Capitolo 3

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Non so cosa mi spinse a parlare la prima volta con quella ragazza, so solo che stavo cercando il bagno e lei era li, intenta a leggere un libro, la guardai accarezzare le pagine setose del romanzo e notai che la maglietta le era salita mostrando completamente la sua pancia, pensai che dovesse avere una pelle morbidissima, il mio cervello un pò annebbiato dall'alcol mi suggerii di dirle qualcosa, di attirare la sua attenzione, ma, invece di richiamarla in modo cortese, la apostrofai in maniera così sgarbata e arrogante che lei non potè fare altro che guardarmi con un certo fastidio negli occhi, e come darle torto, però continuai, incapace di smettere di parlarle, non la capivo e l'irritazione che provavo si manifestava nelle mie risposte; doveva odiarmi.
Quando mi avvicinai a lei e la guardai dritta negli occhi il mio cuore ebbe un sussulto, erano occhi privi di vita, non esprimevano nulla, nemmeno paura, eppure avrebbe dovuto essere terrorizzata dal mio avvicinamento repentino, ma lei, lei non lo era, non mostrava alcun segno di emozione, così, tutto quello che feci fu mettermi a ridere, non avevo più il controllo del mio corpo, nulla di quello che facevo era voluto da me, agivo in modo meccanico, d'altra parte ero sempre stato abituato a non dover muovere un solo muscolo per provarci con una ragazza, erano loro che venivano da me, ma con lei, no.
Non sapevo perché volessi a tutti i vostri provarci con lei, era una ragazza banalissima e quasi insignificante, ma appena le guardai gli occhi mi fu chiaro, lei era come me, insensibile alla vita.
Così dopo averla offesa me na andai, tornai a casa.
Quello che non sapevo è che quella ragazza apparentemente insignificante sarebbe diventata a tutti gli effetti la persona più importante della mia intera esistenza, e ogni giorno sono costretto a vivere nella consapevolezza di averla persa per sempre e che tutto ciò che eravamo non potrà più esistere.
—————————————————————————————————————————————————Ormai è notte, alcuni ragazzi hanno fatto un falò sulla spiaggia, Lisbon è emozionantissima per questa giornata che abbiamo passato al mare, malgrado quello che pensavo anche io mi sono divertita molto, ho passato tutta la mattinata a leggere dentro la tenda che Clarence e Lis hanno montato per me, e una volta sceso il sole mi sono goduta anche io le piacevoli onde del mare che trasportavano il mio corpo, come se fossi una naufraga priva di forze mi sono lasciata cullare dal ritmo continuo del mare, l'acqua iniziava a sprigionare il calore che aveva assorbito dal sole e io ero in pace, non provavo nulla, nelle orecchie i rumori erano attoniti dall'acqua, in quel piccolo spazio di mondo, io ero l'unico essere umano, ero sola e non ero malata, per quelle ore passate stesa sull'oceano il mio cervello era un semplicissimo accessorio del mio organismo, non ero nulla se non parte del mare.

Fortunatamente Hunter non si è fatto vedere per tutto il giorno continuamente occupato a provarci con una ragazza diversa, solo all'ora di pranzo ho dovuto vedere la sua irritante faccia, ma con mia grande sorpresa si è astenuto dal fare battutine ironiche sulla tenda o su di me.

Dopo questa giornata passata al mare ho preso una decisione, fingerò che tutto nella mia vita vada bene, smetterò di pensare alla mia malattia, smetterò di pensare a tutto ciò che comporta il morire e cercherò di fare come ho sempre fatto, cercherò di vivere il tempo che mi rimane facendo solo cose che mi piace fare e stando con Lis e mia madre; non sarà facile, ma sono stufa di soffrire continuamente, voglio anche io un pò di pace interiore, voglio sentirmi anche io viva.

Osservo le fiamme del falò danzare in modo sinuoso, sono talmente vicina al fuoco che sento le guance andare in fiamme, ma non mi importa, sono serena, sento le onde del mare infrangersi sugli scogli, il rumore scoppiettante della legna che arde, sento il calore, sento l'odore della brezza marina, le dita dei piedi giocano con la sabbia umida e i capelli corti si muovono al vento, getto la testa all'indietro e mi godo questi piccoli attimi di vita, niente potrebbe rovinare questo momento.

" Se stai così vicina al fuoco rischi di bruciarti la punta del naso, stramboide"

" E quindi? Sono io a dovermene preoccupare, non tu... E poi.. stramboide?"

Come ho fatto ad innamorarmi di una come te ?!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora