Capitolo VII/2 - Correre

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Elisa

Mi sento come se un masso mi fosse caduto addosso, schiacciandomi inesorabilmente contro l'asfalto bollente.

Perché sono venuta qui, esattamente? Per confidarmi con uno... sconosciuto? E confidarmi di cosa, poi?

Dell'uomo che ho scelto e di cui non riesco a liberarmi?

Sono patetica.

Sono solo una stupida incapace di assumersi le sue responsabilità.

Che cosa sto facendo; cosa sto combinando?

Ho già chiesto scusa a Leonardo, era l'unica cosa che dovevo fare e l'ho fatta. Non c'è motivo per me di restare.

Allora, perché non mi sento meglio? Perché continuo a provare così tanto dolore?

Voglio allontanarmi il più lontano possibile da qui!

Ho quasi raggiunto il bordo della strada, quando sento un braccio afferrarmi con forza e trascinarmi indietro.

Di nuovo provo quella sensazione di oppressione. Qualcuno mi blocca, costringendomi a deviare dal percorso che avevo scelto.

Mi volto accigliata, stravolta, e rispondo con rabbia, quasi urlando: "Lasciami andare!"

Un brivido di paura mi attraversa il petto mentre ritraggo il braccio, inorridita, ma la presa intorno al mio polso si fa più stretta, quasi dolorosa.

Il tempo sembra fermarsi.

Di fronte a me non c'è il volto temibile di Daniel, che mi trafigge con le sue iridi scure e spaventose, ma piuttosto mi trovo di fronte all'espressione preoccupata di un volto umano, racchiusa in due iridi chiare, limpide come il cielo più sereno.

È Leonardo.

Il tempo sembra riprendere il suo corso non appena comincia a parlare.

"Elisa, devi stare attenta! Stavi per essere investita," la sua voce trasuda di agitazione.

Cosa? Stavo per essere investita?

Mi guardo attorno incredula, e effettivamente mi rendo conto di essere pericolosamente vicina alla strada, poco distante dal marciapiede. Ero così persa nei miei pensieri che mi sono completamente estraniata dal mondo.

E per un solo istante, ho rischiato di lasciarlo.

Qualche passante ci fissa incuriosito, forse pensando che sono una matta. Alla fine nessuno si è degnato di intervenire, limitandosi a fare da spettatore, come al solito.

Se non ci fosse stato Leonardo, mi sarebbe accaduto qualcosa di terribile?

"Allontaniamoci da qui," mi dice lui con una delicatezza priva di falsa dolcezza, ma decisa.

Riesce a placare la mia ansia con la sua presenza rassicurante, e sento la tensione svanire, dissolversi nel nulla.

Se al suo posto ci fosse stato Daniel, avrebbe peggiorato la situazione, ricoprendomi di insulti e rimproveri, facendomi pesare quanto accaduto.

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