20. And then you meet one person and your life is changed forever.

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✿𝓛𝓲𝓵𝔂✿

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«La vita è ciò che succede
mentre sei occupato
a fare altri progetti.»
- John Lennon
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«Allora Lily, come stai?» La voce calma della mia psicologa mi trasse improvvisamente dal vortice dei pensieri che mi tormentavano.
Ero pronta.

Pronta a confessare ogni turbamento, in particolare su Matt, e sulla travagliata trama della mia vita che mi avvolgeva come un intricato labirinto.

«Insomma, io... avrei un po' di cose da dire, ma non so da dove iniziare,» ammisi, titubante e impaurita.

La voce rassicurante della psicologa penetrò nel mio petto come una carezza, «Lily, ne abbiamo parlato tante volte. Questo è un luogo sicuro. Io sono un luogo sicuro. Puoi dirmi tutto ciò che ti passa per la testa, e rimarrà sempre qui, in queste quattro mura. Che ne dici di parlare un po' di Matt? Sei pronta?»

Potevo farcela.

Sospirai profondamente e iniziai a parlare.
«Lo conobbi l'anno scorso, durante il quarto anno di giurisprudenza. Lui studiava economia. Era affascinante, forse non in modo oggettivo, ma a me piaceva. Era spavaldo e sicuro di sé, mentre io ero timida, più riservata. Tuttavia, lui continuava a fissarmi ininterrottamente. Un giorno mi pagava il pranzo, l'altro mi sorprendeva con un fiore diverso e un bigliettino. Ogni giorno aveva una scusa diversa per avvicinarsi a me. Era così premuroso, attento ad ogni particolare,» mi lasciai andare, la voce leggermente spezzata dalle emozioni. «Sembrava davvero interessato a me, così, dopo un mese di incessante corteggiamento, decisi di accettare il suo invito a cena.»

All'improvviso, la mia mente fu pervasa dai ricordi.

Un anno prima

Ricordo vividamente quella notte cupa e piovosa quando Matt si presentò sotto casa mia, visibilmente ubriaco. Un'ombra di preoccupazione oscurò la mia mente mentre osservavo il suo volto sfigurato da una miscela di alcol e rimorsi.
«Hey, piccola,» mormorò con voce incerta, gli occhi offuscati e la postura traballante. La preoccupazione iniziò a pulsare nel mio petto.
«Matt, cosa... cosa stai facendo qui?» domandai, cercando di nascondere la crescente ansia nella mia voce.
«Volevo solo... solo vederti,» balbettò, un sorriso forzato  che non riusciva a celare la sua incoerenza.
Un senso di sgomento mi attraversò. La sua presenza disordinata sotto la pioggia mi preoccupava, ma c'era anche una tristezza malinconica nei suoi occhi che attirava la mia compassione. Tentai di mantenere la fermezza, ma una parte di me ancora sperava che potesse cambiare.
«Matt, sei ubriaco,» dissi con un misto di rabbia e preoccupazione. «Non puoi presentarti così.»
«Lo so, piccola» ammise, il suo sguardo perso nel vuoto. «Ma avevo bisogno di vederti. Di dirti che mi dispiace. Era solo un momento, non accadrà più.»
Dicono tutti così.
Le gocce di pioggia cadevano silenziosamente mentre entrambi rimanevamo in piedi sotto il suo sguardo confuso. Era una lotta tra l'amore che credevo di provare per lui e la mia necessità di protezione.
«Matt, non possiamo continuare così,» sospirai, i miei occhi imploranti. «Devi cercare aiuto.»
Le sue parole di pentimento sussultarono nell'aria umida mentre la nostra storia d'amore, una volta luminosa e promettente, iniziava a vacillare sotto il peso delle sue scelte. La sua voce era un sussurro affogato dalla pioggia, ma il tono arrabbiato iniziava a emergere. «Non capisci, Lily! Non capisci un cazzo di quello che provo!» gridò Matt, la voce impregnata di frustrazione e dolore. La mia compassione si scontrava con la crescente rabbia dentro di me. «Matt, non posso continuare a vivere così. Questo non è amore. Hai bisogno di aiuto,» replicai, cercando di rimanere salda nelle mie convinzioni.
«Non ho bisogno di nessun cazzo di aiuto! E tu... tu pensi  di essere migliore di me?» urlò, il suo volto deformandosi dall'ira. Le gocce di pioggia sembravano danzare in armonia con la tensione nell'aria. La mia voce tremante era il riflesso della tempesta emozionale.
«Non è una questione di essere migliore. È una questione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.»
Le parole furono un fulmine tra noi, e l'atmosfera si surriscaldò come una tempesta in arrivo. La sua mano si alzò, veloce e feroce, uno schiaffo che colpì il mio viso con un suono schietto e doloroso.
Di nuovo.
Il mio corpo fu scosso dal dolore fisico, ma la ferita più profonda era nell'anima. La rabbia, mista a una sorta di tristezza, brillava nei miei occhi mentre lo guardavo.

𝑵𝒆𝒗𝒆𝒓 𝑺𝒕𝒐𝒑 𝑺𝒉𝒊𝒏𝒊𝒏𝒈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora