Rosaline
Le pagine del libro che stava leggendo erano ruvide, una sensazione che l'aveva sempre sorpresa sin da quando aveva avuto il piacere di sfogliarne uno. Nei musei della sua tanto amata Parigi ne aveva visti diversi di molto antichi e da quel momento possederne uno, persino arrivare a leggerlo, era stato per lei come realizzare un sogno irraggiungibile. La maggior parte delle persone che conosceva, nel caso avesse una passione così inconsueta come quella della lettura, provvedeva a recuperare il libro in digitale e permetteva che fosse l'assistente vocale a leggerne ogni singola parola.
Rosaline non capiva come potessero preferire una voce finta e robotica rispetto alla loro, ripensando a come la sua voce interiore era riuscita a farle apprezzare un classico senza tempo come 'Orgoglio e Pregiudizio', in quel momento tra le sue mani per una rilettura. Una storia d'amore noiosa, aveva commentato suo padre tempo addietro, ma per accontentare una figlia di cui andare orgogliosi aveva fatto un piccolo sforzo visto che infondo non aveva chiesto alcunché di impossibile se non spendere delle misere ore. Averlo tra le mani e leggerlo con la propria voce non poteva essere paragonabile a nient'altro.
Accarezzò la rilegatura in azzurro del romanzo, osservando con puntiglioso interesse i dettagli inseriti sulla coda del pavone che occupava quasi del tutto la copertina, divenendo esso stesso protagonista di quell'edizione. Il modo con cui le piume verdi con un tocco dorato si allargavano tanto da creare una cornice la faceva impazzire: un'intelligenza artificiale, come quelle recenti che avevano iniziato a prendere piede, sarebbe stata in grado di essere così precisa ed altrettanto bella allo stesso tempo? Ne dubitava.
«Ma petite fleur,» la voce del padre la riportò alla realtà. Tutti i suoi pensieri su Jane Austen e il suo libro vennero spezzate via in un lampo: smesso di fissare il vuoto della stanza, sdraiata sul divano della villa con la storia tra le mani nella sua copia, si voltò in direzione del genitore. «io e maman andiamo a fare una partita. Vieni con noi?»
Pierre Rousseau indossava uno dei suoi migliori completi da tennis, appartenente ad una delle aziende sportive rivenduta all'interno del sito web dell'Apollon. Come per gran parte dell'abbigliamento indossato da tutti i membri della famiglia, nessuno doveva aver speso un soldo, quanto piuttosto una richiesta di sponsorizzazione velata per attirare l'attenzione su di sé. Del tutto bianco se non per alcune scritte in blu, sia per la maglietta sia per i pantaloncini, accompagnati dalla racchetta nera che l'uomo era solito usare durante le partite estive; l'imprenditore faceva trasparire senza alcuna difficoltà quanto grande dovesse essere il suo ego. Chi altri poteva avere il mondo tra le mani se non lui e la sua azienda? Se lo immaginava bene a scatenare una guerra in qualche altro paese del mondo perché si era svegliato di cattivo umore. D'altronde, lo aveva visto di persona cosa fosse in grado di fare soltanto tramite un battito di ciglia.
«James sarà presente per un doppio, la tua presenza sarebbe gradita» aggiunse l'uomo con tono deciso, portandosi la racchetta al collo con un gesto fluido e veloce. La postura ritta, in attesa di una risposta ben precisa da parte della figlia, così come lo sguardo glaciale che era stato riservato a quest'ultima. Per quanto la vita gli avesse donato un paio di occhi color marrone scuro, era possibile leggerne il gelo attorno, così come la rabbia insiti al loro interno, in maniera talmente chiara da far rizzare la ragazza ad ogni minima sillaba proferita. Se avesse avuto un padre normale e una vita diversa, Rosaline avrebbe sospirato ad una tale richiesta, rifiutando con garbo un'idea che avrebbe definito come sconsiderata ad alta voce, ma in questa esistenza non glielo avrebbe mai permesso. Un uomo dal tale potere non si sarebbe fatto comandare da nessun essere vivente al mondo, figurarsi il sangue del suo sangue: tutto doveva rimanere deciso, come aveva previsto. Un metodo malsano per mantenere il controllo di una manipolazione perpetuata per anni, senza sosta.

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Vivere in Tempo
Science FictionIn un mondo alternativo in cui il microchip creato dall'ingegnere Howard Lane permette ad ogni essere umano di conoscere con precisione e modificare la durata temporale della propria vita, il tempo diventa la nuova valuta di scambio e commercio. I p...