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«Certo che Fragoroso poteva pure portarle stamattina ste cose».

Mentre Manuel pronuncia queste parole è intento a portare alcune bottiglie di liquori dal magazzino al bancone del caffè, dove Simone lo sta aspettando, per sistemarle sugli scaffali.

«Per una volta siamo d'accordo» sospira l'altro ragazzo, passandosi distrattamente una mano tra i capelli.

Ritrovarsi ancora una volta da solo nel locale con Manuel dopo la fine del turno sembra star diventando una coincidenza sempre più assidua. L'ultima volta non è andata malissimo, seppur fossero al buio tutto il tempo.

Una parte di sè vorrebbe continuare la conversazione dell'altra sera. Manuel, seppur a modo suo e in maniera raffazzonata, gli aveva dato un pò di conforto: la situazione con finestrerotte era rimasta ad un impasse, un enorme punto interrogativo che Simone non si sarebbe aspettato fino a una settimana fa.

È ancora convinto nonostante tutto che ne valga la pena: quello che si sono detti non può dimenticarlo così facilmente. Lo aveva aiutato quando si era confidato sulla fine della storia col suo ex più recente, quando gli aveva raccontato del rapporto difficile con suo padre, del gemello perso troppo presto che sente ancora come metà mancante di se stesso. Finestrerotte sapeva tutto di lui, tutto quello che non ha mai raccontato a nessun altro.

Chissà cosa penserebbe Manuel di lui se gli raccontasse la verità. Che il suo "bello", come lo aveva definito l'altra sera, non è altro che una persona dietro a uno schermo che non ha mai visto dal vivo, ma sembra capirlo più di chiunque altro abbia mai incontrato. Lo prenderebbe in giro per giorni probabilmente.

Quasi si aspetta che sia Manuel stesso a chiederglielo, che in qualche modo abbia voglia di continuare qualunque cosa fosse che hanno lasciato in sospeso.

Mentre sistema le bottiglie di vetro sugli scaffali, sente la presenza del riccio accanto a lui e il respiro gli si mozza in gola. Sta sistemando alcuni succhi di frutta accanto agli alcolici, intonando una melodia con le labbra giunte. Simone ne studia ogni movimento attraverso la coda dell'occhio: ha le maniche della camicia leggermente alzate a scoprire i tatuaggi che ha sui polsi.

Simone li aveva visti di sfuggita altre volte ma non sapeva non fossero gli unici, quella mattina aveva avuto la possibilità di vedere gli altri.

Oh e aveva guardato eccome.

Il momento in cui Manuel si accorge dei suoi occhi posati su di lui è ciò che spinge il corvino a parlare.

«Che ne pensi de sta storia?»

Manuel lo fissa per un attimo che a Simone sembra lunghissimo prima di rispondere. «Che storia?»

«Questa cosa...di implementare anche i cocktail e lavorare qualche ora in più alcuni giorni a settimana non so, mi sembra che il caffè funzionasse già bene così, no?»

«Che vuoi che ti dica Simò. Non so io er proprietario de sto posto. Se a Carlo va bene deve andà bene pure a noi».

«Hai idea del casino che diventerà questo posto la sera? Non so come tu faccia ad essere così tranquillo a riguardo».

«C'hai paura de qualche cliente in più Simò? Più clienti, più mance pensala così. Sfrutta quel bel faccino che te ritrovi mh?»

simuel coffee shop au Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora