Amelie

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Wille's pov:
Ero seduto nella sala d'attesa dell'aeroporto insieme ai miei genitori, con le cuffie nelle orecchie e la musica di Travis Scott in loop.
Era la mia prima volta su un aereo, e l'emozione mi rendeva nervoso ma anche eccitato. Guardavo le persone intorno a me, chiedendomi dove stessero andando e cosa avrebbero fatto una volta arrivati a destinazione.

Mentre aspettavo il mio volo per Londra, cercavo di concentrarmi sulla musica per distrarmi dalla paura del volo.
...
Finalmente è arrivato il momento di imbarcarsi sull'aereo. Finché l'aereo decollava, ho chiuso gli occhi e mi sono lasciato trasportare dalla musica.
Sapevo che stavo per intraprendere un viaggio straordinario che avrei ricordato per sempre.

Quando ho riaperto gli occhi ero già a destinazione.
Mi alzo dal mio sedile per sbirciare dal finestrino dell'aereo ed eccola lì, Londra.

Ci abbiamo messo poco ad arrivare al nostro appartamento per mettere giù le valigie.

"Wilhelm, noi restiamo un po' qui a sistemare alcune cose, se vuoi andare a fare un giro qui vicino fai pure, so che non vedi l'ora." Ha detto mia mamma con un sorriso stampato in faccia.
Anche lei ha sempre amato Londra, solo che a differenza mia c'era già stata più volte.

Ad ogni modo, non persi un attimo e feci come mi aveva detto lei. Sapevo che qualcosa di incredibile mi aspettava là fuori, ma mai mi sarei immaginato questo.
...
Mentre mi dirigevo verso il British Museum infatti incrociai lo sguardo di una ragazza che stava uscendo da una piccola libreria. Era alta, con lunghi capelli castani e occhi che sembravano riflettere la storia della città. Ho subito notato il libro che stringeva tra le mani: "Macbeth" di William Shakespeare.
Non pensavo esistessero persone che leggono ancora Shakespeare oggi e questo mi ha subito suscitato un certo interesse verso quella ragazza, diversa dalle solite ragazze che leggono solo cose romantiche adolescenziali.
Ma io cosa posso saperne di libri che se ne leggo uno all'anno è già tanto.

Dunque senza pensarci due volte, ho deciso di seguire quella ragazza. È strano, lo so.
O più che strano, è da pazzo, maniaco, psicopatico.
Non è nel mio carattere essere così impulsivo, ma quella ragazza mi ha catturato da subito: dovevo conoscerla.

L'ho seguita per le varie strade di Londra, osservando con curiosità ogni suo movimento, fino a quando non si è fermata in un bar e ho approfittato dell'occasione per avvicinarmi.

"Scusa, posso sedermi con te?", ho chiesto timidamente.

"Certamente", ha risposto, sorridendo.
Il suo sorriso era luminoso e mi ha fatto sentire a mio agio immediatamente.

Abbiamo iniziato a parlare di Londra, di noi e delle nostre vite. Si chiamava Amelie, veniva da New York ed era a Londra per visitare una vecchia amica.
Ero così preso dalle sue parole che per un attimo mi dimenticai di tutto il resto, della mia vita al di fuori di Londra, dei miei amici, di Simon.

Abbiamo passato ore a parlare, e quando ci siamo alzati per andare ognuno per la propria strada, mi sono reso conto di quanto fosse difficile lasciarla andare. Avrei voluto chiederle il suo numero, ma ho pensato che fosse troppo presto. Forse non la rivedrò mai più. Forse incontrare una persona che ti faccia sentire qualcosa di diverso e poi vederla sparire nel nulla fa parte dei misteri di questa città.

Love you to the moon and to saturn || WilmonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora