6. La Pioggia della Disillusione

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Hayes

Quello che rende viva una storia è la dannazione del protagonista e la mia erano i suoi occhi che riflettevano lo splendore di un ciel sereno. La mia dannazione era il suo richiamo, i suoi segreti, la sua saccenteria e il desiderio di renderla mia dopo ogni sua parola che trascendeva quasi un ribrezzo nei miei confronti, per respingere un suo stesso desiderio soppresso dal terrore di avvicinarsi nuovamente all'intensità del rosso fuoco.


[...]

Quando piove, non piove mai sopra di lui.
Fu questa la frase che rimbombò alle mie orecchie durante la gara, che mi spinse a cedere ogni cellula di me stesso per mantenere la prima posizione; a costo di ogni cosa.

La pioggia aveva appena iniziano ad abbattersi sull'asfalto della pista in Giappone e alla fine della gara mancava ancora qualche giro, ma non avevo intenzione di rallentare. Ogni curva, ogni rettilineo, erano una sfida contro la fisica e le mie stesse paure. Le gocce di pioggia perlacee danzavano sul mio visore, ma la mia concentrazione era ferrea, focalizzata solo sul tracciato che si estendeva davanti a me. Dopo il parziale successo del circuito in Canada, dove nonostante tutto l'impegno mi ritrovai in seconda posizione, avrei fatto di tutto in quella gara per riguadagnare il primo posto.

Sentivo l'adrenalina scorrere mentre maneggiavo il volante con precisione, cercando di mantenere il controllo nonostante l'acqua che creava pozze e aquaplaning su alcuni tratti; la mia concentrazione era tutta rivolta a sfruttare i punti asciutti che si aprivano davanti a me. Ad ogni accelerazione, il motore rispondeva con un ruggito deciso, come se aspettasse il momento giusto per liberare tutta la sua potenza.  Il grip era ridotto al minimo ma non c'era spazio per incertezze: dovevo calcolare ogni frenata al millimetro, sfruttare ogni centimetro di pista asciutta che riuscivo a trovare.

Le gomme urlavano di fatica contro l'asfalto, ma la mia determinazione era più forte. Ormai avevano perso gran parte della loro aderenza e sentivo la vettura diventare sempre più instabile, ma il traguardo era sempre più vicino.

Improvvisamente, la voce del mio ingegnere di gara ruppe il frastuono della pioggia e del motore attraverso la radio.

"Hayes, rientra al box! Dobbiamo fare un cambio gomme, subito!" La sua voce era ferma, quasi ansiosa, ma io sentivo solo la mia determinazione.

Ignorai il messaggio in un primo momento, stringendo i denti. Sapevo che rientrare significava perdere tempo prezioso, forse la mia posizione. Continuai a spingere, ogni fibra del mio corpo concentrata sul mantenere la vettura in pista.

"Hayes, le ruote si stanno affaticando, è pericoloso! Devi rientrare adesso!"

Insistette e riuscii a sentire quella che probabilmente era la voce di Matthew, lamentarsi alle sue spalle. Ma il mio piede, non lasciava l'acceleratore.
Passai un'altra curva, sentendo le ruote slittare leggermente, ma mantenni il controllo. La pioggia era incessante, ma non potevo permettermi di fermarmi. Ogni secondo contava.

La frustrazione di Matthew e del team era palpabile, ma io ero sordo a tutto, tranne che alla strada davanti a me e per questo provai a tranquillizzarlo.

"Sto per iniziare il penultimo giro, non vale la pena rientrare ora e lo sai anche tu. Fidatevi di me."
Acconsentì dall'altra parte della radio e continuai senza preoccupazioni la mia gara.

L'ultima parte, fu un inferno di acqua e adrenalina, con ogni fibra del mio essere concentrata sul traguardo. Non potevo lasciare che la paura o il buon senso mi fermassero. E così, sotto una pioggia torrenziale continuai fino alla fine.

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