Capitolo 2

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Stamattina mi sono svegliata depressa, cose che capitano quando stai per morire... L'unica cosa che mi fa stare meglio quando mi sveglio con questo umore è andare in biblioteca, peccato che oggi sia domenica, e come ogni domenica è chiusa, quindi non mi resta altro da fare che rimanermene in casa, sotto le coperte a guardarmi uno stupido programma che non mi faccia pensare; l'unica cosa che non voglio fare oggi è pensare...

So che in quanto ragazza morente a cui non rimane altro che un anno di vita dovrei essere più reattiva, fare cose, conoscere persone, ma non ci riesco, non voglio far soffrire nessuno, non voglio essere costretta a dover dire addio ad altre persone, ci saranno già mia madre e Lisbon a soffrire per la mia dipartita, non ho bisogno che altre persone si preoccupino per me o che piangano la mia morte... sarebbe da egoisti, e io non mi sono mai considerata una persona egoista, quindi, mi limito ad attendere la morte nella prigione che mi sono costruita da sola, la mia camera.

Ogni tanto però penso anche io a come sarebbe poter avere ancora molto tempo da vivere... e soprattuto a come sarebbe avere qualcuno al mio fianco.

Ebbene si, non ho mai avuto un ragazzo, non che non lo avessi voluto, solo che non ce n'è mai stata l'occasione, prima mi consideravo troppo piccola, poi quando ho raggiunto l'età giusta... beh, il mio cervello ha deciso di auto-eliminarsi, perciò non ho ancora mai provato o sperimentato la gioia di amare qualcuno e di essere amata, che cosa triste. La mia pelle non conoscerà mai il piacere del tocco delicato dell'amore, non saprò mai cosa voglia dire tenere a qualcuno a tal punto da starci insieme, da fondermi con una persona, non assaporerò mai le labbra di qualcuno, ne potrò far conoscere i miei pensieri, le mie aspirazioni, la mia immensa voglia di viaggiare e di vivere, che ormai, tuttavia, si sta spegnendo; attendo solo il giorno in cui il mio corpo esalerà l'ultimo respiro, temo la morte, ma solo perché ho paura di soffrire, cosa accadrà al mio corpo una volta che il cancro si sarà impossessato di me e dei miei pensieri ?

Decisamente non posso più vivere così. Non voglio più prolungare l'agognante attesa... voglio decidere io quando andarmene, voglio essere io la responsabile del mio destino, non posso lasciare tutto al caso, voglio essere io a decidere.

Mi alzo per andare in bagno, non so cosa sto facendo, non so nemmeno perché sto prendendo le forbici dal cassetto, o forse si, lo so perché lo sto facendo, non voglio più attendere, non voglio più aspettare quello che è inevitabile, sono stanca, voglio solo poter smettere di pensare, non voglio più dover pensare, soffrire, andare in ospedale, farmi le flebo, non voglio più niente di tutto questo.

Lo sto per fare.. ci siamo... posiziono le forbicine sulle braccia e mi preparo ad affondare la lama.

Il telefono squilla..... Cazzo!

E' Lisbon, questa ragazza ha decisamente un tempismo pessimo, rinsavisco, forse dovrei esserle grata, non so cosa mi sia preso, non posso farlo... mia madre ne morirebbe, non posso toglierle del tempo, è per lei che sono ancora viva, non posso permettermi di ricascarci... da oggi basta, soffrirò... continuerò a soffrire, perché infondo, è il dolore che ci ricorda di essere ancora vivi.

" Hey bellezza!"

" Hey Lisb"

" Ti sento affannata, tutto okay?"

" si si, ho solo fatto le scale di corsa per prendere il telefono, dimmi tutto"

" Oggi ti va di venire in spiaggia con me e Clarence?"

" No, grazie"

" Daiii, ti ho anche preso la tenda da campeggio di mio papà per non farti prendere il sole, Clarence verrà fra 30 minuti a prendermi con un fuoristrada che gli ha prestato un suo amico, ti prego, vieni anche tu, ti passiamo a prendere fra 45 minuti"

" Lisb..."

" Lo so, ma oggi voglio stare con te, non dirmi no"

"mmm.... okay"

" Ottimo, ti voglio bene, portati il costume, stasera si cena in spiaggia"

"Libs.."

Mi ha chiuso il telefono in faccia.

E va bene, godiamoci la giornata. Direi che è ora di andare a rovistare nel mio armadio in cerca di qualcosa di decente da mettermi... la prima cosa che mi capita fra le mani sono un paio di pantaloncini corti color verde militare con delle stelle disegnate sulla coscia, prendo una felpa a zip bianca per la sera e una canotta bianca leggermente trasparente, la frangetta oggi mi irrita, quindi la pinzo con delle mollette a forma di stella e infine metto le mie converse bianche, manca solo il costume... penso che ne metterò uno nero... via il dente via il dolore.

Mi preparo e noto che ho delle occhiaie scurissime e le labbra bianche e per evitare di sembrare un fantasma prima del tempo, decido di truccarmi un pochino, infondo, anche io sono una ragazza e necessito di un'aggiustatina, metto un pochino di correttore sotto le occhiaie, un filo di blush in crema rosato e infine un po di rossetto rosa scuro sulle labbra, giusto per dare loro un pò di colore.

Esattamente come aveva detto Lisbon, lei e Clarence sono arrivati puntualissimi sotto casa mia, ma con mia grande sorpresa al volante del grande fuoristrada nero non c'è Clarence, bensì quella faccia da culo del ragazzo della sera prima... oh no... non prevedo nulla di buono.

Lisbon è seduta sul sedile posteriore mentre Clarence in quello vicino al conducente, così apro la porta posteriore e mi accingo a salire, peccato che il mio metro e 55 scarso non mi permetta di raggiunge la cazzo di pedana di quel mostro di macchina... che vita di merda.

" Nath, sei sicura di farcela?"

" Si, non c'è bisogno che tu mi aiuti a salire, ce la faccio da sola"

Non ci credo nemmeno io, sono 5 minuti buoni che sto provando a salire su questa cazzo di macchina.

" Senti nanetta, non abbiamo tutto il giorno, perché non lasci perdere l'impresa e ti fai dare una mano?"

"Zitto Clarence, ho detto che ce la faccio da sola"

Tentando in tutti i modi di salire, facendo la figura della deficiente non mi sono resa conto che qualcuno nel frattempo è sceso dalla macchina, e proprio quel qualcuno mi afferra per la vita e mi tira su con una facilità incredibile, finalmente all'interno della vettura, mi giro in direzione del mio " salvatore" e scorgo lo sguardo di Hunter.

" Non avevo voglia di stare qui tutto il giorno a causa di una cazzo di impedita"

" Cosa hai detto?!"

" Nulla"

"Si certo, nulla, proprio come ieri"

" Non so di cosa tu stia parlando"

" Ieri, alla festa, quando mi hai praticamente aggredita brutto psicopatico"

" Tesoro dovresti proprio fare pace con il cervello, non ti ho mai vista in vita mia"

" MA... "

Guardo Lisbon in cerca di un qualche aiuto, ma vedo che ha lo sguardo affranto... "cervello"... la parola che Hunter a pronunciato poco fa per Lisbon è diventata un tabù, non vuole più sentirla pronunciare... forse perché ho un tumore al cervello che mi sta lentamente uccidendo, ma non sono sicura sia per quello ahaha.

Le metto una mano sulla spalla e la guardo intensamente " non fa nulla.. va bene così", lei capisce la natura del mio sguardo e torna a sorridere.

" Alloraaa, siamo pronti a partireeee... "

E così Lisbon con la sua finta gioia da l'imput ad Hunter di muovere la macchina in direzione della spiaggia.

E' solo un altro giorno come tanti... vero?

Cerco di convincermi che oggi sia solo una giornata come le altre che posso gestire di stare per un giorno intero con un cretino ubriacone e incredibilmente sexy e forte... posso farcela. 


Come ho fatto ad innamorarmi di una come te ?!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora