1. Bagliore bianco

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Rika

Finirono le lezioni ed io, come tutti i giorni, uscii dal cancello insieme a Maki, la mia migliore amica. Percorremmo un pezzo di strada insieme, finché lei non dovette girare a sinistra ed io a destra.

"Ci si vede, Rika!" Mi salutò agitando la mano.

Io mi girai e la salutai a mia volta con il suo stesso gesto, sorridendo:
"Ciao!"

Dopo che la vidi scomparire dietro un muretto di mattoni, mi voltai, ma improvvisamente udii un rumore strano e la vista mi venne pervasa da un intenso bagliore bianco.

Avevo gli occhi chiusi, ma sentii dei passi avvicinarsi, ero sdraiata a terra. Non ero più sull'asfalto, ma su un soffice prato d'erba, da alcuni fili gocciolava un po' di rugiada, il sole batteva così forte che anche se avevo le palpebre serrate, sembrava che mi stesse accecando. Lo scroscio delle foglie degli alberi era talmente rilassante che per un attimo mi dimenticai di essere in un luogo completamente diverso e sconosciuto rispetto a quello dove mi trovavo prima. I passi si fecero sempre più vicini.

Rintaro

Cosa ci faceva una ragazza distesa sul prato nel bel mezzo della foresta di Estfalia?
Aveva gli occhi chiusi, ma si capiva che era proprio una bella ragazza:
Lunghi capelli neri si sparpagliavano sulla distesa di erba, il suo corpo esile era invece racchiuso da una camicetta bianca, una gonna blu e delle calze nere che le fasciavano le gambe alla perfezione.

Decisi di avvicinarmi a lei:
"E tu chi sei?"

Rika

"E tu chi sei?" Disse una voce maschile

Spalancai gli occhi credendo che fossi stata rapita o qualcosa del genere

"Che succede?! Dove mi trovo?!" Chiesi alzando la voce e tirandomi su a sedere sull'erba

"Tutto bene? Sei ferita?" Ancora quella voce.
Mi girai e lo vidi:
era un ragazzo alto, magro e atletico, i capelli blu elettrico che gli ricadevano sulla fronte mettevano in risalto i suoi occhi gialli, avevano qualcosa di familiare.
Indossava dei semplici pantaloni ed era a petto nudo, o meglio, c'erano un paio di bende avvolte attorno al suo torace e al suo addome, che lasciavano comunque scoperta una buona porzione di pelle.

Mi offrì la sua mano per aiutarmi ad alzarmi in piedi, la afferrai e mi tirai su, poi realizzai e con uno scatto mi allontanai da lui

"Chi sei?!" Gli chiesi, puntandogli un dito contro

"Non vale! Te l'ho chiesto prima io!" Rispose lui, poi si lasciò andare a un sospiro, rilassando le spalle

"Sei il mio rapitore! Mi hai rapito, dì la verità!!"

Lui mi guardò confuso e poi si mise a ridere

"Rapitore? Io? Ma se ti ho trovata a dormire qui sul prato? Sei sicura di stare bene?"

"Ma- ma non ha senso! Io stavo andando a scuola e stavo salutando la mia migliore amica, poi- poi- non ho visto più nulla e mi sono svegliata qui!"

"Va bene, va bene, ricominciamo, siamo partiti con il piede sbagliato." Si schiarì la voce e poi continuò:
"Io sono Rintaro, Rintaro Urushima"
Disse sorridendo

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