In seconda elementare le cose andarono meglio, o per lo meno coì speravo all'inizio. Conobbi nuove persone e iniziai a fare amicizia con un compagno di classe che era riservatissimo, il suo nome mi pare sia Bogdan, ma capite che con il passare degli anni anche a me capita di dimenticare qualche nome...cmq questo ragazzino non parlava spesso e soprattutto non dava nemmeno tanta confidenza alle ragazze maggiormente pk si vergognava...ma io, una bambina molto testarda avevo fatto di tutto per conoscerlo, e quando finalmente eravamo vicini di banco sono riuscita a farlo parlare e in poco siamo diventati amici. Se devo essere onesta ho ancora adesso la sua immagine in mente e anche se a sette anni uno non ci fa caso...posso dirvelo ora da grande che era un ragazzino bellissimo!!! Con il passare del anno succede una cosa un bellissimo giorno di sole, o per lo meno all'inizio bellissimo...praticamente stavamo fuori nel cortile pk in Romania c'era la scuola e avevamo anche un grande cortile, inoltre la non cera solo una pausa bensì una ogni ora di 10 minuti ma c'era anche una di 15 minuti per dare la possibilità ai ragazzi di mangiare,(se devo essere onesta non so se ancora oggi sia così, insomma parliamo di 10 anni fa).cmq per ritornare ai fatti, stavamo nel cortile a giocare, a un certo punto viene una ragazza di un altra classe che era mia amica o per lo meno così credevo e mi dice che aveva visto il ragazzo quello che l'anno prima mi andava dietro entrare in classe mia, e che aveva con se una busta con dentro degli oggetti...ovviamente vado di corsa in classe, pk cosa che non ho detto ma quel ragazzo era un "zingaro" e no, non sono razzista o altro, era proprio così, e purtroppo aveva spesso e volentieri la mania diciamo di prendere cose che non gli appartenevano(sia chiaro che non tutti i zingari fanno così, ci sono anche persone diverse che lo fanno). Anche gli altri ragazzi erano stati messi all'allerta quindi tutti ci mettemmo a controllare i nostri zaini...a chi mancava una penna, a chi una matita, ma tutto sommato nulla di estremo...a me però, non mancava la penna, e nemmeno matite o forbici o colla, bensì qualcosa di più costoso...il telefono, all'epoca avevo il telefono di mio fratello con i pulsanti e lui me lo aveva dato da poco in occasione del mio compleanno. Era il secondo giorno che lo avevo portato a scuola e come potete aver ben capito, non lo avevo più...naturalmente ne parlai con tutta la classe, con i prof e con tutti coloro che mi capitavano a tiro, ma non successe nulla, pk il ragazzo negò e quando controllarono i suoi oggetti non c'era nulla. Solo dopo realizzai che la ragazza che mi aveva avvertita in realtà era un amica di quel tipo, quindi ogni com'è andata ero stata fregata...e dovetti dire tutto a casa, i miei nonni praticamente non dissero quasi nulla, pk non era un loro problema se io non ero stata attenta!!!Mia madre stava qua in Italia quindi nulla di nulla, anche se me lo porto tutt'ora sulla coscienza l'espressione di mio fratello che ci era rimasto veramente male...non sarebbero dovute andare così le cose, eppure come sempre la sfiga mi seguiva...

STAI LEGGENDO
Una come me
RandomCari lettori e care lettrici, qui parlo di me, ma non di cosa ho mangiato oggi o quanto ho dormito ieri, bensì la mia infanzia per così dire, è una storia non un romanzo, e spero che mi darete una possibilità. un abbraccio ~blacket9