Esme si guardò allo specchio, cercando di nascondere l'ansia che la stava invadendo. Voleva fare una buona impressione sui suoi genitori, anche se sapeva che sarebbe stata una sfida. Indossò l'abito verde elegante e si sistemò i capelli con cura, cercando di apparire sicura e fiduciosa.
Mentre scendeva le scale, sentì il battito accelerato del suo cuore. Si avvicinò alla sala dove sapeva che i suoi genitori l'avrebbero aspettata. Si fermò un attimo davanti alla porta, prendendo una profonda inspirazione per calmarsi.
Entrò nella stanza e vide sua madre, Victoria, seduta elegantemente su una poltrona. Il padre di Esme, invece, era in piedi vicino alla finestra, con le mani incrociate dietro la schiena. Si voltarono entrambi verso di lei quando entrò.
"Ciao mamma, ciao papà", disse Esme con un sorriso forzato, cercando di nascondere la sua ansia.
Victoria la guardò con uno sguardo critico e disse: "Spero che tu abbia imparato qualcosa da questa festa, Esme. Come ti ho detto in passato, è importante che tu ti comporti in modo appropriato e faccia una buona impressione."
Il padre di Esme annuì silenziosamente, senza dire una parola. Era evidente che non sarebbe stato facile conquistare la loro approvazione.
Esme si sentì un po' abbattuta, ma non voleva permettere che la loro freddezza la influenzasse. Si era preparata per questo momento e sapeva di poter gestire la situazione con grazia.
"Capisco, mamma", rispose Esme con calma. "Farò del mio meglio per essere all'altezza delle tue aspettative."
Victoria sembrò soddisfatta della risposta di Esme e si alzò dalla poltrona. "Bene, allora facciamo in modo che questa serata sia piacevole per tutti", disse, dirigendosi verso la porta.
Esme seguì sua madre, mentre il padre camminava tranquillamente accanto a loro. Nonostante la tensione che avvolgeva l'aria, Esme decise di mantenere la sua determinazione a mostrare il suo vero valore.
La serata con i suoi genitori sarebbe stata difficile, ma Esme era pronta ad affrontare qualsiasi cosa pur di cercare di riempire quel vuoto che sentiva nel suo cuore. Sapeva che non sarebbe stato facile, ma sperava che con il tempo avrebbe potuto guadagnarsi l'amore e l'accettazione dei suoi genitori.
Esme scese le scale insieme ai suoi genitori e con grande sorpresa e punti di interrogazione vide che ad aspettarla cera tutta la famiglia Parker.
I genitori di Esme e dei due gemelli si salutarono: "Esme tesoro che ne dici di andare con Liam e Camilla in giardino a prendere una boccata d'aria", disse la madre.
Esme percepì lo sguardo di Liam e Camilla posarsi su di lei: Liam la guardava con un finto ghigno di sorriso e Camilla invece la guardava come se Esme fosse inferiore. I genitori dei gemelli, la signora Audrey e il signor Ethan, invece, la guardavano come se fosse un premio da posare in una vetrina.
Iniziarono così ad andare in giardino. Camilla però si allontanò in un'altra direzione.
"Che cosa ci fate voi qui? Siete venuti per rovinarmi il mio compleanno?" disse Esme. "Stai tranquilla, Eden. Se fosse stato per me, non sarei nemmeno venuto a questo stupido compleanno", disse Liam con un ghigno quasi malvagio.
"Comunque, bel vestito. Sai, devo dirti una bella novità", disse Liam con un ghignò quasi malvagio.
"Qualunque cosa sia, non voglio saperla."
"Oh, Esme Eden, la piccola sciocchina viziata e sensibile che purtroppo un giorno dovrà essere anche mia moglie", disse Liam. Esme a quelle parole rimase pietrificata. "Che cosa?" chiese Esme sperando di aver capito male.
"Sorpresa! Ti piacciono i matrimoni combinati? Sai, è una cosa che i zingari fanno, i nostri genitori lo hanno fatto invece solo per affari."
"Io no! Non voglio! Te lo stai solo immaginando. Mi stai solo prendendo in giro", disse Esme, sperando di aver capito male.
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My light
General Fiction𝐷𝑜𝑣𝑒 𝑙𝑎 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑎 𝑙𝑢𝑚𝑖𝑛𝑜𝑠𝑎 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎 𝑖𝑙 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑜 𝑠𝑎𝑟𝑐𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑒 𝑑𝑖 𝑔ℎ𝑖𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜