8.

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Le giornate si succedono velocemente, piene di impegni lavorativi e uscite con gli amici che hanno iniziato a ridare colore alla mia vita. Passare il pomeriggio con il piccolo Theo e l'adorabile mamma Thessa mi fa riacquistare un po' di calore familiare che non vedevo da tempo. Mi domando ormai spesso quando avrei preso dei giorni di ferie per scendere nella mia amata Napoli.

Eppure alla vigilia dell'ennesima partita che mi manderà al manicomio, capisco che quest'apparenza che sto provando a dare cade in frantumi nel momento esatto in un cui rimango sola nelle mura della mia abitazione. Sento la malinconia incombermi addosso, travolgendomi con la forza di un treno.

Come si fa a strappare il cuore dal petto? Esiste un bottone per spegnere i sentimenti? Si può smettere semplicemente dalla sera alla mattina?

Queste domande si impongono nella mia testa e, non disposta più a parlarne con altri, le tengo per me nonostante esse mi stiano piano piano uccidendo.

Proprio con queste cose in mente arrivo alla conclusione di tutto. O meglio la fine che vedrà poi la rinascita.

A mezzanotte e ventitré minuti prendo in mano il mio telefono sfogliando velocemente con le dita nella rubrica. Trovo quelle svariate chiamate perse ricevute negli ultimi giorni e clicco, pentendomene l'attimo dopo.

"Cami"

La sua voce rauca mi fa capire che stava per abbandonarsi al sonno, probabilmente in quel letto matrimoniale che condivide con la dolce moglie.

"Perché l'hai fatto?"

È questo quello che saggiamente domando, con voce tremante e l'angoscia che mi opprime.

"Io... Non voglio mentirti. Volevo tutto e subito, non mi sarei accontentato di solo una della due. Lei per me rappresenta la mia intera vita, siamo cresciuti insieme e insieme stiamo crescendo delle stupende bambine. Tu però sei quell'amore che più mi ha preso nella mia vita. Non ho conosciuto mai nessuna come te. Con te camminavo sulle nuvole, nulla mi spaventava e sembrava andare tutto nel verso giusto quando stavamo insieme"

Prende una pausa mentre le lacrime scendono libere sulle mie guance arrossate. L'emozione di sentire queste parole è molta. Non è il Nicolò che ho incontrato l'ultima volta allo stadio, ma il Nico di cui mi sono innamorata in quelle notti d'estate.

"Se ti avessi incontrata prima non avrei mai più avuto occhi per altre e la cosa mi devasta. Perché conoscerti mi ha fatto sentire così sbagliato. Sbagliato nella realtà che a fatica mi ero costruito. Non la amerò mai come sto amando te. Io però non posso far altro che rimanere con lei, perché così è giusto. Giusto per quelle piccole che hanno il mio cognome e che amerò sempre più di chiunque altro"

Accettare questa verità mi distrugge, uccide quell'ultimo briciolo di speranza che covavo al mio interno. Eppure era quello di cui avevo bisogno per mettere un punto a questa situazione. Avevo bisogno di sentirlo, di sapere perché non me. Avevo bisogno che quella porta si chiudesse definitivamente e nel mentre attendere il portone successivo che si sarebbe aperto.

"Nico"

"Si Cami?"

Il mio sospiro si infrange con violenza e agitazione nel microfono del mio iphone.

"Lo sai che mi hai distrutto?"

"Lo so ed è la cosa di cui mi pentirò per sempre"

Annuisco come se effettivamente lui potesse vedermi in quel momento.

"Nel momento esatto in cui penso di esserti riuscita ad odiare, bell e buon penso a quel bambino che avremmo voluto chiamare Matteo. Poi ti odio di nuovo perché non dovrei volere mai più avere a che fare con te. Ti odio perché adesso cercherò per sempre te in chiunque altro, ma allo stesso ti amo perché prima di te il mondo era solo di un colore e tu mi hai insegnato che possono esistere milioni di sfumature"

Sento silenzio assordante dall'altra parte, interrotto solo da qualche singhiozzo malamente soffocato.

"Mi sento così un uomo di merda, ne questa vita ne la prossima serviranno per far piacere questo senso di colpa. Lo sai che odio vederti piangere, ma sarebbe da idioti chiederti di non piangere per uno stronzo come me. Spero vivamente che tu possa incontrare qualcuno che ti meriti e che sappia avere solo te in testa"

"Non riesco nemmeno a pensare di stare con un altro, to giur "

"Dovrai, promettimi che se dovesse arrivare qualcuno degno di te lo lascerai entrare nel tuo cuore. Perché posso passare la vita a sentirmi in colpa, ma almeno voglio saperti felice"

Non rispondo, non penso di aver bisogno di dire qualcosa poiché non saprei nemmeno cosa dire. In più se anche avessi avuto qualcosa da dire, non lo avrei fatto a causa del campanello che inizia a suonare.

Mi spavento a causa dell'orario, chi mai potrebbe essere a quest'ora. Per paura mentre mi avvicino alla porta mantengo aperta la telefonata con Nicolò che mi chiede chi sia, se fosse tutto apposto. Risulta spaventato anche lui, forse spaventato.

Quando apro mi trovo davanti l'unico serbo che conosco, con una faccia da funerale e la tuta addosso sposta subito lo sguardo su di me.

"Disturbo?"

"No Dudu, entra dai"

Gli faccio spazio notando solo ora che ha con sé una busta bianca che subito mi passa tra le mani.

"Sapevo che eri sveglia, avevo bisogno di supporto morale perché altrimenti domani non mi sarei nemmeno presentato sul pullman."

E senza farlo apposta, quella chiacchierata con Dusan e quel cornetto, che gli ho fatto assaggiare ma che ho comunque divorato con gusto, ha saputo equilibrare quell'addio che avevo appena dato al sardo.

"Ma con chi eri al telefono?"

Dopo avergli fatto capire che avrebbe dovuto affrontare le sue responsabilità e presentarsi alla partita di domani, nonostante la grande paura di fallire, si ricorda di avermi trovato con il telefono all'orecchio.

"Nicolò"

Lo dico con tranquillità, perché da quando ho staccato ho finalmente sentito di essere leggera. Sempre triste, ma meno angosciata. Andava fatto e com'è giusto che sia adesso mi sento pronta a vivere di nuovo.

"Sei importante per me, lo sai?"

Mi domanda Dusan pronto ad iniziare un discorso importante. Lo fa spesso specialmente con i ragazzi della squadra. Inizia dicendo loro che li stima e poi aggiunge delle critiche costruttive.

"Lo so"

"Allora sappi che per quante volte potrai stare male, potrai cadere, avrai sempre una spalla amica pronta a consolarti e farti sentire speciale, sappilo"

➸ Last first kiss || Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora