40. the blue roses

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✿𝓛𝓲𝓵𝔂✿

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«Non mi tentare, perché se ci tentiamo
non ci potremo dimenticare.»
- Mario Benedetti
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Il giorno del gala era finalmente arrivato.
Non sapevo se Ethan sarebbe venuto, dato il modo in cui ci eravamo lasciati.

Non riuscivo a smettere di pensare a tutto il dolore che aveva subito quando era solo un bambino.
Non riuscivo a smettere di pensare alla sua incredibile forza.
Se me lo avesse permesso, avrei leccato via ogni sua lacrima. Ogni sua ferita.
E gli sarei stata accanto, nell'oscurità.

La voce di Ava mi riportò bruscamente alla realtà. «Lily, cosa ti metti?» chiese curiosa.

Ogni anno, il 31 dicembre, si svolgeva questo gala. Per mio padre era un evento importante, un'occasione per incontrare imprenditori e persone influenti come lui.

Per me, era un mondo di soldi corrotti e di ipocrisie che arrivavano fino al collo.

Almeno c'era sempre Ava con me; ci divertivamo e il cibo  era buono, un piccolo conforto in mezzo a tutto quel lusso fasullo.

Le sorrisi. «Metterò questo vestito nero che papà mi ha regalato per Natale... solo che non so proprio che scarpe abbinarci,» risposi, sentendomi un po' persa.

«È stupendo. Allora che dici? Ethan verrà?» chiese Ava, lanciandomi uno sguardo curioso.

«Non saprei, anche se sono certa di no, visto il modo in cui ci siamo lasciati l'ultima volta,» confessai.

«Dai, non ti abbattere. Ancora non è detta l'ultima,» mi incoraggiò Ava con un sorriso speranzoso.

Sorrisi lievemente, accennando un ringraziamento, e mi diressi in bagno per prepararmi, cercando di concentrarmi sulla serata che mi attendeva.

Mi avvicinai allo specchio del bagno, guardando riflessa la mia immagine. Respirai profondamente, cercando di allontanare i pensieri cupi che mi tormentavano.

Decisi di concentrarmi sul trucco e sull'abbigliamento per la serata. Iniziai applicando una base leggera sul viso, cercando di uniformare il tono della pelle senza appesantire troppo il make-up.

Passai poi a delineare delicatamente le sopracciglia, accentuandone la forma in modo naturale. Ero solita mettere in risalto i miei occhi azzurri, e questa volta non feci eccezione. Scelsi tonalità di ombretto che li valorizzassero, un verde petrolio, sfumando abilmente i colori per un effetto glamour ma non eccessivo.

Il mascara donò un tocco finale alle ciglia, rendendo lo sguardo più intenso. Poi mi dedicai alle labbra, optando per un rossetto rosso intenso che contrastasse con il vestito nero.

Guardandomi nello specchio, mi sentii un po' più fiduciosa. I capelli decisi di lasciarli sciolti.

Tornai nella stanza e presi il vestito nero che mio padre mi aveva regalato per Natale. Era elegante, con un taglio che seguiva le curve del mio corpo. Lo indossai con cura, apprezzando la sensazione di tessuto pregiato sulla pelle. Quando mi voltai, la vista mi lasciò senza fiato.

Sul letto c'era un mazzo enorme di rose blu.
Le mie preferite.
La loro fragranza riempì la stanza, creando un'atmosfera avvolgente e delicata. Affianco al mazzo, notai un pacco nero elegantemente infiocchettato.

Con curiosità lo aprii e scoprì un paio di tacchi, delle decolté verde petrolio al suo interno. Erano eleganti, raffinate, e il loro colore vibrante catturò immediatamente la mia attenzione.

Accanto c'era un bigliettino che recitava: «Indossa questi. Si abbinano perfettamente alla mia macchina.»

Sorrisi incredula, visto che era esattamente il colore della borsa che avevo scelto per la serata.
Sotto vi era un' altra frase. «P.S: quando metterò una mano sotto il tuo vestito, non voglio trovare niente che si frappone fra me, e le tue pieghe madide.»

Quest'uomo sapeva perfettamente come farsi perdonare.

Prima di uscire di casa, scorsi Ava mentre stava ancora mettendo gli ultimi ritocchi al trucco nel bagno. «Ti aspetto giù entro cinque minuti, non tardare!» gridai, cercando di mascherare l'impatto della fretta nella voce.

«Va beeene, mammina,» rispose con un tono ironico.

Scossi la testa, sorridendo, e mi avvicinai al comodino accanto al mio letto. Fissai il ciondolo che Ethan mi aveva regalato la scorsa settimana.

Come potevo non credere che tenesse a me?
Come potevo pensare di essere una qualsiasi?
Come potevo, quando mi guardava in quel modo, un modo che mi faceva sentire così importante, speciale, amata?
Come potevo credergli quando mi stava dando tutto se stesso, senza nemmeno accorgersene?

Ingoiai il nodo che si formò in gola e afferrai il ciondolo tra le mani. Lo appesi accuratamente a una sottile catenina d'argento, e lo misi attorno al collo, pronta per andare da lui.



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SPAZIO AUTRICE
Ci vediamo mercoledì per un doppio aggiornamento
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