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𝓗𝓾𝔃𝓾𝓷
𝓤𝓷 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓸 𝓭𝓲 𝓹𝓻𝓸𝓯𝓸𝓷𝓭𝓸 𝓼𝓶𝓪𝓻𝓻𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓸 𝓼𝓹𝓲𝓻𝓲𝓽𝓾𝓪𝓵𝓮
𝓜𝓪 𝓪𝓷𝓬𝓱𝓮 𝓾𝓷 𝓶𝓸𝓭𝓸 𝓯𝓲𝓭𝓾𝓬𝓲𝓸𝓼𝓸 𝓭𝓲 𝓰𝓾𝓪𝓻𝓭𝓪𝓻𝓮 𝓵𝓪 𝓿𝓲𝓽𝓪;
𝓾𝓷 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓸 𝓬𝓸𝓷𝓭𝓲𝓿𝓲𝓼𝓸 𝓭𝓲 𝓶𝓪𝓵𝓲𝓷𝓬𝓸𝓷𝓲𝓪,
𝓾𝓷𝓪 𝓼𝓸𝓯𝓯𝓮𝓻𝓮𝓷𝔃𝓪 𝓹𝓸𝓮𝓽𝓲𝓬𝓪,
𝓾𝓷 𝓹𝓮𝓻𝓶𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓭𝓲 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓻𝓼𝓲 𝓹𝓲ù 𝓪 𝓯𝓸𝓷𝓭𝓸,
𝓭𝓲 𝓼𝓸𝓯𝓯𝓻𝓲𝓻𝓮 𝓭𝓲 𝓹𝓲ù

𝓗𝓾𝔃𝓾𝓷𝓤𝓷 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓸 𝓭𝓲 𝓹𝓻𝓸𝓯𝓸𝓷𝓭𝓸 𝓼𝓶𝓪𝓻𝓻𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓸 𝓼𝓹𝓲𝓻𝓲𝓽𝓾𝓪𝓵𝓮𝓜𝓪 𝓪𝓷𝓬𝓱𝓮 𝓾𝓷 𝓶𝓸𝓭𝓸 𝓯𝓲𝓭𝓾𝓬𝓲𝓸𝓼𝓸 𝓭𝓲 𝓰𝓾𝓪𝓻𝓭𝓪𝓻𝓮 𝓵𝓪 𝓿𝓲𝓽𝓪;𝓾𝓷 𝓼𝓮𝓷𝓽𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓸 𝓬𝓸𝓷𝓭𝓲𝓿𝓲𝓼𝓸 𝓭𝓲 𝓶𝓪𝓵𝓲𝓷�...

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Ho sempre amato le parole. Quelle piccole lettere capaci di creare significati enormi. Mi è sempre stato insegnato che la parola è la più forte delle armi. Capace di ucciderti senza mai toccarti veramente. Così ho forgiato la mia di parola, imparato nuovi termini e appreso ogni cosa possibile in profonda solitudine. In segreto ho scoperto cosa si provava nell'immergersi in un mondo fatto di carta ed inchiostro e ne ho assaporato ogni sfumatura. Mi sono dissetata di conoscenza fino a finire ogni ampolla presente nella dimora in cui vivevo. Ma a me non bastava, ne volevo sempre di più per fuggire da quella casa, per dimenticare la mia condizione, la nostra. Così ho iniziato ad andare in biblioteca a leggere anche se a noi donne non era permesso, ho indossato panni di uomo per così tante volte da essere scambiata per tale. Ho finto di star male pur di sgattaiolare via dagli immensi ricevimenti organizzati da mia madre. Mio fratello mi è sempre stato fedele, ha coperto ogni singola mia fuga garantendomi la libertà. Gli sono così grata. E' stato lui a farmi scoprire il fascino della sapienza. Mi ha insegnato a leggere e scrivere, mi ha prestato ogni suo libro di testo considerandomi una sua pari. L'unico. Non serviva a nulla essere una reale, per loro le donne erano destinate ad essere brave madri e mogli. Se potessi ad oggi gli direi che no, le donne sono molto di più di questo. Col tempo ho capito che le cose dovevo procurarmele da me, nessuno sarebbe venuto ad aiutarmi. Ed è questo che adesso sto facendo immersa con il capo su mille libri alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa, che mi riconduca a delle risposte. Sono tornata a casa che mamma era ancora via per lavoro e mi sono rintanata qui, in biblioteca. Ho passato a rassegna ogni libro qui presente ma non ho trovato nulla. Sbuffo contrariata. Ho sempre fatto affidamento ai libri, mi sono sempre stati vicini e adesso che ne ho un bisogno disperato mi voltano le spalle. O le pagine, in questo caso. Sbatto violentemente l'ultimo libro contro il tavolino e mi alzo dalla mia postazione da ore ormai. Sento le ossa delle gambe gridare pietà non appena inizio a camminare per allontanarmi dal mio posto preferito. Papà è tornato già da un po', non appena mi ha sorpreso con la testa china su uno dei tanti tomi che ho consultato e il corpo riscaldato dalle tenere fiamme del camino non ha fatto domande, si è limitato a chiedermi se fosse tutto ok e ad un mio cenno di assenso mi ha lasciato da sola. Ma adesso la solitudine mi soffoca, ho bisogno di parlarne con qualcuno. Sfilo il cellulare dai jeans, inconsapevolmente sto già componendo il numero della mia migliore amica. Inizia a squillare ma la voce di Thiana non si fa viva. Clicco sulla cornetta rossa affranta. Nemmeno i quadri appesi lungo il corridoio mi sollevano il morale. Mi dirigo allora in cucina sperando di poter parlare con papà. Arrivo lì ma ad accogliermi c'è un post-it appeso con una calamita al frigo. "Sono fuori, mamma mi ha chiamato. Emergenza. Non preoccuparti. Torniamo domani" ecco cosa dice il biglietto. Non mi stupisco più di tanto, essere avvocati ha i suoi difetti. E il lavorare anche di notte è uno di questi. Non è la prima volta che succede, non mi è mai importato prima ma adesso...adesso vorrei solamente parlare con qualcuno. Mi accascio su una sedia e inizio a picchiettare nervosamente le dita sul tavolo. Uff. Se ci fosse adesso mio fratello con me saprebbe cosa dirmi per consolarmi. Sono triste, malinconica e a cosa penso? A lui, sempre e solo lui. Riprovo a chiamare Thiana ma niente. Sembra uno scherzo di cattivo gusto, uno di quelli che ti aspetti da un momento all'altro di vedere delle telecamere sbucare da qualche parte con un sonoro "Ci sei cascata" ma non accade questa volta. Tutto tace e inizio a temere questo silenzio. Mi sposto in salotto, accendo la tv per attutire il caos dei miei pensieri. L'unico rumore sono i miei passi che si fermano davanti al divano. Ingoio una caramella. Almeno lei fa il suo dovere proteggendomi. Il cellulare inizia a vibrare proprio mentre Damon esclama " Yuu-juu! C'è qualcuno in casa?" e mentre mi sollevo per andare a prenderlo in cucina dove l'ho lasciato lui continua "il vampiro cattivo bussa alla porta". Ridacchio come un'adolescente alla prima cotta. Damon Salvatore sarà sempre il mio unico amore.
Thiana. Finalmente.

Heaven - la profeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora