Capitolo I/2 - La Protetta

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Elisa

Oggi è stata una giornata particolarmente impegnativa all'università. Frequento il terzo anno di magistrale, ma sembra non finire mai. Ultimamente ci sono anche delle cose che mi turbano e non mi permettono di concentrarmi, quindi sono rimasta indietro con degli argomenti e recuperare mi sembra quasi impossibile.

Tra le tante cose, la scorsa settimana ho preso in prestito un libro sbagliato e ora devo tornare in biblioteca per restituirlo, altrimenti rischio una sospensione del prestito. Non è la prima volta che mi reco lì, essendo registrata come membro della biblioteca e godendo dei miei vantaggi. Certamente, non voglio perderli.

La biblioteca Rossi è privata, ma è la più prestigiosa della città, persino più dell'università. Sono sempre ben forniti e il personale è molto competente.

Devo e voglio restituire questo libro!

"Buongiorno," dico non appena entro, dirigendomi al bancone di legno dietro cui c'è il proprietario, intento a leggere.

"Beh, semmai buonasera, cara," mi fa notare, sollevando lo sguardo dal libro.

"Mi perdoni, giornata frenetica."

Vorrei tanto sprofondare dall'imbarazzo.

Il signor Rossi scuote la testa, perplesso. Chiude il libro che stava leggendo e lo lascia sul bancone. Volge lo sguardo verso le grandi vetrate che si affacciano sulla città, appena in lontananza.

"Anche noi andiamo di fretta, dovremmo chiudere e tornare a casa. Non è proprio l'orario giusto per piombare qui così. "

Nonostante non sembri di buon umore, non mi scoraggio e faccio la mia richiesta. Sono arrivata fin qui e non vorrei tornare indietro, rischiando di perdere la lezione di domani mattina.

Ho l'urgenza di restituire il libro entro oggi, senza ulteriori ritardi.

Rimango fissa a guardarlo e l'uomo sembra comprendere la mia necessità. Allora alza lo sguardo e osserva i piani più in alto.

Questa biblioteca conta fino a quattro piani, tutti ben visibili. Dal centro si diramano larghe scale in legno, delimitate da ringhiere bianche e serpeggianti. È un luogo che richiama la bellezza dell'antico, ma in realtà emergono dettagli inaspettatamente moderni.

Il secondo piano, in particolare, ospita postazioni con computer di ultima generazione e sale dotate di proiettori e LIM, offrendo tutto il necessario per ampliare le proprie conoscenze.

La fusione di elementi tradizionali e tecnologici conferisce un fascino unico a quest'ambiente.

I mie pensieri vengono scossi dalle urla del proprietario, che ha una voce fastidiosamente graffiante.

"Leonardo! Vieni qua, fa presto che sono stanco. Leonardo!"

All'improvviso, vedo questo ragazzo scendere di corsa le scale. Lo riconosco immediatamente; spesso lo noto qui, ma non gli ho mai rivolto la parola. Sembra quasi un fantasma che cammina; le sue tonalità fisiche sono così fredde che mi distanziano. Non riesco a stargli troppo vicino.

"Eccomi signore. Qual è il problema?"

Anche se sfoggia un ampio sorriso, mi sembra meno caloroso di quanto dovrebbe apparire.

"Vedi un po' che vuole questa ragazza e trattala bene, è una cliente abituale. Io mi faccio un giro per vedere se c'è altro da fare."

Il ragazzo annuisce prontamente e subito si mette a disposizione. Nonostante la sua disponibilità, mi ha sempre trasmesso una sensazione poco confortante, motivo per cui non ho mai preso confidenza con lui.

È bianco come il latte.

Gli confido rapidamente il titolo del libro che ho in mio possesso, aggiungendo l'autore e l'edizione. Inoltre, gli spiego quale libro vorrei avere. Sembra capire immediatamente e mi chiede di seguirlo.

Mentre camminiamo, inizia a parlarmi. La sua voce è delicata e sottile, ma a tratti, verso la fine delle parole, diventa più profonda.

"Allora, intanto se mi dici come ti chiami, dopo cerco sull'elenco il tuo nome, così aggiorno il tuo status e possiamo effettuare lo scambio dei libri".

"Mi chiamo Elisa...", tentenno per un istante, "Elisa Sempreverdi."

Non vorrei che questa conversazione andasse oltre quello per cui sono venuta qui.

Scova il mio libro in pochissimo tempo e me lo porge. Lo afferro troppo in fretta, sembrando quasi che glielo abbia tirato via dalle mani; infatti, fa una strana smorfia.

Arrivati al bancone, scrive sul registro cartaceo e poi riporta le informazioni su quello digitale. Devo ammettere che ha una calligrafia veramente stupenda. È così fluida, priva di sbavature, dritta e sottile.

"Elisa, ho completato la procedura. Per cortesia, metteresti una firma qui e anche qui? Grazie."

Caspita, è davvero abile nel suo lavoro, anche se ammetto che mi fa comunque un po' impressione.

"Certo. Avevi detto qui, giusto?" 

"Sì, esattamente qui," mi fa notare, accompagnando le sue parole con un altro luminoso sorriso.

Tuttavia, c'è qualcosa di ambivalente in quel sorriso; da un lato è gioioso, d'altro inquietante, ma in qualche modo affascinante.

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Pronti per la prossima e ultima parte del primo capitolo?

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Pronti per la prossima e ultima parte del primo capitolo?

Cosa vi trasmette Leonardo, lo vedete come lo vede Elisa?

Alla prossima!

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