Tokki

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Newton stringe nervosamente le mani attorno al volante, nel tentativo di contenere la leggera sbandata della Dick Torpin sulla strada già coperta da un candido velo di neve. Sta guidando verso Hambleden, a casa dei suoi nonni, che hanno invitato lui e Anathema a trascorrere la vigilia di Natale tutti assieme. Per quella sera le previsioni davano neve e ci avevano azzeccato: ha iniziato a nevicare dal momento in cui hanno messo piede in auto e la strada davanti a loro brilla alla luce dei fari fiochi.

Nell'abitacolo regna il silenzio: Newton rivolge uno sguardo timido alla sua sinistra, dove un'imbronciata Anathema occupa il sedile del passeggero, braccia conserte e sguardo stolidamente fisso sul finestrino, anche se il buio inghiotte ogni cosa che valga la pena vedere su quella strada alberata. Anathema ha appena rivolto parole di fuoco a Newton, reo di aver perso l'ennesimo posto di lavoro perché non riesce ad avvicinarsi ad un pc senza causarne l'autocombustione spontanea.

Un sospiro profondo e infreddolito le sfugge dalle labbra: Anathema è furiosa, di una furia silenziosa; da quando aveva dato fuoco alle nuove profezie della sua antenata, Agnes Nutter e aveva deciso di andare a vivere con Newton, le sue fioche ambizioni per il futuro avevano subito una lenta e inesorabile discesa verso l'ignoto. La sua famiglia è ricca, grazie ai fortunati investimenti guidati dalle previsioni di Agnes e lei potrebbe tranquillamente vivere di rendita e non fare nulla tutto il santo giorno. Nessuno pretende nulla da lei. Ma da quando l'Apocalisse è stata sventata, un grande vuoto ha occupato un posto fisso nel suo addome e niente riesce a darle anche solo la parvenza di riempirlo un pochino: aveva passato tutta la vita seguendo la rotta tracciata per lei da Agnes.

Agnes sapeva cosa lei avrebbe dovuto fare e dove avrebbe dovuto essere, ad ogni istante del suo cammino per trovare l'Anticristo.

Quando poi finalmente tutto si è risolto e si è trovata tra le mani le nuove profezie di Agnes, una sola scelta si è parata davanti ai suoi occhi: voleva smettere di essere il burattino di qualcun altro e prendere in mano la propria vita. Dare fuoco a quelle carte era stata la cosa più liberatoria che avesse mai fatto e si era sentita viva per la prima volta in tutta la sua vita.

Ciò che non aveva previsto era il morso acre della mancanza di uno scopo: non si era mai posta il problema di cosa le piacesse o meno fare nella vita e tutto ciò che sapeva fare era legato al mondo dell'esoterismo e dell'occulto.

Quando poi ha deciso di rimanere nel Regno Unito con Newton, ha provato a rimboccarsi le maniche e iniziare a scrivere la propria storia, ma si è scontrata con la dolorosa realtà del mondo lavorativo, dove non basta avere tanta buona volontà e un bel visino se non sai fare nemmeno una fotocopia.

Così, ha pensato di giocare le uniche carte in proprio possesso ed ha iniziato a proporsi come cartomante ed occultista a domicilio.

Oh, i clienti non mancano: prevalentemente donne, dalla mezza età in avanti, in cerca di un compagno di vita o di indizi per smascherare la collega invidiosa, la vicina di casa pettegola, l'amante del marito. Anathema è un'occultista fatta e finita e le sue predizioni sono belle e accurate: conosce la risposta esatta per ogni domanda che le viene posta. Il problema è che, la maggior parte delle volte almeno, le sue clienti non vogliono sentire la risposta corretta o quella che potrebbe risolvere definitivamente tutti i loro problemi; vogliono sentirsi dire ciò che desiderano, che sperano, che sospettano, stravolgendo il significato di ogni parola che Anathema pronuncia. E' estenuante, frustrante e la fa sentire miserabile oltre ogni misura. A volte Anathema torna a casa così sfinita da non avere la forza nemmeno per mangiare un boccone degli squallidi pasti che Newton si ingegna per preparare. Altre sere invece, dall'ingresso si dirige direttamente al bagno, esce dai vestiti ed entra nella doccia, dove piange le sue lacrime più amare: Newton sente ogni tanto i suoi singhiozzi sovrastare il getto dell'acqua corrente e ne rimane così amareggiato da non riuscire a mangiare, trovandosi poi a dover buttare via quei già poveri resti che campeggiano tetri nei piatti spaiati dell'appartamento che hanno affittato.

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