In viaggio

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Il dolore della caduta ruba il respiro dai polmoni di Newton, che geme malamente mentre si rialza goffamente. Per qualche miracolo, gli occhiali gli sono rimasti saldi sul naso. Con non poca fatica, si mette seduto, massaggiandosi la zona lombare. Si guarda intorno, prima distrattamente, poi intenzionalmente: tutto intorno a lui sembra profondamente diverso, profondamente....sbagliato. La penombra ricopre ogni cosa come un velo, sfumando i contorni delle cose intorno a lui. Newton riesce a distinguere solo strane sagome squadrate o rotondeggianti, che non hanno proprio nulla di umano, né di naturale.

Uno schiocco di dita rompe il silenzio: una luce soffusa riempie lo spazio intorno a Newton, che non riesce a capire da dove venga. Sembra che sia semplicemente...tutt'intorno a lui.

Ora Newton vede molto meglio e gli basta una rapida occhiata per splancare gli occhi per la sorpresa: tutte le sagome squadrate e rotonde che coglieva nella fioca luce altro non erano che sveglie, torri, orologi a cucù e quadranti di ogni tipo. Tutto gli è familiare, ovunque i suoi occhi colgano un dettaglio: sono tutti elementi che ha incontrato nei livelli del suo videogioco preferito, Kings of Time. Newton si alza, gira su sé stesso incredulo e apre le braccia: non può che arrendersi all'evidenza!
Qualcosa però rimane profondamente sbagliato e Newton ci mette un paio di minuti ad inquadrare cosa sia, ma poi ce la fa: in Kings of Time, ogni livello ha sfondi colorati e allegri, tutto è perennemente in movimento e ogni cosa funziona con la precisione di un orologio ben calibrato. Ogni cosa lì si muove in sincrono con le altre, in un perfetto equilibrio che si mantiene da solo.

Ora però, tutto è fermo, spento, abbandonato. Molte cose sembrano rotte, vuote. Non un alito di vita soffia su questo luogo. Una grande angoscia stringe il cuore di Newton, che all'improvviso si sente come se avesse appena saputo della morte di un caro amico d'infanzia. Nel gioco, il Regno risuona di musica e risate, c'è allegria e gioia ovunque. Qui, invece, tutto è silenzio, angoscia, tetra attesa della fine.

"E' tutta colpa dell'Orologiaio Malvagio" esordisce Tokki in un soffio. Persino la sua voce, di solito squillante e nasale, è bassa, lenta e grave. "Nessuno si sarebbe mai aspettato che qualcuno potesse scappare dalla Terra Senza Tempo; eppure, lui c'è riuscito".

"Come ha fatto?" chiede Newton, che ormai non si stupisce nemmeno di vedere Tokki a grandezza naturale, cioè circa un metro e venti centimetri d'altezza.

"Nessuno lo sa. Ciò che sappiamo tutti, però, è che è tornato, per vendicarsi e lo ha fatto in un modo terribile!".

"Ha...rubato un altro ingranaggio?" azzarda Newton.

"Ha fatto molto di peggio! Ha privato la Torre dell'Orologio della sua ancora!".

"A-ancora...?".

"Sì, esatto! Senza quella, l'Orologio si è fermato e con lui tutto il Regno!".

"Scusami Tokki, ma...come fa un orologio...ad avere...un'ancora?!".

"L'ancora è un meccanismo fondamentale negli orologi a pendolo! Quell'ancora in particolare, è unica nel suo genere! E' progettata per resistere all'usura e alle forti pressioni, le sue palette sono due cilindri di zaffiri purissimi! Non è possibile sostituirla perché nessun altro materiale potrebbe reggere lo sforzo!".

Newton si ferma a pensare a quel che la mascotte ha appena detto e si rende conto che...ha senso. Il Mastro Orologiaio ha costruito un gigantesco orologio a pendolo, che riesce a essere enormemente preciso, in barba alle dimensioni, proprio perché il suo creatore si è procurato i materiali migliori in tutto il Regno. Viene mostrato nell'intro del gioco ad ogni avvio.

"Il Regno è immobile, il sole non sorge più e regna una notte continua e implacabile. Di questo passo, presto il Regno degli Orologi diventerà come la Terra Senza Tempo e per tutti noi...sarà la fine".

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