23. I don't wanna lose you, but I don't wanna share you.

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✿𝓛𝓲𝓵𝔂✿

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Grazie💙💫

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«Devi morire un po' di volte,
prima di iniziare a vivere davvero.»
- Charles Bukowski
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In quei frammenti di vita intoppati in ciglia ricolme di stille salate, mi era capitato spesso di pensare alla morte.
Era una costante, una presenza oscura che aleggiava nella mia mente.

Era un pensiero quasi ossessivo, uno di quelli che non ti abbandonava neanche per sbaglio, che ti si attecchiva addosso come i fiocchi di neve in pieno inverno, gelando ogni anfratto di te pregno di storie non raccontate.

La mia mente era un labirinto contorto, pieno di angoli bui e di ombre inquietanti, di cui la maggior parte delle volte avevo paura. Avevo paura dei miei desideri più reconditi, quelli che non osavo confessare nemmeno a me stessa.

Mi terrorizzava l'idea di essere giudicata dagli altri, di essere vista come strana o sbagliata.
La paura di mettermi a nudo con qualcuno, di mostrare le mie emozioni più profonde, mi paralizzava.
Soprattutto dopo Matt.

Dopo di lui, la vulnerabilità era diventata un territorio proibito, un rischio troppo grande. A volte, mi sentivo come se la mia esistenza non facesse davvero la differenza, come se il mondo potesse continuare a girare senza accorgersi della mia assenza.

Era così che mi sentivo, intrappolata in una spirale di insicurezza e solitudine, come se non fossi mai abbastanza.

Questi pensieri mi accompagnavano ovunque, pesando sulla mia anima come un macigno. Mi sembrava di vivere in un limbo, sospesa tra il desiderio di essere vista e la paura di essere scoperta per ciò che ero veramente. Ogni giorno era una lotta contro me stessa, contro le mie paure e insicurezze.

Quando i miei genitori se ne andarono quel giorno, il peso dell'assenza riempì la stanza mentre mi diressi silenziosamente in camera mia. Mi lasciai cadere sul letto, lo sguardo fisso nel vuoto del soffitto.
Pensai a Matt.

Sarei riuscita ad andare avanti?
Ero rotta, spezzata, frantumata.

Le ferite erano profonde, e il dolore sembrava insormontabile.
Matt aveva lasciato una scia di devastazione nella mia vita. Mi sentivo come un vaso caduto a terra, i pezzi dispersi senza alcuna speranza di essere ricomposti.

E poi pensai ad Ethan.

Aveva scosso qualcosa nel mio profondo. Il ricordo del nostro incontro rimbalzava nella mia mente, travolgente, passionale. In quel momento, non mi ero mai sentita così libera, così viva, così me stessa.
Il sesso con Ethan era stato più di un semplice atto fisico.

Era stato un risveglio dell'anima, una connessione profonda che aveva superato ogni mia aspettativa.
Ma, nonostante questa esperienza intensa ... non avrei più concesso nulla di me a nessuno.

Non che avessi ancora qualcosa da dare.

La paura di farsi ancora male era come un'ombra costante che si proiettava sulle mie decisioni. Il timore di soffrire ancora superava qualsiasi desiderio di intimità.

Ero diventata un muro impenetrabile, costruito con ogni pezzo frantumato del mio passato.

Ero piena di cicatrici, segni indelebili di battaglie passate. Le avevo incise nell'anima, nella pelle, nella mente. Ogni cicatrice era un capitolo della mia storia, un segno indelebile di forza e di dolore. Le avrei custodite, consapevole che facevano parte di me, plasmando la persona che ero diventata. La mia anima era un museo di esperienze dolorose, e ogni ferita raccontava una storia che avrei portato con me per sempre.

𝑵𝒆𝒗𝒆𝒓 𝑺𝒕𝒐𝒑 𝑺𝒉𝒊𝒏𝒊𝒏𝒈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora