21. I feel something so right, doing the wrong thing.

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⚔︎𝓔𝓽𝓱𝓪𝓷⚔︎

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୭̥❀⋆┈༉୭̥❀⋆┈༉୭̥❀⋆┈༉୭̥❀⋆┈༉୭̥❀⋆┈༉୭̥«Mi piacerebbe frustarti con la cintura sulle gambe, sul culo, sulle cosce

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«Mi piacerebbe frustarti con la cintura sulle gambe,
sul culo, sulle cosce. Vorrei farti tremare e piangere, e poi, quando sarai tutta piangente e tremante, te lo sbatterei dentro in un unico gesto di amore puro.»
- Charles Bukowski
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Era lì, sotto di me, completamente vestita di soli brividi ad incendiarle la pelle lattea in cui vi si rifletteva la luna, come se il mondo intero avesse deciso di disciogliersi in quell'istante, di sparire in un nulla fatto di sospiri soffocati e desideri che sfrecciavano come comete morenti. La sua pelle, luminosa come un frammento di cielo appena staccato dal firmamento, mi incatenava, e io, col cuore che batteva come una stella prossima all'esplosione, mi sentivo come se il cielo stesso stesse per schiantarsi addosso a me.

Ormai eravamo oltre, avevamo varcato quella soglia invisibile e irreversibile che separa il desiderio dalla realtà, calpestato quel confine maledetto dove il paradiso e l'inferno si mescolano in un unico, struggente carosello di sensazioni mai provate.
Mi sembrava di bruciare e gelare nello stesso istante, di annegare tra fiamme e ghiaccio che mi divoravano l'anima, mentre lei era la creatura più affascinante su cui avessi mai posato le mie iridi vacue.

E poi i nostri occhi collisero specchiandosi in un mare di desideri inespressi da troppo tempo, prendendosi per mano e galoppano là dove noi non saremmo mai potuti arrivare.
La percepii deglutire mentre le mie iridi ambrate si ingarbugliarono troppo a lungo sul suo seno che anelava l'etere circostante, muovendosi su e giù a ritmo spasmodico assieme a tutto il suo corpo ultraterreno, scolpito dagli dei in persona.
La mia mente non riusciva più a distinguere tra il dolore e il piacere, come se fossero intrecciati in una danza crudele, in cui ogni tocco di lei su di me mi sprofondava sempre più in una voragine di perdizione.

La sua brama era impressa nel mio essere come una cicatrice eterna, e io, intrappolato in quel vortice, non potevo che desiderare di più, di affondare ancora, di schiantarmi completamente contro di lei, come un frammento di stella impazzito che cade verso l'oblio. E ogni curva del suo corpo, ogni linea sinuosa, sembrava una costellazione tracciata apposta per me, un invito sacrilego a perdermi, a navigare su di lei come un viandante sperduto tra galassie inesplorate.
Era desiderio, fame, necessità primordiale. 

Ero un uomo in preda a una concupiscenza che mi distruggeva dall'interno, eppure in quell'abisso di carne e anima, in quella vertigine di pelle e sospiri, sentivo nascere una consapevolezza dolorosa, straziante: forse non sarebbe mai stato abbastanza, forse avrei voluto possederla e allo stesso tempo lasciarmi annientare da lei, e non ci sarebbe mai stato un confine, mai un equilibrio.

𝑵𝒆𝒗𝒆𝒓 𝑺𝒕𝒐𝒑 𝑺𝒉𝒊𝒏𝒊𝒏𝒈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora