CHAPTER FOUR

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Presto ragazzi, sbrigatevi", disse la governante. "Solo un attimo", gridò Albert. Il ragazzo guardava Esme prepararsi con gli ultimi accessori; la ragazza sarebbe dovuta andare a scegliere un' abito per il compleanno che ci sarebbe stato tra una settimana. "Che tipo di vestito ti piacerebbe scegliere?", domandò il ragazzo. "Non lo so, di solito mia mamma ne sceglie alcuni, io li guardo e prendo quelli che più mi piacciono", disse, infilandosi le scarpe. "Ok, perfetto, andiamo". La ragazza era vestita con un vestito blu semplice e con delle decolleté nere e semplici. Esme e Albert scesero le scale. "Augusta, siamo pronti".

Augusta, Esme ed Albert si trovavano alla The London Tango Boutique. "Lo sa, signorina Eden, sua madre ha lasciato vestiti molto carini per lei, non vedo l'ora di mostrarle", disse la commessa che aveva un accento francese. "Ecco a lei", disse, porgendo un appendiabiti in metallo con tre vestiti molto lussuosi. Esme li guardò un po'. "Allora, che ne pensa, signorina Eden?", disse la commessa tutta sorridente. "Ehm... prima vorrei provarli per vedere come mi stanno, . Ora se ne può anche andare, la ringrazio", disse con un tono scocciato. "Sei stata un po' dura", disse Albert. Esme arrotolò gli occhi. "Dai tesoro, inizia a provarne uno per vedere come ti sta", disse Augusta. Esme prese il primo vestito e andò nel primo camerino che aveva trovato. Il primo vestito che Esme provò fu un abito lungo rosa fino alle caviglie, aveva una scollatura leggermente a cuore. Esme si guardò allo specchio, non gli piaceva tanto. "Dai su, che vogliamo vederti", disse Augusta impaziente. Esme uscì fuori. "Ti sta bene, tesoro", Albert invece la guardava con faccia storta. "Io credo che il rosa non faccia per te", Esme era d'accordo, andò di nuovo nel camerino e provò il secondo vestito. Era un abito nero classico, lungo fino al ginocchio, e con una scollatura a gioiello vicino alle spalle; aveva delle perline rosse. Esme uscì fuori. "Tesoro, questo è un compleanno, non un funerale", Albert concordò con l'affermazione della donna. Esme stava già iniziando a stancarsi, andò poi a provare il terzo vestito. Era un sontuoso abito lungo verde smeraldo, con una scollatura off-shoulder che lasciava le spalle scoperte in modo elegante e raffinato. La tonalità del verde smeraldo dava un tocco di lusso e raffinatezza. Esme doveva essere sincera con se stessa, sua madre aveva proprio azzeccato con quel vestito. La ragazza uscì fuori. "Tesoro, questo secondo me è perfetto". "Ti sta da dio, Esme", esclamò Albert. "Grazie, allora prenderò questo, ora però dobbiamo scegliere qualcosa anche per te, Albert". "Per me?!" "Sì, ovvio, il mio migliore amico non può mancare al mio sedicesimo compleanno, no? Pago io, stai tranquillo", disse la ragazza sorridente. Alla fine, Albert scelse un completo semplice e nero. "Sai, non penso starò tanto comodo, io odio i completi". "Smettila di fare il bambino".

9:00 PM. Nate, Cris e Aidan si trovavano al The Queens Head pub. "Ma dov'è Albert?", chiese Aidan, ormai perdendo la pazienza. "Quando l'ho chiamato ha detto che sarebbe arrivato presto insieme ad Esme", disse Cris. Aidan, come risposta, sbuffò e bevve un altro sorso di whisky, poi prese una sigaretta e la accese"Sai, dovresti smetterla di fumare e anche di bere", disse Nate, e Cris fece un cenno di approvazione. La verità è che i suoi amici odiavano vedere il loro migliore amico ridotto in quel modo, erano a conoscenza della sua situazione. "Cazzo, sì, ci sto provando, ma non ci riesco", "Questo perché non dai tutto te stesso", fece Cris. "E tu come fai a saperlo, eh?", disse Aidan quasi sull'apice arrabbiato. Odiava quando qualcuno lo sottovalutava , "Perché se lo faresti e daresti tutto te stesso non saresti in questo stato. Insomma, ogni volta che ti guardo ti vedo che ti viene così facile bere e accenderti una sigaretta oppure ancora peggio drogarti", disse Cris. Aidan fece per alzarsi e tirargli un pugno, Nate però lo fermò. "Aidan, era solo una conversazione calma. Se senti di star perdendo la pazienza, vattene". Aidan si incazzò per un po' con Cris, poi se ne andò, ma aprendo la porta vide una ragazza dalla faccia dolce e distintiva, con lineamenti delicati, occhi grandi e luminosi e labbra carnose: era Esme Eden. Il ragazzo, preso dalla rabbia, si scagliò verso di lei, dicendole in un tono alto da farsi sentire quasi in tutto il locale: "Guardate chi c'è qui, la nostra principessa dell'alta società. Hai deciso di fare una pausa dai tuoi giri tra i salotti per venire a vedere come vive il resto del mondo". Esme guardò arrabbiata la faccia intrigante e lo sguardo penetrante di Aidan, e con calma glaciale gli disse: "Interessante come la tua lingua tagliente sembri essere la tua unica difesa. Ma forse è solo un riflesso della tua insicurezza" Esme ormai era abituata all comportamento di Aidan si erano viste alcune altre volte litigavano quasi spesso. Con un sorriso sprezzante e arrabbiato, Aidan gli disse: "Oh, Esme, non preoccuparti troppo. Dopotutto, il sarcasmo è solo una delle mie molte abilità. Ma capisco se per te sia difficile seguirle tutte". "Ehm... ragazzi, cerchiamo di non litigare, per favore", disse Albert sulla difensiva. "Sta zitto", dissero entrambi allo stesso tempo, guardando Albert con uno sguardo affilato. Aidan si avvicinò a Esme, la guardò meglio e prendendole il mento con due dita, guardandole le labbra e successivamente gli occhi, le disse: "Sai, Esme, ragazze come te non dovrebbero venire da queste parti o frequentare luoghi come questi". Esme d'un tratto si fece sempre più seria, tolse le mani fredde di Aidan dal suo mento, si avvicinò al suo orecchio e, mettendogli una mano su una spalla, gli disse: "Stai tranquillo, Aidan Atlas, so badare da sola, anche a me stessa". Esme fece per togliere la mano dalla spalla di Aidan, ma gliela bloccò con la mano. Si guardarono negli occhi per un attimo, e il ragazzo se ne andò.

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