Spalancò gli occhi, svegliato dal suo stesso urlo, ma davanti a sé non vide altro che oscurità. Bruciava come se andasse in fiamme ma quando la mano sinistra andò a toccargli il collo trovò la pelle cosparsa da tante piccole gocce di sudore. Allo stesso tempo si sentiva soffocare, come se le tonnellate d'acqua da cui era stato schiacciato prima fossero ancora lì, tutte concentrate sul suo torace per impedirgli di immagazzinare l'aria che gli serviva. Anche i polmoni bruciavano, come se fosse in apnea.
Non capiva dove fosse, così come non capiva le parole pronunciate dalla persona che gli era accanto.
"No no no. Resta sdraiato, non alzarti" era una voce di donna, la stessa che gli aveva parlato altre volte nella sua incoscienza, ma questa volta aveva la voce angosciata e quasi terrorizzata.
"No... Devo... Devo andare via. Devo andare da lei. È in pericolo"
"Non andrai da nessuna parte se non ti reggi in piedi. E non sarai d'aiuto a lei se morirai" rispose cercando di sembrare tranquilla tamponandogli la fronte con un panno umido e freddo che non fece che aumentare i suoi brividi.
"Come sta?" un'altra voce, maschile questa volta, che Hook dedusse apparteneva al vigliacco che l'aveva steso con un pugno. Quanto tempo prima era successo?
"Non bene. Ha la febbre alta e i punti sulla spalla si sono tirati di nuovo" le loro voci, che Hook smise di ascoltare, andarono a sovrapporsi a frammenti di ricordi confusi. Pan che lo aggrediva alle spalle pugnalandolo al fianco, i denti del coccodrillo che gli laceravano la carne della gamba mentre lo trascinava giù negli abissi, la spada del folletto puntata alla gola di Wendy.
"No... Non la toccare... Lascia andare Wendy" mormorò stringendo gli occhi per il dolore prima di spalancarli di nuovo e mostrare ai suoi salvatori delle innaturali iridi rosso sangue
"Sogna"
"No, delira" rispose la donna correggendo il suo compare "Continua a chiamare questa Wendy"
"Wendy... È la tua donna, capitano?" sarà stato il tono sprezzante e sarcastico, ma al contrario delle parole della donna riscontrò un qualche effetto: Hook girò il capo nella sua direzione, sebbene la vista offuscata gli facesse distinguere solo vaghi contorni della sua figura grazie alla luce di alcune candele sparpagliate per la stanza.
"No, non lo è" era cosciente, così il suo salvatore continuò a parlargli nella speranza di ricevere una risposta
"Situazione complicata?"
"È mia figlia" quella risposta appena sussurrata ebbe il potere di far tornare in sé il capitano, i cui occhi di rimando tornarono azzurri "E io devo tornare da lei"
***
Una splendida giovane donna era intenta a pettinare i lunghi capelli biondo rame mentre i suoi occhi azzurri e lucenti erano fermi sullo specchio della toletta. Per l'occasione aveva deciso di legarli per metà e tenere quindi i morbidi boccoli che ricadevano sulle spalle, aveva già lievemente truccato il viso con un po' di cipria e un filo di rossetto. Sui gioielli non aveva avuto dubbi: un girocollo di perle, regalatole da James Hook quando era entrata a far parte del suo equipaggio, uno dei soli due oggetti, insieme al fischietto d'argento, che le ricordava che non era stato frutto della sua immaginazione. Dal fischietto non si separava mai, lo teneva sempre nascosto in una manica o, come in quel caso, intorno al collo, legato a una catenina d'argento che culminava dentro il corsetto.
I suoi genitori non le avevano dato molte indicazioni su quella cena a cui avrebbero dovuto partecipare. Sapeva che era una festa cui era invitata tutta l'alta società londinese, un modo per fare nuove amicizie e, per gli uomini, parlare d'affari in modo meno impegnativo, per altri un modo come un altro per sfoggiare la propria ricchezza.
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Chi scegliamo di essere
FanfictionPerché qualcuno sceglierebbe mai di essere il cattivo di una storia? Da che esiste la divisione tra bene e male, nessuno si è mai definito cattivo, esistono solo due schieramenti dovuti a due opinioni contrastanti. è sufficiente questo a definire ch...