Tramonti

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Gli ultimi giorni di marzo corsero via veloci, aprile ci aprì le sue porte e noi eravamo felici. I riflettori sulla nostra relazione si spensero in fretta e noi eravamo più tranquilli. Nico era una continua sorpresa e scoperta, imparai ben presto a rapportarmi con una persona più grande e lui aveva riscoperto la spensieratezza dell'adolescenza. Le nostre giornate si dividevano fra le sue aule universitarie e la mia tesina per l'esame di terza media. La parte più bella della giornata arrivava quando il telefono squillava e vedevo apparire quel cuoricino per un solo istante, quello squillo stava a significare che in quel momento lui mi stava pensando e io, ovviamente, ricambiavo all'istante.
Durante la settimana era davvero difficile vedersi, tranne la mattina quando passava davanti scuola prima di andare all'università, mi lanciava un bacio dal finestrino e sfrecciava via. Poi arrivava il fine settimana ed eravamo inseparabili.
Quel sabato sera però Nico aveva l'aria strana.
<<C'è qualcosa che non va?>> gli chiesi scrutandolo. Mi incantavo ogni volta a guardarlo, era così maledettamente perfetto.
Indossava un maglioncino leggero nero con righini verde smeraldo, jeans lavaggio scuro e i capelli erano pettinati come al solito all'indietro con il gel. Appoggiò la testa allo schienale dell'auto e sospirò. Fuori era buio e ben presto i nostri respiri crearono un velo di condensa sui finestrini che si velarono.
<<Sono felice a metà.>> disse.
<<Non ti seguo!>> risposi con voce inpanicata.
<<Ho partecipato ad un concorso e con molta probabilità verrò preso. Se così fosse andrò a vivere a Rimini dopo la laurea.>> sintetizzò. Rimasi in silenzio per qualche secondo, avevo bisogno che la mia mente elaborasse le sue parole per poi trovare quelle giuste per rispondere. Sospirai.
<<Avremo modo di organizzarci se così fosse.>> risposi poggiando una mano sulla sua coscia.
<<Davvero?>> chiese lui che tornò finalmente a guardarmi.
<<Davvero cosa? Dipendesse da me ti seguirei in capo al mondo anche subito.>> lo rassicurai.
Si avvicinò per baciarmi.
<<Vado anche io a Rimini a fine mese!>> dissi contro le sue labbra. Si staccò immediatamente.
<<Sarà solo per una settimana tranquillo, andiamo in gita.>> lo rassicurai ancora.
<<Oddio la gita di terza media!!>> disse portando la fronte sul manubrio. In macchina calò il silenzio.
<<Ok! Non posso e non devo vietarti nulla, tu però giurami che ti comporterai bene.>> disse serio puntandomi un dito.
Glielo afferrai e lo tirai verso di me, iniziai a baciarlo con tutta la passione e l'amore che provavo per lui. Non ci eravamo ancora detti quanto ci amassimo, nessuno aveva dato nomignoli strani all'altro, ed io non ne sentivo di certo il bisogno. Soprattutto quando eravamo così vicini, quello era uno dei momenti in cui mi rendevo conto che niente e nessuno poteva descrivere ciò che provavamo l'uno per l'altro.
Il sedile su cui ero seduta iniziò lentamente ad abbassarsi mentre continuava ad accarezzare la mia lingua con la sua. Ben presto si stendette su di me, sentivo tutto il suo peso ed il suo calore addosso. Gli accarezzai la schiena e lui si sistemò meglio fra le mie gambe leggermente divaricate. Scese a baciarmi il collo e la sua mano salì lentamente dal ginocchia al fianco, lo strinse. Iniziò a sfregarsi sui miei punti più sensibili. Sospirai quando quel contatto diventò più intenso. La sua mano salì ancora per accarezzarmi il seno ed io cercai di nuovo la sua bocca. Quando afferrò la mia mano e la portò sui suoi jeans qualcosa mi bloccò. Mi stava trascinando nell'oblio, stavo diventando esattamente come le mie compagne a cui non importava di essere cercate il giorno dopo, come non importa in quale luogo squallido si trovassero in quel momento. A me invece importava, volevo fosse memorabile e se davvero teneva a me avrebbe capito.
<<No! Ti prego no.>> gli dissi.
Sollevò la testa e mi guardò dall'alto. Ritrassi la mano e me la portai sugli occhi, un po' mi vergognavo, divenni paonazza e così ringrazia il cielo di essere al buio.
<<Ehi, tranquilla è tutto ok!>> disse Nico spostandomi la mano dal viso. Quando riaprì gli occhi non si era mosso ma soprattutto non aveva smesso di sorridermi. Mi stampò un bacio sulle labbra e ritornò sul suo sedile.
<<Ti ho preparato una cosa!>> cambiò discorso e iniziò a frugare nel cassettino dello sportello della macchina mentre io mi ricomponevo.
<<Cosa?>> chiesi curiosa e sollevata dall'avermi tolta da quel momento tanto imbarazzante.
Tirò fuori un CD perfettamente plastificato con su scritto THE BEAST OF 883!❤️
<<Così puoi pensarmi quando non ci sono!>>. Me lo porse.
Lo tenni in mano come se fosse una reliquia, sentì gli occhi inumidirsi e per smorzare l'emozione dissi:
<<Devo farti una copia del CD di Tiziano Ferro allora, così sentirai anche tu meno la mia mancanza!>> sorrisi.
Mi studio per un istante, poi capì che non mi aveva ancora sorpreso abbastanza. Accese lo stereo e dopo aver pigiato qualche tasto sentì partire le prime note di Alla Mia Età.
Mi illuminai.
<<Sono già meno solo!>> .
Poi premette il tasto per andare avanti fino ad arrivare alla traccia numero 5.
<<Quando l'ascolto penso sempre al tuo sorriso.>> disse appoggiando la testa sulle mie ginocchia.
La musica di Il Regalo Mio Più Grande ci avvolse e noi iniziammo a cantarla e a sussurrarcela a vicenda mentre la luna si rifletteva in macchina. Era piena, enorme e per un attimo sembrò che ci stesse realmente sorridendo. Baciai Nico nel modo più dolce e disperato che conoscevo e restammo così fino a quando l'ultima nota non ci fece sprofondare nel silenzio.
<<Dobbiamo andare!>> gli sussurrai infine.
<<È già ora?>> mi chiese deluso. Annuì amareggiata anche io, il tempo purtroppo non era mai dalla nostra parte. Correva via veloce. Quando avviò la macchina notai che il suo sguardo era cambiato, gli divenne più serio e cupo. Rimasi a fissarlo senza dire nulla, probabilmente mi sbagliavo e non mi andava di mostrarmi paranoica. Come d'abitudine mi avrebbe lasciata esattamente dove mi aveva presa e ad aspettarmi ci sarebbe stata Tess.
Nico frenò di colpo a pochi metri di distanza e si voltò a guardarmi:
<<Giurami che smetterai di fidarti così tanto di lei...>> disse.
<<Ma che stai dicendo?>> chiesi esterefatta. Non capivo e lui si voltò a guardarmi.
<<Giura!>> insistette in tono disperato. Non risposi. Ero incredula e molto scioccata delle sue parole.
<<È per il tuo bene!>> disse facendo ripartire l'auto.
Superati quei pochi metri la macchina si fermò di nuovo, Tess attendeva al mio fianco che scendessi ma le mie gambe erano paralizzate. Continuavo a fissare Nico che a sua volta guardava dritto davanti a sé.
<<Te lo giuro!>> dissi senza nemmeno rendermene conto ma in quel momento si voltò finalmente a guardarmi. Aveva gli occhi lucidi. Mi abbracciò forte, così forte da farmi mancare il respiro e dopo avermi stampato un ultimo bacio mi aprì la portiere e mi aiutò a scendere.
Feci fatica a rimettermi in piedi, ma quando riacquistai sicurezza nelle mie gambe rimasi lì impietrita a guardarlo mentre si allontanava.
<<Mimì!>> mi chiamò la mia migliore amica mettendomi una mano sulla spalla. <<Tutto bene?>> chiese.
<<Credo...>> mi fermai per riprendere fiato e asciugarmi le lacrime.
<<Credo sia finita!>> dissi.

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