Perché qualcuno sceglierebbe mai di essere il cattivo di una storia? Da che esiste la divisione tra bene e male, nessuno si è mai definito cattivo, esistono solo due schieramenti dovuti a due opinioni contrastanti. È sufficiente questo a definire chi è il cattivo e chi il buono? E chi lo decide? Perché, da che mondo è mondo, sono i vincitori a scrivere la storia, che siano buoni o cattivi.
Se non fosse mai stato capitan Hook il cattivo? Se fosse solo stato una vittima delle circostanze, reso folle dai pensieri che non gli fanno trascorrere notti serene, dalla ricerca di quella vendetta contro un demone immortale che gli ha portato via non solo la mano destra ma anche la vita. Perché è questo che si considera Hook, un morto che cammina.
L'amore dà, l'amore toglie e a James era stato tolto tanto, troppo. E adesso era stanco. Perché continuare a lottare se quello che ne riceveva in cambio non era che un pugno di niente? Anzi, neppure quello, un pugno in pieno stomaco, di quelli che tolgono il respiro. Ma in quel momento a togliergli il respiro erano litri e litri d'acqua che premevano sui suoi polmoni brucianti per lo sforzo di non cedere, di non farvi entrare più acqua salata di quella che già non avrebbe dovuto essere lì. Ne aveva viste di tempeste nella sua vita, era stata una tempesta a farlo entrare a far parte della ciurma di Barbanera. Lo ricordava bene quel giorno, forse era una delle poche cose che ricordava della sua vita passata perché, quando i giorni diventano tutti uguali, ci si aggrappa con le unghie e con i denti a tutto ciò che ti convince ad andare avanti. Nel caso del capitano Hook la rabbia, il desiderio di vendetta e il ricordo del suo passato, di ciò che sarebbe potuto diventare e che gli è stato strappato via.
Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe trovato a fare la vita per mare, non James M. Turner, il ragazzo che amava la sua vita ad Eton, la poesia, la musica e la letteratura. Tutto sparito in una nube di fumo quando era stato portato via con la forza da tutto ciò che amava e lasciato in un mondo sconosciuto, un'isola nei cieli in cui il tempo scorreva in modo diverso, in cui un giorno lì sarebbe stato tre o più nel mondo reale.
Non capiva James, non capiva perché qualcuno potesse desiderare di non crescere mai, del resto da dove veniva lui l'opinione dei bambini non contava nulla. Né i bambini in sé, a dirla tutta, a meno che non si pensava di rapirli e venderli come schiavi che poi sarebbero stati imbarcati per le Americhe. Almeno per quanto riguarda questo punto di vista, James era stato fortunato. Aveva vissuto una vita mediocre, forse troppo semplice per una persona ambiziosa, ma era servita a creare in lui delle idee ben chiare su ciò che voleva: andare a Eton e poi al college, diventare qualcuno che potesse cambiare il mondo. Più avanti si imbatterà nelle parole riportate da un pirata ben più grande di lui che diceva "coloro che vogliono cambiare il mondo si trovano prima o poi a fare i conti con un unico grande ostacolo: il resto del mondo". Quanta verità in parole forse pronunciate nei deliri dell'alcool.
Era stato arruolato come mozzo per colpo di fortuna su una nave mercantile, il loro mozzo era morto di cancrena per l'amputazione su una gamba e il vecchio che gli era rimasto a bordo, un tale che chiamavano Spugna, non ce la faceva da solo a star dietro alla necessità della nave. James faceva al caso loro: era giovane e in forze, sembrava sveglio e sicuramente non aveva abbastanza esperienza per mare per sapere se lo stessero fregando. Di per sé la vita a bordo non era molto pesante seppure faticosa, la parte peggiore erano però le angherie dei soldati inglesi che erano stati stanziati sulla nave per proteggerla da eventuali assalti da parte di pirati. Individui inutili più che altro il cui maggior passatempo era fare i dispetti a chiunque si trovasse a tiro. Inutile dire che James, un tipo tutt'altro che mansueto, era la loro vittima preferita e in un solo mese di traversata erano state già due le sere che si era ritrovato ad andare a letto senza cena come punizione per aver provocato una rissa. In quelle occasioni era Spugna che provava a calmare l'animo tormentato di quel ragazzo con gli occhi color nontiscordardime, spesso anche portandogli di nascosto un pezzo di pane o di formaggio. James, però, non aveva mai accettato quel cibo, lui rispettava il valore che si dava alle regole perché se esistevano c'era una ragione. Sapeva che le volte in cui andava a letto senza cena era perché si era meritato quella punizione e gli andava bene. Si faceva bastare la consapevolezza di aver fatto più male a loro di quanto ne avessero fatto a lui, i crampi allo stomaco erano solo un fastidioso effetto collaterale che non sarebbe bastato a fargli piegare la testa.
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Chi scegliamo di essere
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