima di avere una cazzo di paresi facciale per quel sorriso cortese che dovevo fingere.Che festa di merda.
Chiara ci venne a chiamare per presentarci i suoi due amici.
Finì il bicchiere di vino in un sorso solo per darmi la forza di sopportare l'ennesima discussione inutile, e la raggiungemmo."Piacere Luca" disse uno dei due con un sorriso gentile, porgendoci la mano e Gaia la afferrò subito
"Gaia" disse ricambiando il sorriso
Guardai Gaia divertita, mentre sentivo lo sguardo dell'altro addosso.
"Lui è il suo stylist" Disse Chiara senza lasciarmi spazio per presentarmi, indicando il ragazzo accanto a Luca.
Guardai il ragazzo. Era molto alto, io ero 1.73 con un tacco otto e lui era almeno dieci centimetri più di me. Aveva un viso lungo, molto elegante, dei dread molto lunghi che gli scivolavano sulle spalle perfettamente.
Mi sembrava di averlo già visto."Beh un ottimo stylist" dissi osservando come fosse vestito il ragazzo.
Indossava Maison Margiela e il completo gli stava alla perfezione, era il giusto equilibrio tra un elegante classico e lo stravagante, con qualcosa che rimandava al haute couture.
Lui rimase li a farsi osservare, con un leggero sorriso divertito.
Luca mi ringraziò del complimento e il ragazzo finalmente si presentò, porgendo la mano direttamente a me.
"Ghali" disse semplicemente, senza togliersi quel sorriso dalla faccia.
Afferrai la sua mano.
"Arabella"
Aveva una presa salda, forte, sicura.
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𝑴𝐚𝐧𝒆𝐭𝐞𝑟 - 𝑔𝒉𝑎𝑙𝑖
Fanfic!!! linguaggio volgare e immagini violente !!! Arabella è una modella di fama internazionale. Bellissima, intelligente e totalmente annoiata da tutto quello che la circonda. Ha una storia particolare e una rabbia profonda che reprime costantemente. ...