Urla, schiamazzi, gente che salta e fa traboccare i bicchieri che stringono in mano, qualcuno mi spintona la spalla destra, tre secondi dopo qualcun altro mi spintona la sinistra.
Corpi sudati, fetore d'alcool e l'aria che manca.Questo é il puro divertimento per la nostra generazione.
Mi piace la discoteca,ovvio , ma la preferisco di gran lunga quando ho un privé che mi separa da tutta la gente ubriaca marcia che non riesce a reggersi in piedi.
Sbuffo spazientita e afferro la mano sudaticcia di Charlotte, la mia migliore amica nonché coinquilina."Torniamo ai divanetti dai" cerco di trascinarla con me, facendo dietrofront ma lei pianta i piedi al suolo, mi giro e i miei occhi si incatenano ai suoi occhioni verdi.
Mi osserva con il labbro inferiore in fuori, imbronciata, e la cascata di capelli biondo miele le ricade davanti al viso.
"Per favore Kimberly, ti scongiuro. Potresti reggermi il gioco per una volta?"
Il suo sguardo si posa distrattamente alla mia destra. Seguendo la stessa traiettoria che ha rapito la sua attenzione, capisco immediatamente.Appoggiato alla balaustra che separa la console dalla pista se ne sta quel coglione di Theodor Hills, sta parlando con una ragazzina minuta con i capelli rossi stretta dentro una tutina intera rosa aderente.
Un pugno in un occhio.
Charlotte lo guarda con occhi da cerbiatta, misto a sfida e un pizzico di gelosia.
Lei e Theo non sono mai stati una vera e propria coppia, hanno scopato un paio di volte negli ultimi sei mesi, ma Theodore é un povero idiota che tratta le donne come mutande, da cambiare come minimo ogni giorno si intende.
Non so molto di lui, quando Charlotte me ne parla tendo sempre a dissociarmi dalla conversazione limitandomi ad annuire distrattamente facendola infuriore.
Studia economia nella nostra stessa università e i suoi genitori sono il rettore Hills e la professoressa di arte contemporanea Nora Bekerman, lui e Char si sono incontrati durante una lezione della Bekerman, lui era lì perchè costretto ad aspettare la madre e lei perchè studia arte.
Fine della favola.
"Char no, per favore risparmiami la paternale per una sera." la supplico con voce infantile.
So già che le mie suppliche per farla smettere di farsi trattare come uno straccio per lavare i pavimenti saranno totalmente ignorate.
Lei trattiene uno sbuffo e mi afferra le mani per portarle sul suo seno sinistro, sul cuore.
"Lo senti?" mi domanda.Onestamente? Non so se sia la musica alta e i bassi che rimbombano in modo fastidioso, stanno davvero suonando la techno in questo fottuto locale? che cazzo, ma non sento nulla.
Ma invece di dire la verità faccio un leggero assenso con la testa, decidendo di assecondare le sue uscite strappalacrime degne di un film cinepanettone, per una volta.
"Questo maledetto organo fa così solo quando vede lui Kim, guardalo cazzo! Come biasimarlo?"
Indica Theo, e io mi soffermo a guardarlo. É un coglione come tutti i suoi amici, ma negare che sia un bel ragazzo é una cazzata.Osservo il ciuffo biondo, che lui porta sempre rigorosamente fissato all'indietro, le mani grandi e il fisico asciutto e infine gli occhi talmente chiari da sembrare due cristalli.
Sollevo gli occhi al cielo e metto una mano sul fianco, tornando a guardare la mia migliore amica.
"Che vuoi fare?" chiedo, accondiscendente.
Lei sorride in modo esagerato, felice per avermi
plagiata al suo volere."Dobbiamo solo ballare vicino a lui" dice, alternando lo sguardo tra me e la coppia.
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Like Ice
RomansaNon c'é cosa più brutta di essere vittime di se stessi, quando é la tua stessa testa a non darti tregua, quando il proprio grande limite siamo esattamente noi stessi. Mettere a tacere quelle voci inopportune, che si insinuano dentro di te fino a por...