II. Guardami

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Lo ha evitato per tutto il giorno. Chiusa nella propria stanza, Nayara teme il momento in cui sarà costretta a uscire. Non vuole vederlo, non ancora.

È sdraiata sul letto, lo sguardo fisso sul cielo oltre la finestra che diventa più scuro ogni ora che passa. A breve la chiameranno per la cena. Ha lo stomaco serrato, la mente stanca a furia di rimuginare.

Alla fine sceglie di comunicare che salterà il pasto, così si alza e raggiunge la porta. In punta di piedi, si affaccia nel corridoio e sbircia in fondo. La porta della camera di Ramsay è chiusa, così lei può tirare un sospiro.

Sta per raggiungere le scale quando lo scatto di una serratura la fa trasalire. Alle sue spalle, Ramsay esce dal bagno padronale a torso nudo, i capelli ancora bagnati e lo sguardo corrucciato, severo. Nel vederla si ferma, il viso si distende e un leggero sorrisetto appare sulle sue labbra.

«Sorella» le dice andandole incontro.

Nayara lo guarda avvicinarsi senza parlare, confusa dalla marea di sentimenti contrastanti che le sono esplosi nel petto nel vederlo.

Gli occhi di Ramsay la accarezzano tutta, penetrando infine nei suoi.

«Dove sei stata?» sibila a un soffio dal suo viso.

Nayara è costretta a distogliere lo sguardo, incapace di sopportare il peso degli occhi di ghiaccio di suo fratello che la attraggono e la intimoriscono allo stesso modo.

«Ero con Portia» risponde con un filo di voce, evitando accuratamente il suo sguardo. «Abbiamo fatto acquisti per le nozze».

Si sente sempre in dovere di dargli spiegazioni, di giustificarsi. Essendo il maggiore, Ramsay esercita da sempre un potere protettivo su di lei che la costringe a dirgli sempre tutto. Se omette qualcosa o se osa mentirgli, la sua furia si abbatte su di lei. Non le ha mai fatto male, ma non c'è nulla di più doloroso di vedere quelle iridi azzurre illuminarsi di una luce violenta e piena di rabbia rivolta contro di lei.

Ramsay non alza mai la voce, non la sgrida e non la colpisce. Mai. È il tono mellifluo e persuasivo che riserva solo a lei, le parole striscianti e pericolose che pronuncia per convincerla a fare ciò che lui vuole che Nayara teme. La fa sentire in suo totale possesso, vincolata a lui e al dominio che ha su di lei.

Suo fratello tira un sorrisetto soddisfatto, poi fa un ulteriore passo avanti. Si sporge in avanti cercando la sua bocca, ma lei si ritrae e volta il capo di lato. E questo a lui non piace.

Con uno scatto felino le afferra il viso in una mano e la costringe ad arretrare finché Nayara non sente la propria schiena colpire la parete.

«Cosa c'è, non vuoi più vedermi dopo ieri notte?» fa lui quasi ringhiandole addosso.

«Zitto, ti sentiranno» replica debolmente Nayara, ostinandosi a non guardarlo ma senza riuscire a sfuggire alla sua presa.

«Eppure non puoi negare che ti sia piaciuto» continua lui imperterrito. «Quasi urlavi di piacere. Ti faceva godere sentirmi dentro di te, vero?»

Al ricordo di quelle oscenità, Nayara si divincola. La presa di Ramsay diventa più forte, ma lei riesce ad assestargli uno schiaffo sul viso appena rasato. Lui si ritrae d'istinto, gli occhi accesi di furia, portandosi una mano sulla guancia offesa.

«Smettila» sibila Nayara, accertandosi con un'occhiata che dalle scale non salga nessuno. «Non capisci che è sbagliato? Come fai a non sentirti-»

«Taci, piccola stronza» ringhia Ramsay avventandosi su di lei. Preme la bocca sulla sua con forza spietata e Nayara si sente perduta. Come può resistere a questo?

Black Snow | Game of Thrones • Ramsay BoltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora