Capitolo 16

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Non parlarono tra di loro di quel piccolo diverbio, c'erano altre cose a cui pensare e indagare sui motivi per cui James era stato tanto brusco con sua figlia non era nelle priorità di Charles, sebbene avesse in mente di aprire il discorso una volta che tutto fosse stato più tranquillo. Camminarono quindi in silenzio ognuno perso nei propri pensieri, ma capitan Hook era nervoso. Charles lo vedeva dalla rigidità delle spalle fasciate nella giacca rossa e dal fatto che più e più volte aveva controllato che l'uncino fosse ben avvitato nell'apposito spazio della protesi. Non faticava a credere che dovesse anche fargli male il polso mutilato e, come aveva avuto modo di capire, non era mai di buon auspicio.

"Dov'è Wendy?" esordì Israel Hands, l'uomo che avevano messo a capo dell'operazione che era la prima parte del pano, raggiungendoli a passo svelto.

"Non qui" fu la secca risposta del capitano. Hands storse la bocca, ma si trattenne dal rispondergli come avrebbe voluto, optando invece per cambiare argomento. Era sì un uomo del suo tempo, ma era del parere che se una donna si fa valere come un uomo dovrebbe poterne frequentare l'ambiente. Conosceva James Hook abbastanza bene da sapere quanto fosse dura la sua testaccia, non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.

"I due ragazzi di Londra hanno provato a seguirci, li abbiamo seminati nella giungla ma non credo che abbiano desistito. Potrebbero essere un problema"

"Direi più un intralcio" intervene Charles, leggermente in dispare con le braccia incrociate al petto "A me non importa, ma Wendy avrebbe da ridire se gli uccidessimo o mutilassimo i fratelli"

"Soprattutto dopo aver tolto di mezzo i mocciosi per evitare che gli venisse fatto del male durante il combattimento" replicò il suo braccio destro poco lontano. Charles intanto aveva cominciato a guardarsi intorno con la fastidiosa sensazione di essere osservato, se avesse dovuto descriverla avrebbe detto che fosse come uno spillo che lo punzecchiava sulla nuca.

"E non sono solo loro sulle nostre tracce, vero?" chiese capitan Hook ignorando la conversazione, Hands si limitò a sollevare le spalle con disinteresse intercettando il suo sguardo, non servì che dicessero altro. Hook aveva trascorso tanto tempo a Neverland, troppo a dire il vero, non ricordava più come fosse la vita nel mondo reale. Era successo così tante volte: i Bimbi Sperduti erano sulle tracce di Peter, i pirati erano sulle tracce dei Bimbi Sperduti, i pellerossa erano sulle tracce dei pirati e le belve erano sulle tracce dei pellerossa. Continuavano a girare in tondo per l'isola, ma non si incontravano mai perché andavano tutti alla stessa velocità. Questa volta, con l'intervento di Wendy, avevano eliminato una voce dall'equazione e cambiato le carte in tavola. Di questo avrebbe dovuto dare atto alla ragazza, rifletté James, se non fosse tornata non sarebbe mai cambiato niente.

"Pan è mio. Di tutti gli altri non m'importa, agite come meglio credete" e su quelle parole i suoi occhi da color nontiscordardime, si tinsero di rosso, il colore del sangue che era pronto a versare. Era il momento di mettere fine a quella faida una volta per tutte, solo uno di loro sarebbe sopravvissuto.

Erano preparati alla battaglia che sarebbe iniziata da lì a breve, Wendy aveva detto loro che in casi normali Peter e i bimbi sperduti sarebbero arrivati alla carica in volo e per questo aveva scelto di combattere a poche miglia dalla sua casa sull'albero, in un'area vuota circondata da quello che sembrava un campo minato di trappole che i loro nemici avanzando a terra sarebbero stati contretti ad attraversare. Aveva sussultato al pensiero di qualcuno che sarebbe inevitabilmente caduto in una delle fosse riempite di lance di legno, ma dissimulò in fretta quel momento di debolezza.

"Pan è in buoni rapporti con gli indiani, non escludo che potrebbero affiancarlo in questa battaglia in assenza di altri alleati"

"Chi altro abita l'isola?" chiese in signor Hands. Wendy non dovette pensarci molto

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