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Ripenso per tutta la domenica a quello successo con Dusan. Come siamo passati da vedere cars a fare allusioni così esplicite? Non c'è stato un passaggio graduale, ma anzi è successo tutto così in fretta.

Non che mi dispiaccia, penso.

Ormai non posso negare che il devo mi faccia un determinato effetto, ma questo non toglie che la confusione che ho in testa si sia placata. Ovvio che l'ombra di Nicolò è ancora da qualche parte, ci sto mettendo tutta me stessa a cancellare la sua memoria.

Però wow. Cioè non mi aspettavo che Dusan potesse essere così caliente. Forse qualcosa sta cambiando nella mia vita senza che me ne accorga. Perché non mi ero mai accesa così tanto con qualcuno che non fosse Nico.

Un casino, ecco quello che sta succedendo. Un piacevole casino.

Mando una foto a Thessa per farle sapere che sono appena arrivata all'aeroporto di Napoli e che tra meno di due ore sarò nuovamente lì a farle compagnia.

Chi ti viene a prendere?

Prendo Uber, amo

Questi sono gli ultimi messaggi che ci scambiamo prima che imposto il mio telefono in modalità aereo. Come già detto, in due ore arrivo sana e salva nella città della mole, con il bagaglio che pesa più dell'andata. I miei hanno approfittato per darmi il famoso pacco da giù, pieno delle migliori prelibatezze campane.

Faccio per uscire dal gate, che vedo una figura particolare ad attendermi, o almeno credo. Tutto coperto con tanto di occhiali da soli, riconosco quello che al 99% è il numero nove della Juventus.

Mi avvicino a lui e subito vedo le sue braccia spalancarsi, quindi mi fiondo tra esse per godere del calore del suo corpo.

"Signorina il suo Uber è qui"

Il suo fare ironico mi fa intuire che tra lui e Thessa c'è stato uno scambio di informazioni.

"Grazie scemo"

"Ma devi sempre insultarmi?"

"Devo bilanciare le cose carine che ogni tanto mi faccio scappare"

Ancora sciogliamo il nostro abbraccio, ma siamo obbligati a farlo poiché i minuti passano e per le otto dobbiamo trovarci con gli altri in un locale al centro di Torino.

Non so perché oltre ad afferrare il mio bagaglio, afferra anche la mia mano ma di sicuro io non mi lamento. Anzi, gli accarezzo il dorso della mano con il pollice, tracciando delle forme casuali.

Arrivati davanti alla sua fatiscente porche, lui si cimenta nel cercare di far entrare la valigia nel piccolo bagaglio mentre io entro disattenta nella sua auto.

Per fortuna mi fermo in tempo, perché sul sedile c'è un mazzo di fiori che stavo quasi per schiacciare.

Lo afferro curiosa, senza pensare che esso possa essere per me. Eppure tra i tulipani elegantissimi trovo un bigliettino con scritto sopra mi sei mancata, ragazzina che mi fa pensare che forse la destinataria sia proprio io.

Quando anche lui si siede su quei sedili di pelle, capisco che voglia sapere cosa ne penso di essi.

"Sono bellissimi Dudu"

I nostri occhi si cercano e si trovano in un millesimo di secondo, scaturendo in me delle sensazioni da capogiro.

"Però avevi detto che io a te non mancavo"

Lo sfotto, volendo alleggerire un po' questa situazione. Insomma, mi sento una ragazzina alla prima cotta, devo pur sempre darmi una svegliata.

"Ho cambiato idea, non posso?"

Capisco subito la citazione alle mie parole in videochiamata, iniziando a sorridere come un idiota.

Voleva dirlo in modo più eclatante di me e mi duole ammetterlo che ci è riuscito.

"Stai diventando smielato"

Gli faccio sapere mentre mette la prima, facendo partire l'automobile in direzione autostrada.

"Come se ti dispiacesse"

"Ma io sono una tua amica, o sbaglio?"

Ora a citare l'altro sono io, con un po' più di insicurezza poiché mi sto addentrando in una zona sconosciuta. Potrei starmi immaginando tutti questi doppi sensi, potrei star fraintendendo i suoi gesti. Ho paura che sia così, ma per una volta voglio abbandonare le paranoie per godermi il momento.

"Ho cambiato idea, non posso?"

Di nuovo questa frase, detta però molto più seriamente di prima.

"Idiota"

"Ridillo senza arrossire, magari ci credo"

Continuano a battibeccare per tutto il tragitto, senza mai abbandonare i sorrisi sulle nostre labbra.

Arrivati sotto casa mia decido di invitarlo a salire, poiché non avrebbe senso rimandarlo a casa per farlo tornare tra nemmeno un'ora.

Lui si accomoda sul mio letto e si mette a scrollare instagram, mentre io di fretta vado in doccia. Ho bisogno di un restauro e ho meno di un'ora per attuarlo, quindi devo muovermi.

La fretta però è cattiva consigliera, infatti appena mi avvolgo il corpo con un asciugamano mi accorgo di aver preso il cambio ma non l'intimo. Sono quindi costretta ad uscire così dal bagno, attirando inevitabilmente lo sguardo del serbo.

"Cami, se fai così per non è giusto"

Il suo sguardo perlustra le mie gambe scoperte, soffermandosi sullo scollo che piano piano diventa più ampio poiché l'asciugamano fatica a rimanere immobile sul seno.

"Non sto facendo nulla giuro, devo prendere una cosa"

Mi avvicino a lui poiché il cassetto dell'intimo è posto proprio di fianco a letto.
Mi piego anche, visto che il caso vuole che sia proprio l'ultimo ed è proprio lì che lo sento imprecare in serbo.

"Uno cerca pure di non guardare, però tu glielo servi proprio davanti agli occhi"

Gli lancio la prima cosa che mi trovo sotto gli occhi a causa dell'imbarazzo, ma nuovamente il fato mi va contro. Si ritrova tra le mani, infatti, un tanga di pizzo rosso.

"Molto bello, però secondo me indossato è meg-"

Sta volta guardo bene cosa lanciargli, preferendo il libro che ormai ho abbandonato da mesi sul comodino.

"Sei un idiota"

➸ Last first kiss || Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora